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Forum- My Fashion girl.it, gioco di moda! Gioco di ragazze e per ragazze!

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#1 Il 03-09-2021 a 23h51

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Artemis97
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FUORI DALLA SCUOLA

Questo topic è per tutto quello che succede fuori dai cancelli della scuola, dal vostro viaggio da e verso casa a un'uscita pomeridiana.

La scuola si trova a Roma. Per entrare nel cortile interno della scuola, dovrete attraversare la porta magica che si trova in piazza Vittorio, a vostra disposizione 24 ore su 24. La porta risponderà alla vostra magia e si aprirà, lasciandovi passare come in un portale. Che la vostra magia sia poca o molta non è importante, la porta riconosce la natura magica di chi la tocca.

Quando siete fuori dalla scuola, fate attenzione a non rivelare la vostra natura magica ai Normali. Gli incantesimi fuori dalla scuola non sono vietati, ma non dovete farvi vedere mentre li lanciate. Stessa cosa vale per quando attraversate la porta.

Sotto il nome del vostro personaggio, specificate sempre dove vi trovate in maiuscolo, grassetto e centrato.


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#2 Il 09-09-2021 a 16h53

Moderatore
Artemis97
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Nikolas Axel Fox-Lombardi


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Scheda



SUL TRENO


Guardo fuori dal finestrino, le campagne ancora verdi si seguono a ruota, intervallate da case sparse e paesi più o meno grandi. La risata di un bambino mi distoglie dai miei pensieri e decido di dare un’occhiata al telefono per controllare l’orario: quasi le quattro e mezza. Sono in Umbria da ormai un’ora e mezza, la terza regione in poco più di quattro ore, ma non mi lamento: è sempre bella in questo periodo dell’anno e in ogni caso mi piace osservare i paesaggi.
Dato che ormai ho il cellulare in mano, tanto vale mandare un messaggio a Koko. Mi ero ripromesso di aspettare di essere nel Lazio, o per lo meno nelle vicinanze, ma non non sono neanche così lontano. Fra neanche un’ora sarò a Orte, poi un’altra oretta e finalmente scenderò da questo treno, dopo sei interminabili ore. E devo solo ringraziare mia madre, che aveva delle commissioni da fare a Cesena e mi ha accompagnato in stazione, altrimenti mi toccava pure prendere il pullman. Non che sia un problema, ma con tutto quello che devo portarmi dietro ogni nuovo inizio di anno scolastico, un passaggio in macchina è comodo. Il cambio a Falconara è già abbastanza complicato, anche se fortunatamente adesso c’è più tempo per la coincidenza… forse si sono resi conto che il treno per Ancona era sempre in ritardo e rischiavamo tutti di perdere quello per Roma, ogni singola volta (fortunatamente anche quello per Roma era sempre in ritardo e alla fine non lo perdevamo mai).
Dicevo: tanto vale mandare un messaggio a Koko. Apro la chat e sorrido allo stupido soprannome con cui ho salvato il suo numero, un ricordo di quando siamo realmente diventati amici.

Ehi Froggy,
Ancora in pieno viaggio della speranza,
ho da poco passato Spoleto
Per le sei dovrei essere a Termini,
ma ovviamente viaggiamo già coi
classici dieci minuti di ritardo,
quindi potrei arrivare un po’
dopo
Tu quando arrivi?

Non vedo l’ora di vederla. È la mia migliore amica, è normale che mi manchi quando non siamo insieme, anche perché sono abituato alla sua costante presenza: stiamo insieme tutti i giorni, tutto il giorno (o quasi, insomma). Quest’estate è stato diverso. Ci siamo sentiti, ovviamente, ma è un po’ come se messaggi, chiamate e videochiamate non fossero riusciti realmente a colmare la distanza. Beh, è il nostro penultimo anno, evidentemente l’avvicinarsi del diploma mi rende sentimentale.
Guardo di nuovo fuori dal finestrino, riconosco il ponte in lontananza: Terni. Devono essere quasi le cinque ormai. Penso a Koko e sorrido di nuovo: è la mia migliore amica e non vedo l’ora di vederla.


