SALVE A TUTT* E BENVENUT* A QUESTO EVENTO DI NATALE

In questo evento, forse riusciremo a svelare qualche segreto...!

DURATA DELL'EVENTO

Questo evento sarà aperto da oggi pomeriggio fino a domenica 9 gennaio compresa.

TEMPO E LUOGO DELL'EVENTO

Il tempo dell'evento, come già detto, NON scorrerà come nella realtà (quindi nessun problema se qualcuno si dovesse assentare per diverse ore di fila). In questo evento il tempo della storia, della finzione sarà diluito su più giorni, generalmente così suddivisi (in caso di cambiamenti, ci aggiorniamo in corso d'opera) :
-Il primo giorno all'interno dell'evento è VENERDÌ 17: in questo e nei giorni seguenti (fino a circa il 22/23) ci possiamo scambiare auguri e, volendo, regali. Inoltre, se ci sono questioni in sospeso da vecchie role, questo è il momento per sistemarle!
-Ci sarà poi un salto temporale a fine mese (circa 29/30), in cui vedremo di svelare qualcosa su Irina.
-Se ci sarà tempo, ci sarà anche la festa di Capodanno, senza però le preparazioni del primo evento, ma solo la festa vera e propria.
--> Tutte le le parti di questo evento andranno ruolate in questo topic, quindi non dobbiamo spostarci! In caso di bisogno, darò delle indicazioni generali con il mio pg
--> Potete accordarvi privatamente se volete ruolare con un determinato pg

REGOLE

Pochissime ma importanti!

-Dato che il tempo scorre come vogliamo noi, non siete obbligat* a controllare costantemente questo topic e a garantire una presenza costante, MA postate almeno un messaggio al giorno nella durata dell'evento. Il che significa che se volete scrivere venti messaggi al giorno, va benissimo, ma se volete scriverne solo uno o due, va bene uguale!
-Unica avvertenza/eccezione è se il vostro pg viene interpellato. Se la mancanza di una vostra risposta blocca il gioco, è oggettivamente un problema, QUINDI: se il vostro pg sta parlando con un altro pg e voi vi dovete fisicamente allontanare per diverse ore, avvertite la giocatrice/il giocatore con cui state ruolando e, se riuscite, concludete la discussione con il pg.
-NO doppi post. Questo lo sappiamo tutt* ma preferisco ribadirlo. Se dovete aggiungere qualcosa, modificate il messaggio!

INOLTRE

-Tutte vanno avanti nella storia --> questo significa salti temporali, incontri, scene d'azione e tutto il resto
-Tutte postano ALMENO un messaggio al giorno (lo ribadisco, ma è importante) --> se non si riesce per motivi VALIDI, si avvisa sul gruppo o sul forum ALMENO il giorno prima, così che tutte siano informate (per la motivazione potete contattare anche solo me in privato, se non volete dirlo a tutte)
-Tutte scrivono messaggi di almeno quattro righe DA PC (o il doppio da cellulare) --> se capita che un messaggio su dieci sia un po' meno, non è un problema, ma non possono essere tutti corti, altrimenti non si va avanti

Si deve PRESTARE ATTENZIONE a quello che viene detto e scritto e alle decisioni che vengono prese in gruppo sulla trama della storia. LEGGETE BENE i messaggi delle altre prima di postare il vostro, altrimenti rischiate di scrivere cose che sono in contraddizione con quelle scritte nei messaggi precedenti. Prima di inviare un messaggio, CONTROLLATE sul gruppo se qualcuno ha detto che sta scrivendo, perché un vostro messaggio potrebbe creare problemi ad un'altra persona, che dovrà modificare il suo per farlo coincidere.

Chi non rispetta queste regole verrà avvisato una prima volta. Successivamente, ulteriori provvedimenti verranno presi, a seconda di ciò che è stato sbagliato. In caso, anche l'espulsione dall'evento.

Se avete dubbi riguardo qualcosa, prima di postare SCRIVETEMI!
Vi rimando al Regolamento del GDR e al Regolamento generale del forum

-o-

Per qualsiasi cosa, sono disponibile in privato! Entrerò spesso per controllare, quindi non fatevi problemi a scrivermi

Elio Colleoni
CAMERA DI ELIO



Nell'ultimo mese i giorni si erano susseguiti senza particolari fatti degni di nota. Certo, eravamo tutti un po' tesi dopo quanto successo a ottobre, anche se cominciavamo a considerarlo un incidente strano, ma ormai superato.
Per quanto mi riguardava, di lì a qualche giorno sarebbe nuovamente stata la luna piena. Sarebbe stata la mia terza trasformazione... La mia seconda non era andata male, ma avevo comunque un'ansia terribile di ciò che sarebbe potuto succedere. Fortunatamente, era il momento in cui gli studenti cominciavano a tornare a casa per le vacanze, perciò trascorre la notte della domenica fuori non sarebbe stato un problema, dato che il giorno dopo non avrei avuto lezione.
In realtà, non ci stavo pensando così tanto al momento, perché la mia testa era presa su altro. La sera prima, infatti, avevo ricevuto un messaggio da Mic:

Bella Nox, domani pome passo con i Cam* a trovarti. Mi aspetto un caldo benvenuto come regalo di Natale See ya

La storia con i siren* era finita da circa una settimana e Mic era rimasto veramente male, si vedeva dal numero di doppi sensi triplicato.
Comunque, non avevo preso un bel nulla a nessuno, ma tanto non ci eravamo mai fatti regali, salvo magari un paio di birre da condividere. Ero contento, soprattutto perché avrei rivisto la Merkel stavolta, anche se - essendo vicino al plenilunio - mi sentivo abbastanza uno schifo. A dirla tutta, non avevo ancora parlato della mia nuova "condizione di salute" alla band e non sapevo se l'avrei fatto, sebbene sapessi che erano persone molto aperte. Lo stigma dei Mannari era però bello peso, quindi comunque temevo un po' per questo "coming out".
Ovviamente, Mic non aveva detto a che orario sarebbero arrivati e non aveva più risposto ai miei messaggi (il solito ca**one). Sapevo solo che sarebbe stato al pomeriggio, dopo l'ultima lezione. Avevo quindi fatto colazione con tranquillità e adesso stavo andando in classe. Fortunatamente avevo finito con largo anticipo interrogazioni e verifiche, quindi l'ultimo giorno prima delle vacanze sarebbe stato abbastanza rilassante: ripasso, chiacchierata con gli studenti e poi qualche compito simbolico, giusto per non dimenticarsi come si usava la magia durante le vacanze.


*diminutivo di Camaleonti Cosmici

Nikolas Axel Fox-Lombardi

STANZA


Finalmente anche l'ultimo giorno di lezione è finito. È stato un po' più blando del solito, niente verifiche né interrogazioni vere e proprie, giusto la professoressa di italiano ha fatto qualche ultima domanda per far recuperare delle insufficienze. Per il resto, raccomandazioni, compiti a casa e auguri di buone feste.
Dopo pranzo, sono rientrato subito in camera, per posare i libri e dare una sistemata alla mia scrivania, piena di appunti e riassunti per le interrogazioni dei giorni scorsi. Devo anche dare una bella pulita prima di partire, la mia metà stanza è un macello. Sicuramente uno dei contro del passare tanto tempo in camera, a differenza del mio compagno di stanza che sembra essere sempre fuori per un motivo o per l'altro.
Comunque, devo organizzare anche la mia partenza e avvisare i miei del giorno, orario e luogo di arrivo. In teoria potrei prendere il treno domani mattina, ma ho deciso qualche giorno fa che quest'anno me la prendo un po' comoda (tra l'altro devo ancora fare la valigia). Penso che partirò mercoledì per evitare il pienone del 23, così magari riesco anche a fare un giro in centro uno di questi giorni, devo anche comprarmi il biglietto del treno.

YLLA
SALA MENSA


Il mio umore cupo ,la mia tristezza spariva nel periodo natalizio, non perché avessi grandi amicizie con cui condividere le festività, né perché avessi una famiglia con cui festeggiare(tranne la mia mamma da cui era sempre meglio allontanarsi in certe occasioni che starle vicino) ma era il periodo in sé con tutti i suoi colori e l’umana specie così presa tra regali e festeggiamenti a farmi sentire un po' meno sola. Non faceva eccezione nemmeno quest’anno malgrado tutto…
L’abete enorme che riempiva la sala mensa cominciava a far sfoggio di sé non solo per i suoi addobbi ma anche per i pacchi doni che vi erano stati posti sotto di esso. Poggiai delicatamente anche il mio. Erano dei dolci secchi, pasticceria mordi e fuggi e svariati tipologie di panettoni e pandori monoporzione che avevo tenuto ben in mente seguendo i gusti piu’ svariati di chi abitava in quella scuola. Poggiai l’enorme cesto spontaneamente accanto ad una cassa enorme di spumanti e birre di vario tipo(dono che seppur non firmato ero sicura di saperne la provenienza. Chiara era comunque la sua firma nel suo anonimato) .In realtà, nemmeno il mio recava il mio nome, non ne aveva bisogno e strafare non mi sembrava necessario. Un dono era un dono…

Kokoro Taira
STANZA DI KOKO E VILDE

Il profumo del vischio e dell'agrifoglio saturava piacevolmente l'aria e un clima allegro si respirava in ogni angolo della scuola; quest'oggi si sono tenute le ultime lezioni, anche se nessuno ha prestato davvero attenzione a quei professori che sul serio hanno cercato di spiegare qualcosa.
Per fortuna, la maggior parte dei docenti ha saggiamente deciso di dedicare la propria ora a ripasso e auguri.

