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Forum- My Fashion girl.it, gioco di moda! Gioco di ragazze e per ragazze!

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#176 Il 13-11-2021 a 22h41

Superstar
blairwnice
Senti NANA... ❤
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Isabella Grimaldi
accampamento


l'ansia cresceva ad ogni istante, il professore non tornava e senza di lui cavarcela era ancora più difficile, Koko si era inoltrata nella foresta.. stavamo li in attesa di un qualcosa, bella o brutta che sia ma mi sentivo alquanto impotente. Continuavo a stare rannicchiata vicino al fuocherello rimuginando sugli ultimi accanimenti, la mi amente come al solito non smetteva di generare pensieri e sviluppare congetture.. "certo che non potevo finire in questa scuola in un momento migliore" penso sarcastica..

Dopo qualche tempo si intravede Koko tornare con il ragazzo che vedevo per la prima volta, era un po malconcio.. ma i problemi arrivarono poco dopo


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#177 Il 14-11-2021 a 00h50

Fusion
Nietzsche
Aizawa è tornato Kaneda per colpa del forum. Comunque non sopporta tutto questo rosa
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La bestia
FORESTA
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La bestia aprì gli occhi per la prima volta e osservò la pallida luce lunare. Si sentiva estasiata, perché viveva davvero. Anni aveva passato a dormire, sperando un giorno di svegliarsi. Sognando, ascoltando, annusando, ma senza poter provare veramente nulla di quello che sentiva.

Finalmente. Finalmente poteva ululare. E lo fece, cantando alla foresta e alla luna il suo desiderio di esistere.
"Sono qui adesso! Grazie!" sembrava voler dire, con quel suo lamento che sembrava non finire mai. Dopo aver dato sfogo alla gioia, un altro sentimento si impossessò della bestia, cioè la curiosità. Si osservò: era ricoperta di pelo nero, con una folta coda. Pur sentendo una forza immane, era emaciata, forse a causa del suo lungo sonno. Camminava agilmente sia a quattro zampe - che più che zampe erano lunghe dita artigliate - che alzandosi sulle due posteriori, raggiungendo così quasi i due metri e mezzo di altezza, mentre a terra al garrese arrivava al metro e mezzo. Si tastò il volto: aveva un muso lungo, orecchie appuntite, zanne acuminate. Toccandole, la bestia sentì anche qualcos'altro. Era furiosa. Perché era rimasta dormiente così tanto tempo? Non era giusto, lei aveva il diritto di esistere, di correre, di cacciare e dilaniare la preda, non importava chi o cosa. Forse però quello che più sentiva in quel momento era la fame, una fame durata anni.
Non doveva perdere tempo. Si mise subito a quattro zampe, annusando con foga il terreno. Captò subito una traccia che a chiunque sarebbe sembrata maleodorante, ma che per lei non rappresentava altro che la prima occasione per placare la sua rabbia e la sua fame. Cominciò a correre, alla ricerca della fonte dell'odore, e dopo un po' la trovò. Erano creature bipedi, grosse e dall'aspetto feroce. Sembravano far parte di un gruppo più grande, da cui però erano state separate. Questo la bestia non lo sapeva, ma glielo disse il suo naso, perché la scia di olezzo proseguiva ben oltre le due creature.
"Meglio così, le prede vanno isolate per poter essere cacciate."
Fece molta attenzione a non fare rumore, pedinando le due grosse sagome. Una di loro disse qualcosa e, non si sa come, la bestia capì. Stava dicendo di accelerare il passo alla seconda, che però non riusciva a tenerlo. Forse anche loro stavano cacciando? Sentiva la loro ansia.
La seconda preda fu ben presto distanziata dalla prima e rimase isolata. Era l'occasione perfetta. Fece un ringhio basso e sordo, ma udibile dalla creatura, che si girò. Prima che potesse fare qualsiasi cosa, la bestia le saltò alla gola, azzannandola. All'inizio fu difficile penetrarne la pelle dura, anche perché la creatura si dimenava, chiedendo aiuto con un urlo soffocato dalla morsa, ma presto lo strato coriaceo cedette, facendo fuoriuscire un liquido denso. La bestia non si accorse nemmeno di quello che stava facendo, ma aveva già cominciato a divorarla, anche se la creatura si dibatteva ancora debolmente. Concentrata com'era nel suo primo banchetto, non si rese conto che all'ultimo che la seconda creatura era tornata indietro. Fortunatamente il suo urlo di battaglia la costrinse a spostarsi, altrimenti si sarebbe beccata sul cranio una mazza chiodata.
Adesso si trovava di fronte all'altra creatura, che pareva pronta all'attacco. Le due si fissarono con aria animalesca, pronte a colpire. La bestia era più veloce e fu la prima ad attaccare, ma la creatura era più forte, perciò riuscì a strapparsi la creatura di dosso, anche se con grande fatica, e a lanciarla contro un albero. La bestia picchiò la schiena con violenza, sentendo il dolore per la prima volta. La scarica di adrenalina che provò glielo fece dimenticare momentaneamente e la fece rendere conto che bisognava stare attenti, perché anche le bestie come lei si potevano ferire. Il suo avversario, o meglio la sua preda, non stava meglio: per liberarsi dalla morsa, si era comunque ferito e il sangue gli sgocciolava sul braccio, causando ulteriore frenesia alla bestia, che cominciò ad indietreggiare, girando attorno alla creatura e nascondendosi parzialmente tra le ombre della notte. La grossa sagoma si guardava intorno, cercando di capire dove fosse finita la bestia, ma prima che potesse accorgersene questa era già dietro di lei, saltandole addosso e afferrandole saldamente la nuca con le fauci. La grossa creatura urlò, cercando disperatamente di togliersi di dosso quella morsa dietro la testa, andando a sbattere contro rami, massi e infine rotolandosi per terra. La bestia si fece male, ma non mollò, anzi aumentò la forza sul collo della creatura, finché non sentì qualcosa spezzarsi. A quel punto, la creatura smise di muoversi e la bestia, un po' ammaccata ma vittoriosa, potè godersi il suo pasto.
Non era però ancora sufficiente a placare la sua fame e la sua rabbia. Toccò appena le interiora - al massimo se le sarebbe godute dopo - e tornò ad annusare in giro. Voleva assolutamente finire il lavoro, anche se sentiva le botte che si era presa. Naso a terra, cominciò a seguire la traccia lasciata dalle grosse creature. Insieme ad essa, ce n'era un'altra, meno penetrante ma allo stesso tempo quasi più gustosa.
Chissà cosa avrebbe trovato.

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#178 Il 14-11-2021 a 11h39

Moderatore
Calliope98
"L'eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai"
Luogo: Roma
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Jasmine Alfieri

ACCAMPAMENTO


Ci sedemmo tutti accanto al fuoco e iniziammo a mangiare e parlare delle possibili cose da fare al ritorno di Colleoni.
Io ne approfittai anche per chiedere scusa ad Isabella, non pensavo avesse la fobia dei serpenti, le spiegai come mai potevo tramutarmi e le dissi che non lo facevo praticamente mai se non in situazioni di assoluta necessità.
Dopo tornai a concentrarmi sui discorsi che stavamo facendo.