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#3 Il 09-09-2021 a 17h18

Prezzemolina
Clio79
Quello di cui ho bisogno per sopravvivere è il dente di leone che fiorisce a primavera.
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Kokoro Taira

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Scheda


CASA

Distendo l'ennesimo paio di pantaloni sul letto, indecisa su quale sia il caso di mettere in valigia; guardo con attenzione le caratteristiche e il colore di ciascuno, per poi ficcarli tutti dentro il trolley.
Sto per ripetere lo stesso processo con alcune gonne, quando vengo distratta dalla suoneria del telefono.
Cerco con frenesia lo stupido aggeggio, riuscendo a pensare ad una sola persona che potrebbe scrivermi nelle ore immediatamente precedenti alla partenza:
- Ma dove mai sei finito? - chiedo ad alta voce, buttando i capi di vestiario sparsi sul letto direttamente sulla moquette bianca, ma la mia ricerca è un buco nell'acqua.
Sposto le lenzuola e niente telefono, poi decido di controllare sotto il letto e la mia vista periferica viene attirata dallo splendere di una lucetta verde:
- Eccoti qua, finalmente - dico, recuperando l'apparecchio da sotto il comodino.
Senza perdere altro tempo, controllo i messaggi e, come pensavo, si tratta di Nikels; felice, mi affretto a digitare una risposta.

Hi, my dear Knight
poco sorprendentemente, sto ancora facendo le valigie >.<'
A mia discolpa ho troppe cose da portare e tutte assolutamente indispensabili u.u
Comunque, dovrei partire da casa per le 17:30 e, traffico permettendo, essere a scuola per le 18:30 o giù di lì.
Per fortuna i miei hanno deciso di accompagnarmi anche quest'anno o non avrei saputo come trascinarmi dietro questa montagna di roba /vendor/beemoov/forum/../../../public/forum/smilies/big_smile.png
...
Non vedo l'ora di riabbracciarti <3 Ci vediamo tra qualche ora.

Invio il messaggio e appoggio il telefono sul comodino, affrettandomi a riprendere l'arduo compito di fare la valigia con tutto un nuovo entusiasmo.

Ultima modifica di Clio79 (Il 09-09-2021 a 17h24)


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#4 Il 09-09-2021 a 18h28

Moderatore
Artemis97
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Nikolas Axel Fox-Lombardi


ROMA


Finalmente scendo da questo treno… stavo iniziando a prendere la forma del sedile. Ovviamente siamo in ritardo, è un gran classico: i soliti dieci minuti, quindi praticamente siamo in orario. Ho detto a Koko che l’avrei aspettata davanti alla porta magica, ma così rischio di fare tardi io. Ero tentato di lanciare un Il tempo vola, ma è anche vero che non mi stavo divertendo un granché e che sarebbe stato totalmente inutile in un mezzo così grande e con così tante persone: sono sicuro che neanche gli altri si stessero divertendo poi così tanto.
Come da programma, siamo arrivati all’1 EST, il binario più lontano dalla civiltà della stazione di Roma Termini: così lontano dall’uscita che ci metto un paio di minuti abbondanti per arrivarci. Certo, sicuramente è anche colpa del mio trolley, uno dei più grandi (e vecchi) che abbiamo, decisamente troppo pieno e traballante sulle rotelle un po’ rotte, che mi trascino dietro a fatica.
Finalmente riesco a prendere il sottopasso e in qualche minuto sono in piazza Vittorio Emanuele, a qualche passo dalla porta magica. Tra tutto quanto, ormai si sono fatte le sei e mezza, fra un po’ Koko dovrebbe essere qui. Lascio la valigia e mi appoggio ad un albero, guardandomi intorno.