Mi guardai intorno, di ritorno in stanza, notando con un certo divertimento gli studenti muoversi frenetici per i corridoi addobbati a festa; anch'io ero toccata dall'allegria che accompagnava le feste, accresciuta dal cessare di alcune preoccupazioni.
Il rapporto con Vilde non era ancora tornato quello di un tempo, ma dopo il nostro litigio riuscivamo ad essere civili; la mia famiglia, che sentivo regolarmente, sembrava aver ritrovato un minimo di serenità e si stava preparando alle feste con animo più sereno.
Tutto questo contribuiva a tranquillizzarmi  abbastanza da riacquisire un certo controllo sulle mie mutazioni: non ero ancora riuscita a riottenerne del tutto il controllo, ma la situazione era in netto miglioramento, grazie anche agli esercizi di meditazione che avevo preso ad eseguire di nuovo con regolarità.

"Non vedo l'ora di fare una capatina fuori dalla scuola per comprare tutti i regali.
Magari potrei chiedere a Nik di accompagnarmi...
Devo anche scegliere il suo regalo e darglielo prima della sua partenza." pensai, entrando in stanza.

Mi sedetti alla scrivania e iniziai a fare una lista delle persone a cui avrei voluto fare un dono e ad appuntarmi le idee che avevo avuto in quel momento.
Dopo un minimo tentennamento, alla fine della lista, scrissi anche il nome di Vilde : forse era l'occasione giusta per ricucire un altro po' questo strano e complicato rapporto.

Jasmine Alfieri
STANZA DI JASMINE E ISABELLA

Era stato un periodo molto pesante per me, dal rapimento di Adriel le cose erano migliorate e anche di tanto, almeno all'interno della scuola, al di fuori invece la situazione era ancora molto tesa.
Nonostante si iniziasse a pensare che ciò che era successo ad ottobre fosse solo uno strano incidente il mondo magico era ancora in subbuglio, mio padre in una delle mie ultime visite a casa mi aveva raccontato che il Consiglio aveva deciso di aprire una piccola indagine e di ispezionare le case di tutti coloro che avevano accesso alle informazioni riservate, membri del Consiglio compresi, ma non mi aveva detto altro, aveva perfino cercato di affibbiarmi una guardia del corpo, decisione alla quale mi ero fermamente opposta.

Il resto del periodo lo avevo passato buttandomi nello studio, era un modo per non pensare e lasciarmi tutto alle spalle, il risultato era stato un leggero, ma soddisfacente miglioramento nel mio incantesimo e voti alti in tutte le verifiche e le interrogazioni.

Adesso le lezioni erano finite, ma io avevo deciso di restare qualche altro giorno, come ogni anno del resto, lo facevo perché vivendo nella stessa città della scuola non dovevo affrontare grandi viaggi, ma quell'anno c'era anche una motivazione in più, era il mio ultimo anno e volevo guastarmi fino alla fine l'atmosfera natalizia della Splendente.

Mi voltai a guardare il letto di Isabella, che probabilmente si trovava in biblioteca, ero stata una pessima compagna di stanza in quel periodo, anzi ero stata proprio una pessima amica con tutti, non ero stata neanche alla festicciola che avevano organizzato, mi sentivo uno schifo e volevo rimediare, quale occasione migliore per i doni di Natale?

Probabilmente visto questo mio allontanamento mi sarei sentita un po' estranea al gruppo, sicuramente avevo perso delle occasioni per stare con loro e legare di più, cosa che mi faceva sentire triste dato che non era la prima volta che qualcuno mi escludeva dal gruppo, certo non pensavo fosse il loro caso, ma io volevo cercare un modo per farmi perdonare, così mi sedetti alla scrivania e iniziai a pensare a cosa regalare ad ognuno di loro.

YLLA
CUCINA DELLA SCUOLA

In realtà gli ultimi giorni che precedevano le festività erano stati concitati per il mio lavoro.  I preparativi per le festività non avevano riguardato solo gli addobbi e l’allestimento dell’albero(faccenda che riguardava tutti,studenti e professori) ma anche la gestione della cucina e un menù più ricco e accattivante che ben si adattava alle prossimità delle feste (questo toccava a noi cuochi). Era l’arrivederci della Splendente a tutti coloro che presto sarebbero andati via per festeggiare ognuno con i propri familiari. Ad oggi,invece il mio lavoro era drasticamente diminuito. Molti ormai erano partiti, pochi erano rimasti e anche loro a breve sarebbero andati via. Nei giorni a venire, avremmo potuto benissimo far la conta di chi sarebbe rimasto, utilizzando solo le cinque dita di una mano o poco di più. Ma questo non voleva dire che anche per quel giorno io non dovessi fare il mio dovere e aggirandomi nella cucina della scuola, sola, notai quanto la temperatura in quella stanza fosse scesa malgrado il termosifone fosse a regime. La solitudine di quei corridoi vuoti, il quasi silenzio innaturale nelle aule ormai vuote e la mia postazione non occupata che solo da me,un pò mi intristirono. -avrai meno da cucinare, meno lavoro per te Ylla. Prendila così- mi dissi a bassa voce, quasi a volermi far compagnia.