Quando Koko si propose di andare a cercare il professore che era via da tanto anche io, come gli altri cercammo di dissuaderla nell’andare da sola, ma alla fine ci lasciammo convincere anche se Nik preferì aspettarla all’inizio del sentiero che aveva imboccato. Tornò dopo un po’ di tempo e con lei non c’era Colleoni, ma Adriel, era messo male e Nik fu svelto ad usare degli incantesimi di guarigione, ma i veri problemi arrivarono dopo.

I troll avevano seguito il loro prigioniero è adesso erano arrivati a noi, Nik lanciò alcuni incantesimi, ma solo uno sembrò andare a buon fine e io mi ricordai le parole di Colleoni

-Gli incantesimo non funzionano benissimo su di loro, nel caso gli incantesimi elettrici sono particolarmente efficaci perché li spaventano e li indeboliscono-

Quelle parole riecheggiarono nella mia mente, conoscevo solo un incantesimo di quel tipo, ma era un incantesimo a livelli ed io non lo avevo mai lanciato, non sapevo neanche se fossi abbastanza potente da farlo funzionare quanto bastasse per aiutarci in quella situazione eppure dovevo provare.

Mi concentrai cercando di focalizzarmi su un obiettivo ben definito, i troll e con voce ferma e seria pronunciai:

-Il lampo che candisce / alberi e muro e li sorprende in quella / eternità d’istante-

La pietra appesa al mio collo brillò e dal cielo ecco piovere fulmini che colpirono i troll.
Non sapevo quanto ci potesse servire, ma di sicuro ci dava un po’ di tempo in quanto i troll sembravano spaventati e noi potevamo preparaci al meglio per scappare o precarie i a difenderci come si deve.


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#179 Il 14-11-2021 a 14h45

Che classe
albanera
La mia forza è la mia assolutà fragiltà...
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Ylla
Corridoio-poi cucina

Quella mattina, dopo aver messo da parte vecchi ricordi innescati  dal vissuto in cui tutti noi ci trovavamo a condividere, mi recai con decisione dalla preside dando la mia disponibilità per una lezione di cucina a tutti quei ragazzi che lo volessero, cosi da tenerli occupati e magari distogliere anche solo per brevi tratti dal periodo infausto che si trovavano a vivere, reclusi quasi in una sorta di limbo che era la scuola e dal quale difficile era uscirne data la barriera magica di protezione che ci avvolgeva e che se da un lato ci proteggeva da aggressioni esterne, dall’altro ci vedeva suoi “prigionieri”. La preside, donna di grande esperienza ma anche di grande umanità, aveva acconsentito anche con un certo sollievo(preside)-le lezioni ,come ben saprà sono sospese data la quasi totale mancanza di professori. Tenerli occupati anche solo per qualche ora in una qualche lezione seppur atipica, credo non possa assolutamente nuocere. Anzi…- si sembrava sollevata ancor di piu’ quando le proposi di consumare il loro pranzo, fuori nel parco. Sempre con le dovute accortezze che il caso voleva in quel momento.(preside)- Ylla, sono sicura che starà molto attenta a che nessuno si faccia male. So che terrà gli occhi vigili su di loro. Quando ho accettato che venisse qui da noi, sapevo tutto di lei e dei suoi trascorsi ma sapevo anche che non si era fatta scrupolo di mettere in gioco la sua vita pur di salvare quei bambini. Questo, unito al fatto che fu “graziata” con i poteri magici che le furono concessi, mi spingono a credere in lei. Faccia pure come ritiene piu’ giusto fare.- concluse a bassa voce, confermando il suo appoggio con una pacca delicata sulla mia mano. Felice di potermi render utile in un qualche modo, accettai ben volentieri anche l’aiuto di alcuni prof,(parte di quei pochi rimasti) che mi avrebbero affiancata nella lezione in cucina e soprattutto all’esterno dove quattro occhi se non di piu’ ci vedevano meglio di un paio solo. Quando giunsi infine nella cucina, cominciai a preparare l’occorrente tra pentole, casseruole e ingredienti vari e a posarli sul bancone da lavoro. Odorai le mie spezie nei vasi disposti sulla mensola accanto alla finestra e cominciai a mondare le cipolle e le carote, cosi parte del soffritto fosse pronto. In quel momento udii su per le scale lo scalpitio di passi dei ragazzi e quelli un po’ piu’ decisi del loro professori e mi preparai ad accoglierli- Buongiorno a tutti- salutai con un sorriso di benvenuto.


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#180 Il 14-11-2021 a 17h43

Moderatore
Artemis97
Scrivetemi pure per: GDR, problemi, bug, contatti con l'amministrazione
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Nikolas Axel Fox-Lombardi

ACCAMPAMENTO



Sento Jasmine evocare i fulmini e li vedo scagliarsi contro i troll, che si spaventano. Grazie alla loro momentanea disattenzione, riesco a lanciare qualche altro incantesimo per prendere tempo. Ancora col braccio disteso esclamo -Indietro e Fuori dai piedi!-. Non so quale abbia funzionato, ma indietreggiano di qualche passo. Meglio che niente. È vero che sui troll solo la metà circa degli incantesimi funziona, ma nulla mi impedisce di lanciarne il doppio. So che è un po' inutile quello che sto facendo, ma non sono mai stato uno da incantesimi di attacco. Preferisco difendere. Il che è una cosa stupida, ma quale incantesimo potrebbe funzionare contro i troll? Quindi meglio rallentarli, nel frattempo.

Onestamente, non sono così forte da poter lanciare decine di incantesimi di fila e sto iniziando ad essere un po' stanco, dopo aver camminato tutto il giorno, quindi sto iniziando a fare un po' cilecca, ma non ho intenzione di fermarmi ora. -Ragazze, se qualcuna di voi ha un'idea migliore di farli arretrare, è la benvenuta. Non so quanto ancora posso prendere tempo- dico in modo un po' urgente, guardandole con la coda dell'occhio. Continuo a lanciare quello che mi viene in mente e sento che la fronte inizia a imperlarsi di sudore. Un A gambe all’aria, un Fare le acrobazie, poi Toccare il fondo e Tutti giù per terra. Qualcosa funziona, qualcosa no: i troll cadono e si rialzano dopo pochi secondi. Loro avanzano e io arretro, cercando di proteggere gli altri col braccio libero. Completamente inutile, ma è un po' un gesto spontaneo, come quando sto per attraversare la strada con le mie sorelle e vedo arrivare una macchina. Alle mie spalle ho due maghe che sanno cavarsela benissimo anche senza il mio aiuto e non due bambine, ma è difficile combattere l'istinto. Abbasso il braccio e stringo il pugno.


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#181 Il 14-11-2021 a 18h00

Prezzemolina
Clio79
Quello di cui ho bisogno per sopravvivere è il dente di leone che fiorisce a primavera.
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Kokoro Taira
ACCAMPAMENTO


Mentre Nikels cercava di arrestare l'avanzata dei troll con diversi incantesimi, ne lanciai uno su entrambi.

-Gimme Shelter- pronunciai chiaramente e l'agenda attaccata alla mia cintura brillò di una luce intensa.