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#5 Il 09-09-2021 a 19h09

Prezzemolina
Clio79
Quello di cui ho bisogno per sopravvivere è il dente di leone che fiorisce a primavera.
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Kokoro Taira

ROMA

Salutai i miei genitori con un lungo abbraccio, per poi rimanere a guardare la macchina che si allontanava lungo Via Vittorio Emanuele, finché non riuscii più a scorgerla.
A quel punto, abbasai lo sguardo sul display del telefono: erano appena scoccate le 18:35.
Senza perdere altro tempo, aggiustai le cinghie del borsone che avevo in spalla e afferrai il trolley, dirigendomi il più rapidamente possibile al portale.
Arrivata davanti alla porta magica, mi fermai un attimo per cercare Nikels e non appena i miei occhi ebbero incrociato i suoi, mollai i bagagli e gli corsi incontro.
Fu il suo torace a fermare la mia corsa e le mie braccia si allacciarono fermante al suo collo, quasi a non voler più mollare la presa.
- Mi sei mancato tanto - gli dissi, sussurrando direttamente nel suo orecchio.


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#6 Il 09-09-2021 a 19h43

Moderatore
Artemis97
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Nikolas Axel Fox-Lombardi


ROMA


Vedo Koko in lontananza e non faccio neanche in tempo ad alzare la mano per salutarla che lei comincia a corrermi incontro, abbandonando le valige appena i nostri sguardi si incrociano. Mi lancia le braccia intorno al collo e io rispondo stringendole dolcemente la vita. Sento la sua voce che mi sussurra all’orecchio un Mi sei mancato tanto.
- Anche tu mi sei mancata - le rispondo, sussurrando anche io. È sempre bello rivederla e non mi stancherò mai di dirlo, né di pensarlo: è la verità.
Dopo qualche minuto, mi stacco lentamente dal suo abbraccio.
- Si sta facendo tardi, sarà meglio entrare a scuola e lasciare i bagagli. Andiamo? - le chiedo, prendendo di nuovo in mano il mio trolley.
Non c’è nessuno per strada, ma lancio comunque un Circolare, qui non c’è niente da vedere (la prudenza non è mai troppa) e la pietra nera incastonata nel mio anello brilla. Faccio qualche passo in direzione della porta e la tocco con la stessa mano. Sprigiona un lieve bagliore e la attraverso.


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#7 Il 09-09-2021 a 20h35

Prezzemolina
Clio79
Quello di cui ho bisogno per sopravvivere è il dente di leone che fiorisce a primavera.
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Kokoro Taira

ROMA

Mi sciolgo dall'abbraccio e, ancora col sorriso sulle labbra, rispondo:
- Certamente, my Knight -
Corro a recuperare i bagagli, mentre Nikels lancia l'incantesimo che permetterà di occultare il nostro passaggio attraverso la porta.
Una volta di nuovo al suo fianco, aspetto che sblocchi il passaggio e contemporaneamente attraversiamo il portale.


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#8 Il 10-09-2021 a 16h48

Che classe
albanera
La mia forza è la mia assolutà fragiltà...
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Domitilla Savignoni detta Illa
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Scheda]

Spoiler (clicca per vedere)


                           CASAcenter]

“Devo aver preso qualche chilo in piu’ questa estate, oppure ho sbagliato  il lavaggio, ma caspita,questi jeans sono davvero troppo stretti…”
Non è che non abbia nel mio armadio altri capi, ma ho pensato tutta la notte cosa indossare per sentirmi meno impacciata e un po’ piu’ sicura di me per il mio primo giorno di lavoro. Un nuovo impiego, una nuova vita. Ho rivoluzionato tutto nell’ultimo periodo e sebbene ho scelto di lavorare come cuoca, ho bisogno, data la mia insicurezza costante e quel sentirmi fuori posto in ogni circostanza, che l’indosso di un capo, come dei semplici jeans che ho sempre adorato , potessero in qualche modo darmi un po’ piu’ di tranquillita’  per poter varcare la soglia della scuola. Sono consapevole che un capo di vestiario non risolve tutti i trip mentali che ho, ma sentirmi almeno a posto e presentabile seppur nella semplicita’ piu’ assoluta, mi avrebbe aiutato. E invece no! Li avevo tenuti celati nella parte bassa dell’armadio ,senza averli mai indossati per tutto il tempo, in previsione di questo giorno e invece ora, gia’ in ritardo, dovevo trovare altro… Non deponeva bene questo inizio. Era già funesto e io ero fatalista…