Vilde Revven
CORRIDOIO, poi STANZA DI VILDE E KOKO

Alla fine, la lite con Kokoro era giunta a una tregua. Avevo deciso di tornare in camera con lei, anche se il nostro rapporto non era tornato del tutto "come prima": molto tranquille l'una con l'altra, di fatto non ci parlavamo quasi, mantenendo un rapporto più formale che altro.
Era difficile, per me, capire se la cosa mi faceva piacere o meno, ma senza dubbio mi rendeva più facile conviverci. Dovevo però ammettere che il breve scontro con lei mi aveva colpito favorevolmente. Sarebbe stata una valida alleata in un combattimento, se solo l'Ordine degli Sterminavampiri non avesse previsto esclusivamente elfi alti provenienti dalle nobili casate selezionate per questo scopo.

In quel momento, comunque, avevo altro a cui pensare.
La sera prima avevamo avuto l'ultima lezione con la professoressa Foscari. All'inizio non avevo voluto dare ascolto al sospetto che si era insinuato dentro di me, quando l'avevo incrociata la sera della festa: ero scossa e non lucida. Avevo comunque cominciato a osservarla attentamente e mi ero resa conto che qualcosa, in lei, fosse indubbiamente diverso rispetto a qualche settimana prima. Nel mio addestramento, avevo imparato a riconoscere i segni di una presenza vampirica e la professoressa Foscari, indubbiamente, ne possedeva alcuni:
1. Non si faceva mai vedere alla luce del giorno. Gli unici momenti in cui la si vedeva erano la sera, all'ora di cena, e durante le sue lezioni serali. Me ne ero accertata sacrificando con fastidio un paio di giorni di lezione per pedinarla
2. Non aveva più portato gli occhiali per un paio di settimane, poi li aveva sostituiti. Sospettavo, però, che le lenti degli occhiali fossero finte. Mi chiedevo, inoltre, se il riflesso delle lenti aiutasse a cammuffare un eventuale rossore delle iridi, che non avevo più notato
3. Aveva acquisito una notevole leggerezza quando camminava e non aveva più fatto cadere nulla a lezione, segno di un impeccabile coordinamento oculo-manuale. Inoltre era del tutto inaudito che avesse preso al volo una pallina di carta lanciatale da uno studente a lezione e l'avesse messo in punizione con lei. Mi sembrava comunque che lo studente in questione non fosse morto, fatto incoraggiante.
Mentre meditavo su queste cose, entrai in camera e vidi Kokoro intenta a scrivere qualcosa. Ci fissammo per qualche attimo con imbarazzo, dopodiché avanzai per sistemare la mia borsa con i libri. Ero veramente tentata di chiudermi nel mio solito silenzio, ma allo stesso tempo sapevo che confrontarmi con qualcuno mi avrebbe aiutata. In più, nascondere qualcosa a Kokoro non aveva portato a nulla di buono anzi. Così tentennai per un po' e alla fine dissi:
- Ciao. So che è strano da chiedere, ma penso di doverne parlare con qualcuno. Non pensi che la Foscari sia strana, ultimamente? -
Ero abbastanza sicura che la richiesta avrebbe portato a un sacco di domande e mi preparai mentalmente a rispondere ad almeno una parte di esse.

Nikolas Axel Fox-Lombardi

STANZA


Finisco di sistemare la scrivania, metto tutti i fogli sparsi dei riassunti delle varie materie nei rispettivi quaderni e inserisco il resto nelle buste trasparenti che tengo nel raccoglitore ad anelli. Con la coda dell'occhio vedo il telefono illuminarsi e controllo le notifiche. Un messaggio di Clarissa che chiede che giorno parto, Oscar che mi ha mandato un video stupido, i ragazzi da Londra che vogliono sapere se l'ultimo incantesimo che mi hanno detto funziona anche in Italia. Rispondo a tutti e poso il telefono. Ci penso qualche secondo e lo riprendo in mano, lo sblocco e apro la chat di Koko.

Ehi Froggy, nel pomeriggio hai da fare? Pensavo di uscire verso le quattro, dovrei comprare il biglietto del treno e fare qualche altro giro, ti va di venire con me?

Chiudo di nuovo tutto e ritorno al mio lavoro. Rimetto a posto i libri e i quaderni nella libreria (cosa che mi prende più tempo di quanto non voglia ammettere, quando si parla di libri sono piuttosto preciso), butto le penne scariche abbandonate un po' ovunque e svuoto il temperamatite. Quando finisco, sono decisamente soddisfatto, spero che resti così in ordine almeno per le prossime ventiquattro ore...
Ora la parte difficile: pensare ai regali di Natale.