Eravamo i più vicini all'imbocco della foresta, perciò una protezione contro le mazze di quei mostri ci era necessaria, qualora fossero riusciti ad avanzare.

Subito dopo aver lanciato "l'incanto scudo", sento Nik esclamare:

-Ragazze, se qualcuna di voi ha un'idea migliore di farli arretrare, è la benvenuta. Non so quanto ancora posso prendere tempo- mentre continua a lanciare incantesimi.

I troll avanzano e il mio amico, in evidente difficoltà, solleva un braccio a mo' di protezione, continuando a tentare di trattenerli.

"Pensa, stupida di una volpe.
In teoria, dovresti essere furba!" mi dico, con un crescente senso di allarme.

Poi, l'illuminazione.
Faccio appello a tutte le mie energie per dare vita a due incantesimi in rapida successione.
I troll sono tre, due di grandi e uno di piccole dimensioni: troppi perché degli studenti abbiano qualche possibilità; sento l'istinto urlarmi nella testa di trasformarmi e scappare, perché le forze in campo sono impari e quello che sembra attenderci è la morte.
Tuttavia, scappare non è un'opzione.
Meglio, scappare da sola non è un'opzione.

Mi soffermo solo per un secondo a guardare i miei compagni, tutti impegnati secondo le loro abilità e conoscenze ad affrontare la comune minaccia che vorrebbe schiacciarci e scavo un altro po' dentro di me, alla ricerca di energie che mi sembra di non avere.

-Boom!- grido, rivolgendo l'incantesimo verso gli alberi e i massi più vicini ai troll.

So che le piccole esplosioni o i pezzi di legno e roccia non saranno abbastanza per fermarli, ma la polvere sollevata ci darà una copertura per iniziare la ritirata.

- Prendete Adriel e correte più veloce che potete! Noi vi seguiamo - urlo a Jasmine e Isabella e faccio un cenno d'intesa a Nik.

-Fare centro- dico chiaramente, pensando con intensità ai detriti sparsi in giro e ai troll come loro bersaglio.

Una scia di sangue inizia a colarmi dal naso e se Nikels non avesse la prontezza di afferrarmi, probabilmente cadrei a terra, tuttavia non distolgo la concentrazione dall'incantesimo.

Piano, iniziamo ad indietreggiare, finché non ci ritroviamo ai margini del bosco.
Solo a quel punto mi permetto di cedere e perdere il controllo della magia, mentre aiutata da Nik iniziamo anche noi a correre per il bosco.


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#182 Il 14-11-2021 a 18h03

Che classe
albanera
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Ylla
Cucina


Doveva andar bene proprio tutto a quei ragazzi, anche una lezione di cucina pur di uscire dalle loro camere. Infatti malgrado tutto ,risposero a gran voce al mio saluto con una tale gioia che mi riempi’ il cuore. In tempi normali, non si sarebbero nemmeno preoccupati di capire chi ci fosse nel retro della sala mensa, si sarebbero limitati a scegliere il loro pranzo, si sarebbero seduti ai loro tavoli e avrebbero fatto baldoria tra un boccone ed un altro senza curarsi di sapere chi avesse preparato le pietanze sui loro vassoi. Ma al momento questo non mi disturbava affatto, anzi. Mi affrettai a salutarli e a spiegare grossomodo cosa avremmo fatto in quel posto, a cosa servivano i vari pentolini, casseruole e spezie da usare e infine l’utilizzo dei vari arnesi da lavoro, dai cucchiai, ai mestoli per finire ai coltelli di diversa lama a seconda che fossero utilizzati per il pesce, per tritare o per tagliare i vari tipi di taglio di carne. Ne avevo uno in mano, in quel momento, affilato e di dimensioni ragguardevoli visto che doveva esser impiegato per un buon taglio di carne. (Irina)-buongiorno a lei, chef- Non so né come né perché, ma quel saluto mi indispettì alquanto.
Non perché avesse aggiunto “chef” in senso quasi dispregiativo. In fine dei conti ero una cuoca, che male c’era?. Ma ricordavo che alcune ore prima avevo conosciuto una donna in sala, che sembrava una versione piu’ edulcorata e remissiva della donna che avevo ora difronte e che mi girava intorno quasi a volermi sbeffeggiare. Era la stessa persona. Stessa capigliatura, stesso abbigliamento, Stessi occhiali smisurati per il suo ovale, ma era quasi raccapricciante. Il sorriso dismesso e infelice della sera precedente, ora era stato sostituito quasi da un ghigno- buongiorno Foscari- risposi quasi piccata evitando volutamente di aggiungere professoressa e enfatizzando il saluto con il coltello tra le mani e la lama rivolta verso il suo bel faccino(questo gesto pero’ fu del tutto involontario). La donna abbasso’ con molta calma la lama verso il basso e sempre con atteggiamento sornione e beffardo aggiunse(Irina)- stia attenta con quella lama! Abbiamo già diversi problemi. Una cuoca assassina non ci serve!- e rise apertamente allontanandosi da me e raggiungendo un gruppo di ragazzi poco distante.  Sentii la mia mano tremare e poggiai immediatamente il coltello sul bancone, quasi a voler prendere le distanze ma sentii montare dentro di me, molta, moltissima rabbia. Dovevo assolutamente controllarmi. Poteva aver benissimo essersi svegliata col piede sinistro.


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#183 Il 14-11-2021 a 18h33

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blairwnice
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Isabella Grimaldi
accampamento


e fu il caos in pochi attimi, i troll erano incredibilmente resistenti, vedevo gli sforzi dei ragazzi andare persì per metà e il loro fisico piano piano indebolirsi, era davvero allarmante la situazione, forse avevamo sottovalutato i troll forse avere più professori dalla nostra sarebbe stato l'ideale "ma dov'è Colleoni perchè tarda".. il mio istinto mi diceva di scappare ma il mio corpo non collaborava.. la luce del sole li rallenta.. continuavo a pensare come un mantra a quelle parole pronunciate dal professore qualche ora prima.. poi un'idea azzardata mi passò per la testa.. mi ricordai della mia prima lezione con Colleoni e la pallonata in faccia preceduta dal bagliore esposo dal mio anello misterioso, forse se mi trovassi in pericolo si attiverebbe, forse potrebbe essere un diversivo, quanto basti per prendere le distanze portare via Adriel, ora come ora era davvero difficile trasportarlo mantenendo in passo serrato...

poi le parole di Koko - Prendete Adriel e correte più veloce che potete! Noi vi seguiamo -

ma queste non bastarono.. così sfidando il mio stesso istinto iniziai a correre verso i troll

Ultima modifica di blairwnice (Il 14-11-2021 a 19h03)


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#184 Il 14-11-2021 a 19h02

Fusion
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La bestia
FORESTA, ACCAMPAMENTO


La bestia continuava ad inseguire la scia lasciata dalle altre tre creature, anche se un po' rallentata dalle contusioni precedenti. Non era però ancora stanca, anzi, si sentiva più viva che mai. La notte era ancora lunga e c'era tempo prima di esaurire tutte le energie.
Alla fine, arrivò ad una sorta di radura. C'era una gran confusione: sembrava che le creature stessero combattendo con delle altre più piccole.
"Umani" pensò. Chissà come faceva a saperlo.
Gli "umani" riuscivano in qualche modo a rallentare le creature, in una maniera che la bestia non comprendeva completamente, ma era consapevole essere pericolosa. Aspettò quieta dietro gli alberi che lo scontro finisse. Sentì un'esplosione vicino alle creature ("Troll", ecco il loro nome) più grosse che l'allarmò e vide alcuni rami e massi crollare su di loro. Sentiva l'odore degli umani allontanarsi e lasciare i troll un po' tramortiti. Era l'occasione perfetta. Ma prima che potesse fare altro, un'altra umana cominciò a correre verso i troll. Rimase così in attesa, incuriosita dal vedere che cosa avrebbe fatto.