Ultima modifica di albanera (Il 10-09-2021 a 16h50)


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#9 Il 10-09-2021 a 17h49

Moderatore
Calliope98
"L'eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai"
Luogo: Roma
Messaggi: 12 415

Jasmine Alfieri

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Scheda


ROMA

Quel giorno avevo passato l’intera mattina a preparare la valigia, non avevo fatto neanche la mia corsa mattutina, ne avevo fatto esercizi di nessun tipo. Semplicemente mi ero alzata, avevo fatto colazione e avevo passato la maggior parte del tempo a sistemare le mie cose, molto lentamente, quasi a voler rallentare il tempo. Non sapevo di preciso che ore fossero, probabilmente le 17:30, ed io ero seduta su una panchina di piazza Piazza Vittorio, proprio davanti alla Porta magica con le cuffie nelle orecchie e la testa piena di pensieri. Ancora non mi sembrava vero che ero arrivata alla fine del mio percorso scolastico, mi sembrava ieri quando varcavo quella soglia incantata per la prima volta, adesso invece stavo per iniziare l’ultimo anno. All’interno di quella scuola avevo i ricordi più belli della mia vita e quello sarebbe stato l’ultimo anno, l’ultima occasione di creare altri ricordi che mi sarebbero rimasti indelebili nel cuore e nella mente. Mi riscossi quando nelle mie orecchie sentì il riff di Sweet Child O’ Mine, che mi fece letteralmente saltare dalla panchina, mi alzai dirigendomi alla porta e mi guardai intorno, nel weekend c’era sempre qualcuno che veniva a passeggiare o a passare del tempo in quella piazza così con voce ferma e decisa e facendo in modo che nessuno se ne accorgesse dissi:

-Circolare, qui non c’è niente da vedere!-

La pietra appesa al mio collo brillò per qualche secondo e io presi le mie valigie, feci un respiro profondo e attraversai la porta con decisione.


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#10 Il 11-09-2021 a 00h13

Che classe
albanera
La mia forza è la mia assolutà fragiltà...
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Ylla

Tra casa e scuola


“Sospesa tra cielo e terra”. Non so perché continuo a ripetermi questa frase nella testa quasi fosse un mantra, non ha alcun senso. Forse lo faccio perché mi sento cosi’ vulnerabile, cosi’ poco a mio agio e ho bisogno di concentrarmi su altro per distogliere i miei pensieri reali dalla mia mente. Faccio sempre cosi, sin da piccolina, quando devo affrontare situazioni nuove e non mi sento ben preparata ,penso ad altro per allontanare o meglio alleggerire il peso della novità. E di novità in quest’ultimo periodo ne sono accadute, a cominciare da questo nuovo lavoro che mi era stato offerto in una circostanza fortuita. Una casa vitto e alloggio compresi facente parte della scuola stessa, l’aver scoperto quasi per caso  del mio essere un po’ speciale io che di speciale non avevo mai avuto niente fino a quel momento in tutta la mia vita. Trasparente a qualunque occhio, insulsa negli atti quotidiani della vita. L’unico atto di coraggio che avevo dimostrato in tutti i miei anni vissuti era stato proprio qualche mese prima, quando avevo accettato di cambiare lavoro, di diventare cuoca, anzi aiuto cuoca in una scuola un po’ particolare, cosi mi era stata definita e senza fare molte altre domande, alla fine avevo accettato.
Ed ora eccomi qua, con il sciocco mantra nella testa. Abbasso lo sguardo e incurvo le spalle, quasi a proteggermi dalla luce del giorno e dagli sguardi indiscreti che potrei incontrare strada facendo, anche se solo con la coda dell’occhio, lungo il percorso mi pare che infondo nessun mi passi accanto.


