Vilde Revven
AULA DI LETTERATURA
Il tempo si era fermato un attimo e io non ero più sicura di che cosa stesse succedendo. Poi, però, realizzai.
"Oh, m***a". Ero così fuori di me che avevo pure pensato ad una parolaccia.
Mi staccai dalla presa del ragazzo e gli appoggiai le mani sulle spalle, anche se non sapevo bene cosa fare. Probabilmente ero diventata rossa anch'io. Poi ebbi l'illuminazione. Non era la prima volta che succedeva, in realtà: era capitato che qualche bello e insulso ragazzo volesse divertirsi insieme a me, probabilmente perché ero un'elfa alta. Il più delle volte gli dicevo che Avevano grilli per la testa e li facevo scappare, ma qualcuno tutto sommato lo ritenevo carino e alla fine apprezzavo le sue attenzioni. Erano le poche occasioni in cui mi lasciavo andare, infatti poi puntualmente mi pentivo e cancellavo loro la memoria.
Ma Sirte, la mia spada nonché oggetto magico, era troppo distante: l'avevo slacciata dalla cintura per poter andare a dormire e giaceva a terra sotto il divano.
La rabbia mi assalì. Era successo per la seconda volta che abbassassi la guardia con quel ragazzo, ero veramente imperdonabile. Chissà poi perché lui.
Avrei potuto tirare fuori la spada da sotto divano, ma la faccia sbalordita di Adriel mi fece desistere. Era la prima volta che m'interessava della sorte di uno dei miei sfortunati pretendenti.
Feci un ampio respiro per calmarmi, dopodiché mi rivolsi a lui, sempre senza guardarlo negli occhi.
- Lasciami sola. E non osare dire a nessuno ciò che è successo - sibilai.
Avevo ancora il suo fazzoletto in mano. Le parole mi uscirono in automatico:
- Comunque grazie di essere stato qui con me -