Kokoro Taira
STANZA DI KOKO E VILDE

Stavo rivedendo la lista e aggiungendo alcune nuove idee che mi erano venute in mente mentre scrivevo, quando il trillo del telefono mi avvisó che era arrivato un messaggio.
Sbloccai l'apparecchio, lessi il messaggio e mi affrettati a rispondere:

- My dear knight, come sempre, mi leggi nel pensiero: volevo proprio chiederti di accompagnarmi a fare acquisti!
Che ne pensi di vederci in sala comune tra un paio d'ore? -

Riappoggiai il telefono nel suo sostegno a forma di rana e ripresi a scrivere, attendendo la risposta di Nikels; venni di nuovo distratta dal definire la mia lista (prima di quanto credessi e per un motivo diverso) dall'ingresso di Vilde in stanza.
Ci guardammo brevemente con un certo imbarazzo, poi lei si diresse verso il suo letto e io continuai la mia occupazione precedente.
Dopo il litigio, non ci rivolgevamo spesso la parola se non per scambiarci convenevoli, perciò rimasi un po' sorpresa nel venire interpellata e su un argomento che non mi aspettavo affatto.

- Ciao. So che è strano da chiedere, ma penso di doverne parlare con qualcuno. Non pensi che la Foscari sia strana, ultimamente? -

Ci pensai un momento, con attenzione.

- Dopo lo spiacevole incidente coi troll, ho notato un certo cambiamento in lei: sembra più sicura di sé, meno credulona e più rigida con gli studenti...
Ma questo "cambiamento" credo sia evidente per ogni abitante di questa scuola, tanto che ho sentito parecchi parlarne attribuendolo proprio ai fatti di quella notte.
'Una maturazione dettata dalla necessità e dall'umiliazione subita a causa del vicepreside' è l'opinione comune.
Tuttavia, non credo che tu ti riferisca a questo: cosa ti preoccupa? - chiesi, mentre prendevo posto sul mio letto così da starle di fronte.

Dovevo ammettere di non aver notato nulla nella professoressa Foscari che mi mettesse in allarme...
Del resto, ultimamente la mia attenzione era tutta diretta ad un certo professore, ai suoi malesseri periodici, al suo odore drasticamente mutato, quindi era possibile che mi fosse sfuggito qualcosa.

Ultima modifica di Clio79 (Il 26-12-2021 a 19h03)

Vilde Revven
STANZA DI VILDE E KOKORO

Kokoro aveva risposto in una maniera che ritenevo piuttosto ingenua. D'altra parte, soppesai, forse ero così prevenuta e in allerta per la mia formazione: non era la prima volta che un vampiro si confondeva all'interno di una popolazione ignara, per predarla silenziosamente, ma un Revven doveva essere in grado di riconoscere i segni, anche a costo di fare "un buco nell'acqua", come si suol dire.
Lasciai vagare lo sguardo per la camera, senza fissare direttamente Kokoro. Ero piuttosto in ansia per ciò che stavo per rivelare: era noto che i Revven fossero una nobile casata insignita dal re di Norvegia di un ordine cavalleresco, ma in pochi sapevano che era qualcosa di più di un mero titolo formale. D'altra parte, se fosse stato di dominio pubblico, la mia famiglia sarebbe stata obiettivo degli attacchi di quei maledetti demoni.
- Non è facile capire se una persona è diventata un vampiro, ma noi Revven... Ecco, ci occupiamo di queste cose -
Preferii non parlarle dell'addestramento, delle prove di passaggio e dello scopo finale dell'Ordine, preferendo descriverle direttamente le ragioni per cui ritenevo quantomeno sospetto il cambiamento della professoressa. D'altra parte, non le volevo dire della sorte che avrebbe atteso la Foscari, non le volevo parlare del sangue, dell'alone di morte che la mia famiglia si portava dietro.
Conclusi, abbastanza incredula di aver condiviso quelle informazioni. La verità era difficile da ammettere, ma ero mortalmente indecisa su cosa fare. Non dubitavo che potesse essere un grosso malinteso e proprio per questo ero reticente a parlarne con mio padre. Se avessi sbagliato, avrei causato un grosso disonore alla famiglia, ma se avessi avuto ragione l'Ordine sarebbe intervenuto e sicuramente sarebbe stato sparso del sangue.
E sì, mi rendevo conto che un po' la professoressa mi faceva pena. Non avrei pianto la sua morte, nel caso fosse stata una vampira, ma ritenevo che ci potesse essere una soluzione più efficace e meno traumatica per tutti.
D'altra parte, non ero certa di potermi fidare dell'amministrazione scolastica, dato quanto successo a ottobre. Per quanto la preside fosse un'istituzione nel mondo magico, aveva fallito nel proteggere i suoi studenti.
- Te ne ho parlato perché... non sono sicura di cosa fare - confessai, fissando insistentemente uno dei cassetti della scrivania di Kokoro.