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#11 Il 12-09-2021 a 15h18

Fusion
Nietzsche
Aizawa è tornato Kaneda per colpa del forum. Comunque non sopporta tutto questo rosa
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Elio(s) Colleoni
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La mattina non è cominciata nel migliore dei modi.
Ieri era sono andato a salutare i miei amici prima della partenza:
- Stefano detto Ste, corriere di Amazon che ama dipingere quadri di Parco Sempione
- Jack (in realtà si chiama Jacopo, ma nessuno lo chiama così veramente) il Bello, in onore dell'unico cosplay che abbia mai fatto del personaggio di Borderlands
- Maria la chimica, un po' perché ha studiato chimica e un po' perché ha passato due anni in riabilitazione dopo un'overdose di acidi. Adesso è tornata normale, ma talvolta fa ancora fatica a tenere la concentrazione per più di venti minuti di fila. Mi chiedo come abbia fatto a finire l'università.
Di solito non ci incontriamo mai insieme, ci conosciamo da una vita ma viviamo abbastanza lontani, quindi è un po' un casino far coincidere gli impegni. E poi alla fine succede sempre la stessa cosa quando ci vediamo: finiamo a bere a Lambrate e io, che ho deciso di fare il morigerato, faccio fatica a contenermi.

Certo che non è possibile che dopo tre medie sia già in questo stato... Si vede che sto diventando vecchio.

- Dai che sei l'unico col posto fisso! - mi diceva Jack, offrendomi la terza pinta.
- In realtà non è detto, è come una scuola privata, possono cacciarmi quando voglion...- ho cercato di bofonchiare io, per poi zittirmi. A loro non ho mai spiegato bene la cosa della scuola di magia. Ci ho provato con Maria una volta perché aveva insistito nell'indagare, ma sinceramente non so se se lo ricorda. Ufficialmente insegno lettere, che ridere.

E quindi niente, stamattina mio padre mi ha svegliato con un incantesimo (poteva anche evitare, mi sarei svegliato comunque), ho fatto lo zaino di corsa e ho preso il treno per Roma. Era da qualche giorno che bazzicavo in casa sua, talvolta la uso come base per andare in giro, dato che è a due passi dalla Stazione Centrale. Non sto mai più di una settimana: ci tiene alla sua privacy e detesta il mio disordine, ma sotto sotto gli piace quando passo a trovarlo.
"Appena avrò risparmiato abbastanza, mi compro un appartamento e lo affitto con AirBnb quando non ci sono" penso, mentre scendo a Termini. I Normali non avranno la magia, ma sanno far girare l'economia meglio dei Maghi. Mi parte un tic nervoso alla mano nel sentire la puzza di piscio di Termini e mi rendo conto che devo fumare. Tiro fuori di tasca la sigaretta già rollata, metto le mani a conca e mormoro - Giochiamo con il fuoco -. Ovviamente mi sono dimenticato l'accendino, figurati.
Immediatamente la sigaretta si accende. Sbuffo il fumo di tè dalle narici e mi incammino verso Piazza Vittorio, con l'occhio di uno sbirro che mi segue per qualche attimo. Classico. Un bel - Circolare, qui non c’è niente da vedere - ed entro a scuola. Non vedo l'ora di farmi un bagno per togliermi di dosso l'odore della stazione e cambiarmi i vestiti. Praticamente li ho lasciati tutti qui alla Splendente, non viaggio mai con troppo peso.