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#185 Il 14-11-2021 a 20h01

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blairwnice
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Isabella Grimaldi
accampamento


volevo davvero scappare con tutte le mie forze, ma quando mi resi davvero conto della mia azzardata scelta capii di essere davvero una bella cretina.. mi ritrovai a pochi passi da quei bestioni, ora sembravano ancora più grandi. Li guardvo a bocca spalancata, erano davvero enormi e terrficanti.. non ci volle molto per fargli capire che ero sotto i loro nasi. I loro occhi erano fissi su di me, mi sentivo come la pecora di fronte al lupo.. uno di loro il più grande alzò il braccio e con esso un'enorme mazza chiodata, ma definirla mazza era molto riduttivo, indietreggiai involontariamente ma ormai era tardi.. chiusi gli occhi e mi portai le mani a ripararmi la testa. Con tutta me stessa pregai qualsiasi entità che l'anello si attivasse.. in realtà era il tutto un incognità, era successo solo altre due volte e non era stato nulla di volontario o programmato, ora iniziavo a dubitare ancor di più della mia decisione.

mi uscì un urlo spontaneo alla vista della mazza che si abbattava nella mia direzione, ma poi successe, l'anello, prima iniziò a vibrare pesantemente e ad emmettere un forte calore che poi si tramutò in luce, un bagliore immenso che coprì i nostri nemici, sicurante sarebbe durato poco, ma sperai in uella manciata di minuti di differenza che ci avrebbero garantito la via di fuga -correteeeee- mi fiondai in direzione dei miei amici per poi raggiungere Jasmine che a fatica riusciva a sorreggere Adriel, così mi portai il braccio del ragazzo intorno al collo e lo aiutammo nella fuga. Nik e Koko erano dietro di noi a coprirci le spalle. Camminiamo a passo svelto ma non avevo considerato il fatto che più mi allontanavo dal pericolo e più l'effetto difensivo svaniva, avevamo davvero forse un paio di minuti,  prima di sorbirci le conseguenze di quella bravata


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#186 Il 14-11-2021 a 20h40

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La bestia
VICINO ALL'ACCAMPAMENTO, FORESTA


La bestia era veramente stupita da quanto stava vedendo. Per poco aveva pensato che l'umana sarebbe stata abbattuta, e invece dalla sua mano era fuoriuscita una luce accecante che aveva lasciato i troll ancora più storditi dalla precedente esplosione. Il gruppo di umani si allontanò in tutta fretta, lasciando le grosse creature in balia di loro stesse. Adesso era arrivato il momento.
C'era un troll che, indietreggiando dal raggio di luce, era finito un po' più lontano dagli altri. Era piccolo, alto quasi quanto la bestia quando stava sulle zampe posteriori. Rapida, lo trascinò via, prendendolo per la collottola con le sue fauci. In un attimo era finita. Non c'era nemmeno stato gusto, forse era un esemplare ancora giovane e inesperto. Gli altri due ci impiegarono un attimo prima di accorgersi che il loro compagno era sparito. La bestia, a quel punto, si nascose. In due erano troppi e lei era ferita, sarebbe stato un rischio troppo grosso. Osservò nelle tenebre le due creature cercare il troll più piccolo, trovarlo morto, urlare e ricomporsi dopo qualche attimo, facendo una cosa strana: si misero a battere le mazze a terra in modo ritmico, dopodiché presero un grosso coltello e gli tagliarono la testa, abbracciandola entrambi.
"Celebrano la sua morte e portano a casa quello che resta di lui" si disse mentalmente. Eppure non era sicura di come lo sapesse.
I troll a questo punto non continuarono con l'inseguimento, ma tornarono indietro. La bestia li seguì, incuriosita. Cercavano i loro compagni lasciati indietro e, dopo un po', li trovarono, tutti nelle medesime condizioni. Altre urla, altro rituale, altre teste tagliate. Alla fine se ne andarono, proseguendo però in una direzione diversa da quella da cui erano arrivati. Sembrava che stessero rinunciando alle loro prede.
La bestia si disse che anche per lei era abbastanza, almeno con i troll. Gli ultimi rimasti, peraltro, erano enormi, sarebbe stato veramente molto difficile abbatterli senza lasciarci la pelliccia. E poi aveva già abbastanza da mangiare. Anche se l'odore di quegli umani era veramente delizioso, avrebbe ripreso la loro traccia per vedere se magari...
"Magari cosa? Fermati".
Ma perché si sarebbe dovuta fermare?

In poco tempo, era di nuovo sulla pista giusta. Era un gruppo di cinque persone, tre femmine e due maschi, di cui uno sembrava abbastanza malmesso. Sarebbe stata la preda più facile, ma purtroppo era il più protetto, sorretto dall'umana che aveva usato emanato quella luce e circondato dal resto della comitiva. Certo, forse sarebbe riuscita a prendere uno dei più esterni. Il più vicino era l'altro maschio. Bastava che facesse soltanto un passo falso e sarebbe stato inghiottito dall'oscurità o, per meglio dire, da lei.
"NO!" pensò improvvisamente. Ringhiò per il fastidio. Che cos'erano quei ridicoli pensieri che ostacolavano la sua fame e la sua rabbia? Ignorò quel ridicolo impulso e si concentrò sulla sua preda, che però, udendo il suo ringhio, si era girata verso di lei.
Che l'avesse vista? Sembrava di sì, perché stava avvisando gli altri. La bestia stavolta aveva avuto un tempismo terribile. Se tutti erano allertati, non avrebbe potuto mai predarli da sola. Al momento, però, un branco non l'aveva, perciò avrebbe dovuto rinunciare. Si ritrasse nell'ombra e s'incamminò furtivamente, senza il minimo rumore, tornando ai resti delle sue precedenti prede.
Di sicuro ci sarebbero state altre occasioni.

Cucù

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#187 Il 14-11-2021 a 22h26

Prezzemolina
Clio79
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Kokoro Taira
FORESTA


Sentii il cuore perdere qualche battito alla vista di Isabella che sfrecciava dritta dritta incontro ai troll, ma si fermó del tutto quando la grande mazza ferrata venne ruotata sulla testa del mostro e scagliata contro la ragazza.
Tuttavia, prima del fatale impatto, una potente luce scaturì dall'anello che la giovane portava sempre con sé, stordendo i nostri nemici e permettendo a lei e a noi tutti di fuggire a gambe levate.
O meglio, il più velocemente che potevamo: tutti noi eravamo sfiniti ed Adriel, oltre alla stanchezza, era anche ferito.