Kokoro Taira
STANZA DI KOKO E VILDE

Ascoltavo il racconto dell'altra con crescente stupore, ripensando a tanti piccoli episodi susseguitisi nel tempo e che, fino ad allora, non ero riuscita a spiegarmi.
Quando concluse, cercando di trattenere le mille domande che avrei voluto porle, dissi :

- Dunque, se ho ben capito, pensi che il cambiamento della professoressa sia dovuto alla sua vampirizzazione, ma non hai alcun elemento concreto per poter affermare che sia realmente un vampiro.
Su queste creature conoscono solo delle nozioni basilari, comunemente note...
C'è qualche altro indizio, oltre a quelli che mi accenavi, che potrebbe chiarire se è o meno un vampiro? Ad esempio, queste creature hanno un odore particolare? - chiesi, cercando di farmi un'idea più chiara sulla situazione.

Vilde Revven
STANZA DI VILDE E KOKORO

Risposi con un cenno di diniego a Kokoro.
- No, essendo creature demoniache non-morte, non hanno alcun odore. Potrebbero essere percepiti quando diventano invisibili. In più, avere un odore particolare potrebbe far diminuire il loro fascino -
Ripensai al bel ragazzo che avevo dovuto eliminare come passaggio dei miei 17 anni e una sensazione di tristezza e offuscato malessere mi assalì.
- Sarebbe estremamente pericoloso se un vampiro fosse tra le nostre fila - aggiunsi, senza tradire il ricordo dei racconti terrificanti di mio padre. - Anche perché... Se la Foscari lo fosse, non può esserlo diventata da sola - Non mi spinsi oltre. Non aveva senso fare congetture di questo tipo, anche perché non sapevo come rispondervi.

Isabella Grimaldi
biblioteca
le lezioni erano terminate, molti studenti erano già partiti per le vacanze di Natale, ma io non avevo una mia casa, così optai per restare a scuola, avrei approfittato del tempo per mettermi in paro con lo studio. Ultimamente la mia vita sociale era a zero, sicuramente per colpa mia, tendevo ad isolarmi per carattere e tutto questo si accentuava nel periodo delle festività. Mai avuto un Natale come quello dei film, grandi tavolate con cibo a volontà, grandi alberi e doni.. per me era un giorno come un altro se non più triste

Ultima modifica di blairwnice (Il 26-12-2021 a 21h36)

Nikolas Axel Fox-Lombardi

STANZA + SALA COMUNE


Noto un po' in ritardo il messaggio di Koko e mi affretto a risponderle positivamente. Ritorno alla mia lista semi vuota: ci sono pochi nomi (i soliti di sempre) e zero idee. Spero che il giro di oggi mi faccia venire in mente qualcosa. In genere il regalo per Koko è quello più facile, ma ammetto di non avere un'idea precisa a sto giro. Poi Oscar e Clarissa: qualcosa di stupido e inutile andrà benissimo, non ci siamo mai fatti un regalo serio in tutti questi anni e non cambierà questo Natale.

Abbandono un secondo la lista dei regali per cercare di capire quale treno prendere mercoledì per arrivare a casa ad un orario accettabile. Scelta ardua ma non troppo, non ci sono poi molte possibilità.

Torno alla lista di regali e, cercando di farmi venire in mente qualcosa, il tempo passa più veloce del previsto. Mi preparo, esco dalla camera e mi incammino verso la sala comune, dove aspetto la mia amica.

Kokoro Taira
STANZA DI KOKO E VILDE + SALA COMUNE

Ascoltai con attenzione le parole di Vilde, poi mi presi del tempo per riflettere.
Dopo diversi minuti di silenzio assoluto, lo ruppi dicendo:

- Se non hanno alcun odore, il mio olfatto potrebbe percepirlo.
Tuttavia, coprire la mancanza di un odore non è qualcosa di complesso.
Spesso la pura essenza di voi umani è coperta dalla fragranza dei profumi o dei prodotti per il corpo che usate, perciò basterebbe usarne spesso e in grandi quantità per ovviare al problema.
Stando così le cose e avendo tu verificato gli altri segni visibili della vampirizzazione, l'unica cosa che rimane da fare è seguirla e aspettare che si tradisca.
Ti aiuterò: se la minaccia è grande, non posso lasciarti affrontarla da sola.
Inoltre, io posso seguirla anche all'interno delle sue stanze, se dovesse essere necessario, mentre tu non potresti.
Prendiamoci questi giorni per osservarla e ideare un buon piano d'azione. Sei d'accordo? - chiesi, porgendole la mano per sigillare un patto.

Aspettai che lei mi desse il suo assenso e mi stringesse la mano, poi mi alzai e andai a recuperare il telefono.
Sbloccai lo schermo e trovai il messaggio di risposta di Nik: ero talmente presa dalla discussione con Vilde che non avevo sentito suonare il cellulare.
Guardai l'orologio, notando che l'orario dell'appuntamento era già passato da qualche minuto; allora, mi affrettati a recuperare cappotto, sciarpa, cappello, guanti, borsa e dissi all'altra:

- Scusami, adesso devo proprio scappare.
Ne riparliamo al mio rientro, se ti va o nei prossimi giorni. -

La salutai, presi la lista e la infilai in borsa, poi uscii dalla stanza; mi affrettati lungo i corridoi, ma, quando arrivai in sala comune, Nik era già arrivato.