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#12 Il 12-09-2021 a 22h40

Che classe
albanera
La mia forza è la mia assolutà fragiltà...
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Ylla


In cammino verso l'edificio

“cosa devo farne di te?”Curioso essermelo chiesto, piu’ e piu’ volte tra il mantra e i pensieri sconnessi, non posso fare a meno di chiedermi cosa devo farne di me. Per un momento, anche se solo per uno solo, mentre mi pongo la domanda, tiro su le spalle finora incurvate sotto un peso invisibile ma pesante. Infondo so cosa farne di me, forse devo provare a essere piu’ indulgente verso me stessa. La mia timidezza, cio’ che appare agli altri non  è realmente timidezza ma una corazza che schiva i colpi e mi permette di non lasciare la mia comfort zone nella quale mi sono rintanata da tempo, per non ferire e per non essere ferita. E’ andata bene finora, mi è stata di conforto, mi ha fatto da protezione. Sarà dura liberarmene ma questa è una nuova vita. L’ho scelta io.” Muovero’ i primi passi in punta di piedi, meno si accorgono di me, piu’ facile sarà per me.” Questo penso, mentre mi incammino ora con passo piu’ deciso ma senza dare nell’occhio. Almeno spero… Andrà tutto bene ma mi sembra una frase infausta... riuscirò a scrollarmi di dosso quest'ansia?


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#13 Il 15-09-2021 a 09h34

Chiacchierona
Verinise
Rainbow Flower! *-*
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Adriel Morgan

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CASA

Come al solito in ritardo. Le lezioni erano cominciate almeno da due giorni eppure io ero ancora a casa a fare le valigie. Del resto era difficile per me ogni volta partire. Stare lontano da casa, dalla mia famiglia, dai miei amici, non mi era affatto facile. Eppure era mio dovere studiare, il mio obbiettivo era imparare quante più cose possibili, anche se avrei dovuto lasciarmi alle spalle tutto il divertimento. A scuola infatti finora non avevo mai pensato ad intrattenermi in qualche modo. Sì, avevo conosciuto qualche persona, ma mai nessuno che potessi definire amico. Passavo la maggior parte del tempo a studiare in camera oppure ad aiutare in cucina. E finora mi era sempre andata bene così. Però... insomma mi era sempre mancato il calore che potevano darmi solo le persone che amavo.
"Chissà." Pensai. "Magari quest'anno riuscirò a fare qualcosa di diverso." Scossi la testa dai miei pensieri e cercai di finire di preparare tutto in fretta. Avevo già salutato i miei amici il giorno prima e dopo essermi fatto accompagnare fino alla stazione Montale-Agliana salutai anche i miei genitori e partii. Per fortuna ci sarebbero volute solo 2 ore e mezze circa quindi cercai di rilassarmi il più possibile e feci anche un pisolino dato che mi ero svegliato molto presto quella mattina. Erano le nove e un venti quando arrivai alla stazione Roma Termini. Senza indugiare oltre mi affrettai a raggiungere Piazza Vittorio Emanuele. Avevo un po' di fame ma pensai che potevo mangiare una volta raggiunta la scuola. A quell'ora la Piazza era brulicante di persone attirate dal bel tempo. Storsi un pochino il naso poi tirai fuori il mio pettine e lanciai un Circolare, qui non c’è niente da vedere e una volta toccata la porta magica mi accinsi ad attraversarla. Per fortuna anche stavolta era andata bene e nessuno mi aveva notato troppo. Velocemente, per quanto la valigia me lo permettesse, corsi verso la scuola. Il mio sesto anno stava ufficialmente cominciando.