Non sentivo più i pensanti passi e le urla feroci dei troll, ciò non di meno non ero tranquilla; mi sentivo osservata... anzi, no.
Era una sensazione molto più agghiacciante.

"Braccaata, ecco. Mi sento braccata. Che quei mostri abbiano trovato alche stratagemma per non farsi sentire?" pensai, accelerando istintivamente il passo.

Passò un po' di tempo, la situazione sembrava tranquilla... finché non sentii Nik gridarci di fare attenzione; saltai letteralmente in aria, osservando come il mio amico si frapponnesse tra noi e una specie di grosso (quanto diamine è grosso, accidenti!) animale.
Ci mettemmo subito in guardia, pronti a combattere nonostante la stanchezza, ma il predatore decise di ritirarsi senza attacarci.

- Grazie ai Kami - sussurrai, tirando un sospiro di sollievo.

Ci prendemmo un attimo per tranquillizzarci, poi e nonostante il sangue scorresse ancora in fretta per la paura, riprendemmo il cammino.

La cosa migliore era sicuramente uscire dalla foresta.
Così, un po' fiutando i nostri odori e un po' cercando le nostre tracce, aiutata dagli altri con una lunga serie diNon perdere la bussola, riusciummo ad emergere ai confini della foresta.


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#188 Il 14-11-2021 a 22h53

Chiacchierona
Verinise
Rainbow Flower! *-*
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Adriel Morgan

FORESTA poi verso la Scuola

Pensavo di essere ormai spacciato, ero ferito, non riuscivo a camminare da solo e non potevo più scappare. I rumori di passi si facevano sempre più vicini. Chiusi gli occhi sperando che mi avessero ucciso subito e provando il meno dolore possibile. Fui così sollevato quando sentii la voce di Kokoro. Sorrisi e quasi piansi per la felicità, non ero mai stato così contento di vedere un'altra persona. Purtroppo però non c'era tempo per i convenevoli dato che i troll mi stavano realmente cercando. Ci nascondemmo come potemmo e tramite uno stratagemma e un incantesimo la ragazza riuscì a distrarre le creature facendole così allontanare permettendoci di allontanarci. Sorreggendomi a lei raggiungemmo un piccolo accampamento dove Nikolas, Jasmine e un'altra ragazza che non conoscevo mi vennero incontro. Nikolas fu quello che si preoccupò più di tutti e mi lanciò addosso diversi incantesimi di guarigione. Cominciai a sentirmi un po' meglio anche se ancora la ferita alla testa grondava di sangue che io tamponavo insistentemente con un fazzoletto. Mi sedetti come svuotato di ogni energia e avrei voluto rilassarmi un poco. Come non detto. I troll ci avevano trovato e raggiunto. Cominciò una battaglia tra noi, semplici studenti, contro almeno tre dei troll che mi avevano tenuto segregato. Lanciai un qualche Fare Centro cercando di scagliare delle pietre contro i troll. Ero però decisamente troppo stanco per poter essere di grande aiuto. Osservai anche impotente quando la ragazza che non conoscevo si mise di fronte ai troll. Avrei voluto aiutarla, avrei voluto proteggerla con un'incantesimo anche se non ero in grado, troppo impaurito, traumatizzato e spaesato. A quanto pare anche il professore Colleoni doveva essere con il gruppo ma al momento non si vedeva da nessuna parte. Quando la mora stava per essere abbattuta da una delle mazze chiodate dei troll mi alzai istintivamente reggendomi a malapena e avendo un capogiro. Mi sentivo inutile. Con mia sorpresa da qualcosa che indossava la ragazza scaturì una luce che ci permise di scappare. Lei e Jasmine mi aiutarono a camminare ed allontanarci. Cercai di muovermi e non intralciare il passo come potevo quando sentii qualcosa dietro di me. Mi voltai per poi tornare a guardare avanti.  Ero senza fiato. Quella creatura mostruosa... Basta, non ce la facevo più. Arrivato al limitare della foresta sentii ogni forza lasciarmi con la testa che mi pulsava per il dolore. Vedevo le mura della scuola, ormai dovevamo essere al sicuro. Svenni. Troppe emozioni in un solo giorno.

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#189 Il 14-11-2021 a 23h12

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Nikolas Axel Fox-Lombardi

ACCAMPAMENTO, poi FORESTA



Ormai non so più che pesci pigliare e sono anche un po' a pezzi. Dopo questa, mia madre mi ammazza. Anzi: conoscendola, sarà super contenta del fatto che io abbia testato i limiti della mia magia. Mio padre... ecco, lui un po' meno. Già lo sento gridare -Potevi restarci secco Nikolas, cosa ti è passato per la testa? Damn Nikolas... you're so grounded right now!*-. In effetti meglio non dirglielo. Però è vero che non ho più idee e fra un po' sarò troppo debole per lanciare incantesimi.

L'urlo di Koko mi risveglia dai miei pensieri e noto che ha lanciato un incantesimo, che va a colpire i massi e i tronchi vicini, creando dei detriti che poi lancia verso i troll. La vedo crollare per un attimo e la prendo al volo prima che caschi. Iniziamo ad indietreggiare lentamente, quando vedo Isabella fare un balzo in avanti. Ma vuole farsi uccidere per caso? Non riesco ad afferrarla prima che arrivi davanti ai troll e rimango per un attimo paralizzato dalla paura, con il braccio ancora un po' sollevato. Vedo un troll che la sta per colpire con la sua mazza, sento lei urlare e cerco di lanciare un incantesimo, quando il suo anello sprigiona una luce molto forte che disorienta per un attimo i troll. Miracolosamente, abbiamo il tempo di fuggire, per quello che le nostre condizioni fisiche ci permettono. Adriel è ferito, io sono a pezzi e Koko è sfinita, ma anche Isabella e Jasmine sono stanchissime.

Sono così stanco, che quasi non mi accorgo di un ringhio alle mie spalle. Mi giro di scatto e per un attimo mi si gela il sangue nelle vene. Non so come, riesco a trovare la forza di gridare alle altre di fare attenzione e tutte si mettono (nuovamente) in guardia, pronte ad affrontare qualunque animale ci voglia attaccare. Forse scoraggiato dal fatto che adesso siamo tutti in guardia, fortunatamente si allontana. Tiriamo un sospiro di sollievo e ci riprendiamo un attimo dallo spavento. Ecco, questo non mi conviene dirlo, neanche a mia madre.

Grazie all'olfatto di Koko e a qualche Non perdere la bussola lanciato a turno, riusciamo a ripercorrere i nostri passi fino ad uscire dalla foresta, dopo ore di camminata. A quel punto, davvero non ce la faccio più. -Ragazze, datemi un attimo: non sono allenato, io!- ridacchio un po'. Non so se qualcuno ha creduto alla mia battuta (sicuramente non Koko), ma non voglio farle preoccupare ancora di più. Mi accascio a terra per riprendere fiato e mi passo una mano tra i capelli. Mi asciugo il sudore e all'orizzonte, illuminata ormai dalle prime luci dell'alba di giovedì, vedo la scuola, bella come non mai. Sono uno di quelli a cui piace ricominciare la scuola, ma giuro di non essere mai stato così felice di rivederla. Se avessi le forze, riderei.