- Mi dispiace averti fatto aspettare! - esordì a mo' di saluto.

Ultima modifica di Clio79 (Il 26-12-2021 a 22h57)

Nikolas Axel Fox-Lombardi

SALA COMUNE + varie, poi FUORI DALLA SCUOLA


Koko arriva e si scusa subito per il ritardo. -Tranquilla, anche io sono qui da poco, ho aspettato giusto un paio di minuti- le rispondo con un sorriso. -Direi che possiamo incamminarci-. Chiacchierando, usciamo dalla sala comune e percorriamo i corridoi in direzione del portone di ingresso, attraversiamo il Prato e arriviamo alla porta magica. Rabbrividisco leggermente: non fa caldo, ma almeno non piove. Mi tiro giù meglio il cappello, mi avvolgo per bene nella sciarpa pesante e poso la mano sinistra sul portone. Uscendo, mormoro un Circolare, qui non c'è niente da vedere per sicurezza. Ci ritroviamo davanti alla porta magica, in piazza Vittorio.

-Se non ti scoccia, possiamo passare prima in stazione? Così compro il biglietto e non ci penso più- chiedo a Koko. Dopo un suo cenno di assenso, ci dirigiamo verso la stazione, dove faccio il mio biglietto per tornare a casa. Scrivo subito ai miei, per dire che arriverò alla stazione di Cesena mercoledì nel pomeriggio. Poi, troverò un modo per tornare a casa.

Usciti dalla stazione, decidiamo di fare un giro in centro senza una meta precisa, tra negozi e mercatini di Natale. Si è fatto già un po' buio e le varie luminarie sono accese e risplendono, rendendo l'atmosfera un po' magica anche senza magia. C'è gente, ma non troppa per essere venerdì pomeriggio prima di Natale: domani e dopodomani sarà decisamente più pieno, abbiamo fatto bene a venire oggi. Prima di immetterci nella folla vera e propria, offro a Koko il braccio destro, un po' perché non voglio perderla in mezzo a tutti gli altri e un po' perché mi piace stare a braccetto con lei. Aspetto che lo accetti e inizio a camminare in direzione della bancarella più vicina.

Kokoro Taira
FUORI DALLA SCUOLA

Seguo Nik fuori dalla scuola con passo leggero, felice di concedermi delle ore di svago in sua compagnia; per la strada che porta alla stazione, luminarie di ogni grandezza e colore decorano balconi e finestre delle case, ma è solo al centro che le decorazioni si fanno sfavillanti.
Ogni negozio ha le proprie decorazioni colorare, le persone passaggiano sotto archi di luci e vischio e le bancarelle attirano con i loro profumi e i loro bellissimi prodotti, per la maggior parte artigianali.
Nikels mi offre il braccio e lo stringo per non perderlo tra la folla, ma anche perché piace ad entrambi passeggiare a braccetto; lo seguo alla prima bancarella che si rivela vendere cappelli, sciarpe e altri oggetti in lana.

- Guarda questi guanti. Sono carini, non è vero? - chiedo a Nik con allegria.

Lui risponde positivamente, guardiamo qualche altro oggetto, poi passiamo alla bancarella successiva.

- Hai già deciso cosa regalare alla famiglia e agli amici? - chiedo, curiosa

Nikolas Axel Fox-Lombardi

FUORI DALLA SCUOLA


Ci avviciniamo alla prima bancarella, che vende cose in lana. - Guarda questi guanti. Sono carini, non è vero? - mi domanda Koko, indicandone un paio.
- Sì, vero... Anche questi, in realtà - le rispondo, indicandone degli altri. Osserviamo il resto della bancarella e poi passiamo alla successiva, piena di addobbi per l'albero di Natale, dalle classiche palline agli oggetti più particolari. Non possono ovviamente mancare le stelle per la punta e piccoli alberelli in ceramica colorata.

- Hai già deciso cosa regalare alla famiglia e agli amici? - mi chiede Koko, mentre sfioro una pallina appesa al tetto di legno della bancarella. È molto carina, in vetro dipinta di azzurro chiaro con dei piccoli fiocchi di neve bianchi e un villaggio innevato.
Mi volto per risponderle, abbassando di nuovo il braccio. - In realtà no, non ancora... Non ho idee precise, ma per Oscar e Clarissa sicuramente qualcosa di stupido o inutile, come sempre - le rispondo con una risata. -Meglio se entrambe le cose, un po' come quei costumi da T-Rex gonfiabili! Ma non quelli, ecco... Tu invece? Qualche idea? - le chiedo di rimando.

Devo dire che i costumi da T-Rex sono un'idea fantastica. Anzi, sono stati un'idea fantastica. Per i diciotto anni di Oscar ci siamo divertiti anche troppo... Così tanto che li abbiamo tirati fuori di nuovo per la festa di laurea di Clarissa. E penso che tra sei mesi li vedremo un'altra volta.
Ma questo non c'è bisogno che Koko lo sappia. O nessuno, davvero.