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#14 Il 20-11-2021 a 01h09

Fusion
Nietzsche
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Elio Colleoni
PASTICCERIA, POI VIAGGIO NELLA FORESTA


A pomeriggio inoltrato uscii da scuola. Avevo detto alla preside che sarei andato a trovare mia mamma e che lei mi avrebbe ospitato per la notte a casa sua.
In realtà, da che ho memoria, mia madre non ha mai avuto una casa. In qualche modo, potremmo dire che è una senza fissa dimora: quando viaggia per le sue esplorazioni, si fa ospitare da amici, qualche volta si è pagata un albergo, ma non ha mai avuto problemi a dormire in tenda o all'addiaccio. Io non ho mai capito questa sua volontà, ma lei si è sempre sentita "rinchiusa" tra le mura domestiche. Un po' penso sia così, ma penso che, più che altro, non ricordi più come si fa a sentirsi veramente al sicuro in un posto che si considera proprio.
Arrivai al posto concordato, un'anonima pasticceria di Rebibbia, in metro, fortunatamente senza grandi impedimenti (a Roma non si sa mai). Mi presi un cannolo mi fece rivalutare l'intero locale tanto era buono, mi sedetti in un angolo e aspettai che lei arrivasse. Ovviamente, era in ritardo di una mezz'ora buona. Fissai nervosamente il sole che calava lentamente. Aveva deciso di farsi viva proprio il giorno di luna piena, probabilmente senza nemmeno rendersene conto. A ben pensarci, non dovevo essere sorpreso: avevo conosciuto mia mamma all'età di quattro anni e da quel momento era sparita e ricomparsa dopo mesi, qualche volta rubandomi alla custodia di mio padre senza chiedergli il permesso. Come ho già spiegato, non aveva una casa, non rispondeva mai al telefono e sbagliava sempre il giorno del mio compleanno.
Però era consapevole dei suoi limiti e si scusava sempre. Inoltre mi aveva insegnato un sacco di cose: il rispetto per chiunque avessi davanti, l'autoanalisi, l'ironia e le basi di sopravvivenza in quasi qualsiasi ambiente.
Non appena arrivò, la osservai per bene. Erano un paio d'anni che non la vedevo, eppure non era cambiata molto: i suoi capelli biondi erano ormai diventati bianchi, ormai molte rughe le solcavano il viso, ma l'espressione era sempre quella di una donna forte, allegra e piena di fascino, anche se un po' trascurata. E poi non l'avevo mai vista vestita normale, ma sempre in tenute supertecniche (pantaloni da trekking, scarponi, magliette termiche e via dicendo).
- Eliii! - mi salutò, abbracciandomi affettuosamente. Io ricambiai un po' rigido. Ero ancora abbastanza incazzato.
- Ciao mamma - le risposi, staccandomi e sedendomi per finire il mio cannolo. Lei mi guardò con una smorfia simpatica.
- Sì, lo so, lo so. Però dai, non ci vediamo da un sacco...-
- Ho capito, va bene e quello che vuoi, ma ti pare il caso di evitare di dirmi per tipo dieci e passa anni che sono un lupo mannaro? - dissi le ultime parole sibilando.
Lei fece finta di niente, andandosi a prendere mezza dozzina di paste. Non la sopportavo quando faceva così. Tornata, assunse un'espressione rassegnata.
- Aspettavo il momento giusto, ma tu sei cresciuto e hai avuto la tua vita. Sapevo che l'incantesimo di sigillo non poteva durare per sempre, ma per un po' ci ho sperato, dato che mi sembravi così contento, soprattutto adesso che stai alla Splendente. Mi rendo conto che fosse un pensiero sciocco - disse a bassa voce.
Grugnii irritato. C'erano tantissime cose che le avrei voluto dire, anche pesanti, ma non avevo tempo. Con lei, non c'era quasi mai tempo. Feci un respiro profondo e le chiesi di spiegarmi tutto. E stavolta senza dimenticarsi niente. Lei annuì e cominciò.