Mi volto verso gli altri per un secondo e vedo Adriel svenire. -Diam...- mi allungo di scatto e riesco non so come a prenderlo prima che batta la testa per terra, anche se un po' all'ultimo secondo. -Beh ragazze, se mi date altri cinque minuti di riposo me lo carico in spalla... ma non rifiuto un aiutino- dico, guardando le altre. Dopo ben più di cinque minuti, in cui tutti ci riposiamo seduti a terra, ci alziamo e a turni di due ci passiamo le sue braccia sulle spalle e lo trasciniamo verso scuola. Complice anche la stanchezza, ci vuole più tempo del previsto per arrivare e attraversare di nuovo la barriera, nello stesso punto in cui 24 ore fa siamo usciti con Colleoni proprio per cercare Adriel.

A proposito, ma Colleoni?



*Diamine Nikolas, sei così in punizione in questo momento


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#190 Il 15-11-2021 a 00h50

Fusion
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La bestia
FORESTA


Passarono lunghe ore prima che la bestia si sentisse soddisfatta del suo pasto. Com'era doveroso, attorno ai cadaveri dei troll si era formata una calca di ospiti: cornacchie, volpi e altri animali che arraffavano quello che potevano, dopo che lei si era servita. La bestia glielo lasciò fare, come se concedesse una grazia. Come ogni predatore che si rispetti, i lupi sono magnanimi quando si tratta dei resti di ciò che mangiano e lei non era da meno. Terminata l'abbuffata, era tempo per un'ultima corsa, prima che il sole sorgesse.
Le prime luci dell'alba cominciarono a baluginare e la bestia sentì una forte malinconia. Era tempo di andarsene, ma sapeva che sarebbe tornata.
Un raggio di sole illuminò la sua pupilla e lei si sentì morire pian piano. La forza l'abbandonò, i peli cominciarono a staccarsi, la coda a restringersi.
In un rantolo, seppe che era finita.



Elio Colleoni
FORESTA

Mi svegliai di soprassalto per il freddo.
Mi guardai intorno e la confusione più totale s'impossessò di me.
Dov'ero? Che cos'era successo? Mi ricordavo solo vagamente della sera prima...
I miei studenti, i troll, Morgan! Tutto cominciava a ritornare gradualmente. Io ero stato male, se non sbaglio avevo vomitato, ma poi? Ero svenuto?
Adesso in realtà mi sentivo bene, anche se sentivo un dolore sordo in diverse parti del corpo. E poi avevo un freddo cane. Ma dov'era finita la giacca? Mi osservai per qualche attimo e mi resi conto di due cose.
La prima è che ero completamente nudo. E questo vabbè, salvo un po' d'imbarazzo era il meno. Non era peggio del rave a cui avevo conosciuto Mic per la prima volta e in cui quasi... Ma ero completamente fuori quel giorno (e anche lui), quindi non c'era da stupirsi, soprattutto conoscendolo.
La seconda è che ero ricoperto di enormi lividi e, soprattutto, sangue. Mi vennero i brividi. Il sangue non era mio perché non avevo ferite, se non qualche piccolo taglio, quindi doveva essere di qualcun altro. Mi venne in mente il racconto dello zio Gianni, quando lui si era accorto di essere un Mannaro, ma sapeva di non aver fatto male a nessuno, perché il sangue che aveva trovato su di sé era suo. Qualcosa si contorse dolorosamente nel mio stomaco e fui scosso da altri brividi.
- Calma e sangue freddo - dissi in automatico e mi sentii subito meglio. Questo significava una cosa sola. Tastandomi i capelli mi tranquillizzai: il laccio per capelli del prozio era ancora lì, integro. Quello almeno non l'avevo perso. Certo, a quel punto ero sicuro che mi fossero cresciuti i capelli di almeno tre dita, la coda era più lunga rispetto a qualche giorno fa. Anche la barba era più ispida, ma fortunatamente non in maniera tragica.
Battendo i denti, mi concentrai. Dovevo pensare ad una cosa alla volta, come mi diceva sempre mio padre. Con un Di punto in bianco feci comparire mutande, calzini, una maglia a maniche lunghe e un paio di pantaloni. Erano diversi da quelli con cui ero partito, ma sempre neri come mio solito. La giacca fu più difficile: la mia bella giacca a vento era sparita chissà dove, ma non sarei mai riuscito ad evocarne una uguale, anche perché non ne conoscevo i dettagli, così rimediai con un pile. Anche le scarpe erano un bel problema, perché non avevo idea di come fossero fatte dentro un paio di sneakers, ma fortunatamente con un po' di immaginazione riuscii ad evocare delle sorta di All Star. Un po' inadatte per lunghe camminate, ma dovevo accontentarmi.
Frizionandomi le braccia, cominciai a perlustrare la zona. Non sapevo bene dove cercare, eppure mi sembrava che i miei piedi sapessero dove andare, come se conoscessero la foresta. Dopo pochissimo, ritrovai il primo cadavere. Se avessi mangiato qualcosa, probabilmente sarebbe uscito fuori di fronte a quella vista: era un troll, o perlomeno quello che ne restava. Aveva la testa tagliata (probabilmente gliel'avevano portata via i compagni come omaggio alla famiglia) e il corpo era orribilmente martoriato, dilaniato in più punti e, in altri, completamente divorato.
Impallidii. Come poteva essere successo? Avevo un sospetto che avrebbe spiegato tutto, tutto quello che mi era accaduto negli ultimi giorni, ma avevo paura delle conseguenze. Corsi febbrilmente tra gli alberi, alla ricerca di altri corpi. Ne trovai tre, tutti di troll e tutti nelle medesime condizioni. Nessuna traccia di esseri umani, fortunatamente. Forse c'era speranza. Infine, trovai quello che restava dei miei vestiti. Erano vicino ad una radice che riconobbi come quella su cui mi ero seduto la sera prima ed erano, naturalmente, completamente distrutti. Era veramente un miracolo che il laccio del prozio Gianni mi fosse rimasto in testa.
O forse no.
Forse non poteva fare altrimenti, data la mia natura.
Perché ora non avevo più alcun dubbio su questo. Ero diventato un Lupo Mannaro.
Forse ero troppo stanco per provare tristezza. Mi sentii solo... vuoto, come se avessi avuto un buco in petto. Era tutto finito. Non sarei più stato un insegnante, ma di nuovo un reietto della società, come lo zio. La prospettiva mi rese apatico, tanto da non chiedermi più nemmeno com'era potuto succedere, dato che - come dire - non ero di certo stato morso da un Licantropo nell'ultimo mese. Sarei tornato a dormire per strada, probabilmente in uno di quei paesini di montagna abbandonati in cui mi sarei potuto nascondere durante la luna piena. Risi, pensando che alla fine forse mio padre non aveva tutti i torti a sorprendersi che fossi addirittura riuscito a trovare un posto alla Splendente.
Beh, non potevo perdere tempo, no? La mia futura vita da barbone, così simile a quell'oscuro periodo della mia adolescenza, stava per cominciare. Uscii dalla foresta e percorsi un pezzo del tratto di strada che avevamo fatto all'andata, quando Taira cercava le tracce dei troll e io riuscivo a mia volta a captarne l'olezzo come se fossero stati dietro l'angolo. Merito di questo stupido naso da lupo, evidentemente. Dopo non so quanti chilometri, mi decisi a pronunciare un Precipitevolissimevolmente, che mi fece procedere più spedito, ma ero troppo stanco e presto rinunciai, continuando a camminare ciondoloni. Ero quasi a metà strada (o almeno così credevo), quando scorsi una figuretta corrermi incontro a tutta birra, fermandosi giusto a una cinquantina di centrimeti dalle mie gambe.
- Elio! Sta bene? Per Agrippa, eravamo tutti preoccupatissimi - era la preside, seguita da un gruppetto di altri professori.
Le sorrisi stancamente. Sarebbe stato un lungo racconto, ma era meglio cominciare subito. Via il dente, via il dolore, no?
Feci per dire qualcosa, ma lei mi anticipò:
- Elio, lei ne ha passate di tutti i colori. Adesso faccia la nanna, ne parliamo più avan... -
Non feci nemmeno a tempo a sentire la fine della frase che crollai in un sonno profondo, come non lo era da giorni.

