Kokoro Taira
SALA
Nikels conosce già la leggenda, visto che gliel'ho raccontata al nostro primo anno, ma gli altri due ragazzi dissentono; per soddisfare la loro curiosità e la richiesta di Nik, inizio a raccontare:
- Un anziano tagliatore di bambù vede una canna di bambù che risplende nella notte e, tagliandola, trova al suo interno una bambina, grande come un pollice.
L'uomo, che non ha figli, porta la bambina a casa dalla moglie e i due la crescono come fosse loro figlia, dandole il nome di Nayotake no Kaguya-hime*.
Da quel momento in poi, ogni volta che l'uomo taglia una canna di bambù, vi trova all'interno una piccola pepita d'oro; l'uomo capisce che questo fatto soprannaturale è merito di Kaguya-hime. Kaguya-hime cresce felice nella sua famiglia adottiva e diventa una bellissima donna e la famiglia, arricchitasi grazie a tutto l'oro trovato dal tagliatore di bambù, cerca di tenerla al riparo da occhi indiscreti, considerando Kaguya-hime come un tesoro del cielo.
L'eccezionale bellezza della donna, tuttavia, viaggia di bocca in bocca e presto cinque principi si presentano alla porta del tagliatore di bambù, chiedendo alla "principessa splendente" di scegliere uno di loro come suo sposo. Kaguya-hime, che non ha intenzione di legarsi ad alcuno, escogita per loro cinque prove impossibili.
Il primo dovrà portarle in dono la sacra ciotola del Buddha, il secondo un ramo del leggendario albero dal tronco d'oro e foglie d'argento, il terzo la pelle di un topo di fuoco dalla Cina, il quarto il gioiello dai molti colori posto sul capo di un drago e, infine, il quinto la preziosa conchiglia nascosta nella pancia di una rondine.
Comprendendo l'impossibilità delle richieste, il primo torna con una preziosa ciotola comprata da un tempio, ma la principessa nota che non emana luce santa; il secondo, dopo aver cercato l'albero, si arrende e lo fa forgiare da abili gioiellieri, ma oltre al dubbio della principessa è tradito dai gioiellieri che ancora aspettano di essere pagati; il terzo compra il tesoro da un cinese, ma quando porta la pelle alla principessa a questa basta gettarla nel fuoco per capire che non è autentica; il quarto si arrende, dopo aver rischiato la vita nella ricerca del drago; il quinto perde la vita nel tentativo di afferrare la rondine.
Avendo sentito parlare della straordinaria bellezza della fanciulla, lo stesso imperatore del Giappone va a visitarla e se ne innamora; tuttavia Kaguya-hime rifiuta anche le sue proposte, nonché di recarsi a palazzo con lui.
Sopraggiunta l'estate, la principessa sospira spesso alla luna e, infine, confessa di provenire da lì, di essere una donna della luna; inoltre, dice che a metà della stagione aspetta la visita dei suoi concittadini, degli esseri celestiali che la ricondurranno casa, dopo esserne stata lontana così tanti anni.
Si capisce così perché Kaguya-hime non potesse accettare nessuna proposta, nemmeno quella dell'imperatore: se ne sarebbe andata, poiché non apparteneva al nostro mondo.
Il giorno designato, l'imperatore innamorato invia molti soldati a impedire che ella sia portata via, ma questi sono tutti accecati dalla luce emanata dagli esseri celestiali; Kaguya-hime, prima di tornare sulla luna, lascia una lunga lettera di scuse, la sua veste fatta di fili d'oro per i vecchi padre e madre adottivi e una goccia di elisir della vita (che dona l'immortalità a chi lo beve) per l'imperatore.
La Principessa splendente indossa poi una stupenda veste fatta di piume magiche che le permette di volare e le fa anche dimenticare il tempo trascorso sulla Terra, così torna senza alcun rammarico a casa sua, sulla luna.
Subito dopo la partenza di Kaguya-hime, i genitori si ammalano, mentre l'imperatore, ricevuti i lasciti della principessa, si reca sulla montagna più alta del suo impero per bruciare lettera ed elisir della vita.
Secondo la storia, il nome della montagna, Fuji, deriva dalla parola "immortalità", mentre i kanji, che si leggono "montagna ricca di guerrieri", si riferiscono all'esercito dell'imperatore che scalò la montagna accompagnando il proprio sovrano.
Inoltre, si diceva che il fumo che sale dalla cima del monte (all'epoca più vulcanicamente attivo di oggi) derivi dall'elisir che brucia ancora oggi. - concludo la storia con un piccolo sorriso, notando gli sguardi persi di almeno due dei miei ascoltatori.
- Ho scelto il nome Kaguya perché, come la principessa splendente, la mia spada sia salda e giusta.
Non leverò la mia lama, se non contro chi mi sta assalendo e non mi farò guidare dai miei desideri personali nel brandirla, di qualsiasi natura essi siano. - spiego, cercando di far comprendere loro quali sentimenti e intenti mi abbiano guidata nella scelta del nome.
Dopo il racconto, complice anche l'ora tarda e la lunga giornata, iniziamo tutti ad avvertire la stanchezza, così decidiamo di rientrare in dormitorio.
Di comune accordo, puliamo tutto e, raccolte le nostre cose, ci incamminiamo (ben attenti a non farci beccare, visto che il coprifuoco è già in vigore)