- Sai, il tuo prozio ti ha sempre considerato una sorta di figlioccio che non ha mai avuto. Tu d'altra parte lo adoravi e gli avevi detto chiaramente che un giorno avresti desiderato vivere le sue avventure. - Beh, l'aveva inteso in senso letterale evidentemente - E così ha pensato di passarti quello che lui, negli anni, aveva cominciato a considerare un dono. Non credo che tu ricordi la sera in cui successe, perché ti cancellammo la memoria - In realtà il latte di unicorno aveva fatto emergere tutto, ma non la interruppi - Lui ti addormentò e poi fece un incantesimo per confonderti, infine ti portò dal suo "branco". Sono persone che lui ha conosciuto nel corso dei suoi vagabondaggi in giro per l'Europa. Di fatto ognuno vive per un po' per conto proprio, ma si riuniscono periodicamente. Insomma, alla fine quello che fecero su di te era una specie di rituale -
Quella parte mi interessava particolarmente.
- Ci sono diversi modi per diventare lupi mannari: il primo è essere morsi. È molto traumatico e pericoloso, molti muoiono nel processo. Il secondo è una specie di sortilegio, utilizzando la pelle di un lupo cacciato appositamente. Sostanzialmente è un patto che si fa con lo spirito del lupo, che rivive parzialmente dentro di te. Di fatto, cambia molto poco nei risultati.
Ad ogni modo, quando mi resi conto che sia tu che lo zio Gianni eravate spariti, ti cercai in tutti i modi, trovandoti solo quando era troppo tardi. Mi disperai, ma ormai il danno era fatto. Qualcosa però si poteva ancora fare: si poteva scendere a patti con la bestia che tuo zio ti aveva impiantato. Non ero sicura che si potesse fare, ma la richiamai con un incantesimo e le chiesi di poter ritardare, almeno per un po', le tue trasformazioni. Le dissi che le cose sarebbero cambiate, col tempo, che il mondo avrebbe accettato anche le persone come voi. Le chiesi di portare pazienza. Lo spirito di quell'animale era in grado di comprendermi, ora che era dentro di te, e così accettò, ma solo per qualche anno. Ancora non so come tu abbia fatto a resistere così tanto, si dev'essere arrabbiata parecchio quando è uscita -
- Io? - sbottai. - Ma se non sapevo nemmeno che cosa era successo! Come avrei potuto avere controllo della cosa?! -
Mia madre scosse la testa.
- Non lo so, Elio, sono così confusa... Comunque ci sono delle cose che devo dirti. Il prozio Gianni è venuto a trovarmi, qualche settimana fa. Mi ha detto che ti aveva visto, ma che non era riuscito a dirti quello che voleva - Ripensai al mio trip e mi grattai la guancia, facendo lo gnorri.
- Prima di tutto, ha detto che tu puoi essere in grado di controllare chi sei, anche quando non c'è la luna piena. In realtà, non so bene che cosa intendesse, sai come si spiega lui.
E poi ha detto di contattare il suo branco. Non mi ha dato indicazioni, ma sa che riuscirai a trovarli -
Quella lunga spiegazione mi aveva letteralmente sfinito. Tra l'altro, era tardi, mi sarei dovuto allontanare in fretta, prima che sorgesse la luna. Eppure, soprattutto quelle ultime parole di mia madre, che in realtà erano di mio zio Gianni, mi avevano veramente confuso. Come avrei potuto controllare quello che diventavo in quelle notti? Ma poi, chi c***o li voleva conoscere quelli lì?
Mia madre, vedendomi scosso, si alzò per andare a pagare. Non feci a tempo a protestare che lei mi disse:
- Non fare storie. Ti accompagno, immagino che vorrai andare in un posto lontano da sguardi indiscreti, giusto? - Alla mia occhiata furente, lei ribattè:
- So benissimo rendermi invisibile, quando voglio. E almeno avrai una mano quando ti risveglierai -

Qualche ora dopo, nella foresta dei troll

La bestia
Finalmente. Mi sei mancata, vita.

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