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#191 Il 15-11-2021 a 12h13

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Camera di Irina, la sera prima

Irina non era mai stata molto coraggiosa, ma era una persona fondamentalmente altruista. Quando aveva sentito i muri della scuola vibrare e quel rumore incredibile penetrarle in testa e farla sprofondare nel panico, aveva pensato prima di tutto ai suoi studenti. Eppure, non riusciva a muovere nemmeno un muscolo, se non le palpebre, dalle quali scendevano lacrime silenziose. Poi però aveva deciso di non arrendersi. Che cosa avrebbe fatto quella persona? Doveva dimostrarsi risoluta e pronta a reagire, altrimenti che figura avrebbe fatto? Se fosse andata avanti così, non avrebbe mai avuto speranze di farsi notare. Aveva cercato in tutti i modi di concentrarsi per trovare un qualche incantesimo che la liberasse e, alla fine, era riuscita a trovare degli incantesimi di calma che l'avevano aiutata a fare qualche passo e a muoversi lentamente verso le aule. Alla fine, il rumore era passato e lei aveva ricominciato a respirare normalmente, liberando finalmente la sua angoscia in un pianto vero e proprio. Poi, dopo il peggiore possibile degli scenari, cioè quello in cui si era mostrata in quelle condizioni proprio da chi non doveva vederla conciata così - ma come diceva sempre la sua mamma, la sfiga ci vede benissimo, anche con i migliori presagi - era riuscita a scendere, ad aiutare e a rendersi utile, una cosa che le riempiva il cuore di gioia e tranquillità. Era stato un brutto colpo quando aveva sentito il nome di Adriel Morgan: era uno studente dolce e remissivo, per certi versi un po' le somigliava. "Chissà che cosa gli faranno quei bruti" aveva pensato, mentre consegnava le vivande alle varie classi. Poi, però, per sbaglio era caduta. Le capitava abbastanza spesso: non aveva avuto la fortuna di nascere di un'altezza quantomeno decente come le sue sorelle, perciò andava sempre in giro con i tacchi, ma nonostante la pratica la sua goffaggine non era affatto migliorata. Così si era beccata i sonori insulti del vicepreside. Ancora una volta, si era dimostrata una sciocca, incapace di completare il più semplice dei compiti. Era scappata in camera, dove aveva prosciugato le ultime lacrime, ed era rimasta con il naso gocciolante a guardare lo splendore della luna e delle stelle, facendo dei lunghi respiri ad occhi chiusi per calmarsi. Quando aveva riaperto gli occhi, aveva però intravisto qualcosa muoversi sul suo balcone.

Si era avvicinata e aveva aperto la porta-finestra. Davanti a lei c'era un giovane veramente bellissimo. I suoi lineamenti bagnati dalla luce lunare apparivano levigati come pietra lavorata, i suoi capelli gli incorniciavano perfettamente il viso, i suoi occhi quasi rilucevano, dandogli un'espressione curiosa e attenta. Non era sicura di che età avesse: poteva essere uno studente degli ultimi anni, oppure avere la sua età. Anche lei, in fondo, sembrava molto giovane. Non le sembrava, comunque, di averlo mai visto.
Il giovane sorrise con simpatia e aspettò che Irina si soffiasse il naso che le stava ancora gocciolando, dopodiché disse:
- Tutto bene? -
Lei annuì, sentendosi arrossire. Finora nessuno gliel'aveva chiesto ed era proprio assurdo che il primo a farlo fosse un giovane che non aveva mai visto, appollaiato sul suo balcone.
- Adesso va meglio, grazie... Ma sei uno studente? Dovresti scendere, gli altri sono tutti giù - ripensò al trattamento che aveva appena ricevuto e tirò su col naso.
Il giovane scosse la testa e rise.
- No, no, affatto, non sono di questa scuola. Una volta la frequentavo, però. Tu sei una professoressa, giusto? -
Lei quasi si indispettì per il commento.
- Certo che sì! Ti sembro forse una studentessa? - chiese, a metà tra il piccato e lo scherzoso.
Un'altra risata del giovane la fece sorridere involontariamente a sua volta. Era veramente bello.
- Oh no, si vede che hai un'aria responsabile, però sembri giovane. Si vede che sei brava, altrimenti non ti avrebbero assunta - Irina arrossì come un peperone. Nessuno le aveva mai fatto i complimenti in modo così genuino. Il giovane la fissò e disse:
- Allora forse posso chiedere a te... O preferisci che ti dia del lei? - forse era ironico, ma Irina si schermì subito, replicando:
- Ma ti pare, dammi del tu. Tra l'altro io mi chiamo Irina -
Il giovane sorrise felice e poi riprese a parlare, con aria più seria.
- Ok Irina. Io sono Lelouch. Ero in giro da queste parti, poco fuori dalla scuola, finché non ho sentito un frastuono incredibile e ho visto delle bestie gigantesche entrare. Volevo nascondermi, così sono salito fin qui. Posso entrare? Volevo andarmene, ma mi sentirei più sicuro all'interno della scuola, almeno per la notte -
Irina si strinse nelle spalle, incerta. Capiva i sentimenti del giovane e lei l'avrebbe fatto subito, ma non poteva decidere da sola.
- Dovrei chiedere al vicepreside prima... - mormorò, pensando alla faccia del vecchio caprone se avesse chiesto il permesso per far rifugiare un giovane sconosciuto.
- È sempre Severi? Auguri, faccio meglio ad andarmene - disse il giovane, pronto a scavalcare le inferriate.
Irina si riscosse subito vedendolo allontanarsi.
- No! Voglio dire... Entra pure. E poi scusa, siamo al secondo piano, come pensi di scendere? -
Lelouch fece un ghigno innocente.
- Beh, i maghi trovano sempre un modo, no? E comunque sono agile. Ma grazie per avermi fatto entrare - le disse, accarezzandole una spalla. Irina si sentì di nuovo tingere di rosso le guance e sperò proprio che lui non la vedesse, mentre lo faceva entrare.

Si vergognò subito dello stato in cui era la sua stanza.
- Non fare caso al disordine, sono terribile - si scusò, ma il giovane le rispose prontamente: - Quale disordine? - Lei fece una risatina nervosa, chiedendogli se voleva un tè. Il giovane accettò e lei preparò il bollitore con l'acqua, scaldandola pian piano con A qualcuno piace caldo. Nel frattempo, Lelouch si era seduto sul suo letto, accavallando le lunghe gambe con grazia. Quando lei gli porse la tazza, lui la prese con particolare attenzione.
- Mi scotto molto facilmente - spiegò con semplicità.
Sorseggiarono il tè in silenzio. Irina si accorse che il giovane continuava a fissarla. Si sentì intimorita e, allo stesso tempo, lusingata. Aveva avuto solo una relazione, ma si rendeva conto di quando qualcuno la guardava in un certo modo. Forse Lelouch aveva capito, perché distolse lo sguardo e assunse un'aria imbarazzata.
- Scusami, non intendevo metterti a disagio - disse, passandosi una mano tra i capelli. - È che obiettivamente sei carina. Dico a farmi entrare e tutto il resto - si affrettò a completare.
Irina rise. Sembrava quasi più goffo di lei.
- Non ti preoccupare - gli rispose con aria divertita. - Anche tu sei molto carino. Ad avere chiesto il permesso, intendo - Stavano flirtando? Troppe emozioni in un giorno solo, ma a questo punto non le interessava più.
Il giovane le fece spazio sul letto e lei si sedette. Si sentiva impacciata, ma abbastanza serena, salvo il cuore che le batteva forte. Il giovane era veramente ammaliante nei suoi modi, ma era incredibile come non imponesse in alcun modo la sua presenza. Anche se era uno sconosciuto, lei non si sentiva affatto in pericolo.
- In realtà sei molto bella in generale. E un po' ingenua - sentì dire al suo fianco. Guardò Lelouch come ipnotizzata: aveva degli occhi bellissimi, con dei riflessi quasi rosso/rosati. Non sapeva che cosa rispondergli. Lui la fissò molto a lungo e lei lo sentiva avvicinarsi pian piano.
Sapeva che cosa stava per succedere, ed era effettivamente molto strano: stava accadendo tutto troppo in fretta, eppure non riusciva a pensare che ci fosse nulla di sbagliato.
Lui era ormai a pochi centimetri dal suo viso.
- Posso chiederti una cosa? - le sussurrò, circondandola con le braccia.
Lei annuì impercettibilmente.
- Mi aiuteresti a conquistare la scuola? -
Irina aggrottò le sopracciglia. Non era certo quello che si aspettava. Ma prima che potesse rispondergli, Lelouch la morse.
Un dolore lancinante si propagò lungo il collo e la testa, ma durò solo qualche attimo, prima che sopraggiungesse una sorta di piacevole sonnolenza. Annebbiata, Irina cercò di capire che cosa stesse succedendo. Sentiva il peso del giovane sul suo corpo e una forte pressione al lato destro del collo, dal quale sentiva defluire il sangue.
Che sciocca che era stata. E ingenua, come aveva detto Lelouch. Non si era conto di avere di fianco un vampiro, e adesso lui le avrebbe succhiato via la vita.
"Ben ti sta, sei la solita" pensò e le venne da ridere, ma tutto ciò che uscì dalle sue labbra fu un gorgoglio strozzato.
Non sarebbe mai diventata una brava veggente, né avrebbe mai potuto dire a quella persona che cosa provava. Sarebbe morta così, senza una grande dignità, facendo entrare un vampiro a scuola. Si rese conto del terribile guaio in cui si era cacciata. Sarebbe stata perlomeno pianta dalla sua famiglia, o il disonore sarebbe stato troppo grande?
Eppure, non sentiva le forze abbandonarla, anzi. Era anzi come se si sentisse più potente. E allo stesso tempo, i suoi pensieri cambiavano: chi se ne importava di quella stupida scuola e della sua famiglia? Forse sarebbe sopravvissuta e allora sì che avrebbe vissuto come voleva lei. Certamente basta con le profezie spedite alla RAI per Paolo Fox, la pagavano pure una miseria.
Dopo un tempo che non riuscì a definire, Lelouch si staccò dal suo collo, asciugandosi la bocca con un fazzoletto tratto di tasca. Le sorrise sardonico.
- Bella quasi quanto buona, Irina -
Lei lo guardò di sottecchi, aspettando. Si rendeva conto di che cos'era successo: lui l'aveva trasformata in vampira. Non era sicura di come si sentisse. Da una parte era arrabbiata, dall'altra quasi non le interessava, tuttavia sapeva, per qualche misteriosa ragione, che non sarebbe riuscita a a ribellarsi al controllo di lui. Il morso aveva creato un legame tra di loro, un legame a cui lei non sarebbe riuscita a sottrarsi facilmente.
- E quindi? - sbottò lei, dato che Lelouch non accennava a parlare.
- Irina, ti prego - disse lui con calma serafica. Il suo atteggiamento era cambiato da prima: sembrava quasi beffardo. - Prima di tutto le cose importanti: come ti senti? -
Irina lo fissò sarcastica.
- Bene, tranne che sono morta -
Lelouch rise di gusto.
- Beh, più o meno. Se fossi davvero morta adesso non staremmo parlando. Ad ogni modo, vedo dal tuo atteggiamento che ti sei ripresa in fretta. Adesso ascoltami. Prima ero serio: mi aiuteresti a conquistare la scuola? -
- Perché dovrei? - chiese lei, sorridendo amabilmente.
Lelouch assunse un'espressione irata. - Perché non puoi farne a meno, ovviamente - disse e Irina sapeva che era vero. Era come se si sentisse soggiogata da quel giovane (che poi giovane probabilmente non era). Lelouch cominciò a spiegarle che cosa avrebbe dovuto fare, cioè trovare un modo per mordere studenti, insegnanti e, soprattutto, la preside. Lei lo ascoltò, annoiata ma con attenzione: se avesse fallito, probabilmente lui l'avrebbe uccisa. Alla fine, Lelouch le sorrise in modo seducente e lei non poté fare a meno di ricambiare. Nonostante tutto, continuava ad essere molto bello e lei ne era comunque ammaliata. Prima di salutarla, il vampiro si avvicinò, stringendola a sé e dandole un lungo bacio. Lei se lo godette, perché lo desiderava, ma sapeva che non l'avrebbe mai perdonato per ciò che aveva fatto.
Avrebbe comunque fatto ciò che doveva.
"Perché non posso farne a meno".

Il caro Lelouch

Ultima modifica di Nietzsche (Il 15-11-2021 a 17h47)

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#192 Il 15-11-2021 a 21h38

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Buonasera a tutt*

Anche questo evento è finito! Arriverà anche per questo il riassunto /modules/forum/img/smilies/epingle.gif


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