Elio Colleoni
FUORI DALLA SCUOLA

- YOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO, Merry Christmas mother... - zittii Mic con un Chiudi il becco.
Eravamo nei pressi della porta magica. In giro la gente passeggiava con tranquillità (nulla a che vedere con la fretta caotica di Milano) e, dopo aver lanciato il solito Circolare avevo colto l'occasione per salutare i Camaleonti al loro completo.
Mic, al solito, faceva il ca**ne. Era completamente vestito di rosso (chiodo, pantaloni in pelle, maglione con i ponpon) e indossava un cappellino di Babbo Natale tutto storto. ​Aveva cercato di palparmi le tette che non avevo e si era beccato un coppino, mentre adesso si stava appoggiando su di me. Questo glielo lasciavo fare perché si era appena mollato e il contatto fisico lo faceva stare bene e, finché moderato, lo potevo sostenere senza grossi problemi.
Condorcet appariva leggermente più solido rispetto all'ultima volta. Pian piano stava riacquistando quell'aria da combattente risoluto che lo faceva temere agli sbirri. Mi salutò con un cenno del capo, abbozzando un sorriso ironico. - Buon trionfo del capitalismo, Nox -.
Alzai gli occhi al cielo e feci il gesto delle palle piene, suscitando una sua grassa risata, che si strozzò quando la Merkel gli pestò il piede.
- Ehi! -
La Merkel sorrise, porgendomi un pacchetto, ma prima che potessi prenderlo mi chinai per abbracciarla. Lei mi diede due baci sulle guance.
- Oh Elio, mi sei mancato tanto! Tutto bene? Ti vedo deperito - Stavo per replicare, guardando un po' triste il pacchetto, ma lei mi anticipò. - Ti ho preso una cosina dal viaggio di nozze, come a tutti gli altri, quindi non vale come regalo di Natale -
- Eh, la signora Aylid si è data da fare... con i regali - disse Mic, ma la Miri lo fulminò subito.
- Tiraboschi, capisco la depressione da ex, ma i doppi sensi da terza media rimangono squallidi anche a trent'anni, sai? -
Mic incurvò le labbra verso il basso in modo esageratamente dispiaciuto, tirando su col naso.
- Il mio fine umorismo non è apprezzato -
La Merkel fece un sorrisetto furbo.
- Comunque rimango la signora Maroni... A parte che il signor Aylid ormai ha imparato a chiamarmi la Merkel. Dice che mi dona - Prima che qualcuno potesse fare una qualsiasi battuta sull'ex premier tedesca, la (nostra) Merkel proseguì:
- Ho trovato su Tripadvisor un fantastico pub che fa birre artigianali a 20 minuti a piedi da qui - e senza aspettare la nostra risposta, cominciò a marciare spedita con Maps aperto sul telefono, lasciandoci solo il tempo di seguirla.

Isabella Grimaldi
biblioteca

finisco finalmente di catalogare gli ultimi libri arrivati, ma già sono presa nel cercare un modo per impegnare il tempo. Mi sarebbe piaciuto uscire a fare qualche regalo, ma da sola non mi andava proprio, così scrivo un messaggio a Jasmine, forse avremmo potuto cogliere l'occasione per conoscerci meglio, ultimamente l'occasione per stare insieme era mancata. Nell'attesa della risposta mi dirigo in camera, ho bisogno di una doccia e di rilassarmi un attimo

Kokoro Taira
FUORI DALLA SCUOLA

Prendo una piccola decorazione in legno, finemente dipinta e la osservo con ammirazione.

- Ho qualche idea per i membri più grandi della famiglia e per alcuni amici, ma non so cosa regalare ai miei cugini: hanno già fin troppe armi da poter utilizzare contro il prossimo, anche se questa sarebbe la scelta più azzeccata. - rispondo a Nik, mentre rimetto al suo posto la casetta di legno e prendo una pallina glitterata che aveva attirato la mia attenzione.

- In realtà, avevo confezionato sia per loro che per le ragazze delle sciarpe e dei cappelli... Sai che mia nonna ha provato ad insegnarmi.
Ecco, sì... Direi che 'provare' è proprio il termine giusto. - continuo, arrossendo prepotentemente.

Allo sguardo perplesso di Nik, sospiro, poso la pallina e prendo il telefono; una rapida ricerca nella cartella foto e sono pronta a mostrare le mie creazioni.

- Lo so, sono orrendi.
A mia discolpa, però, so usare molto bene la macchina da cucire! - dico, mentre l'altro guarda le foto, cercando di nascondere (malamente) un sorriso.

Arrossisco un altro poco e rivolgo lo sguardo alla prossima bancarella, trascinandovi un ridacchiante Nik ancora con lo sguardo incollato allo schermo.
Sospiro, prendendo ad ignorarlo e iniziando a guardare le deliziose saponette profumate, gli incensi e le essenze esposte sul banco; in particolare, la mia attenzione è catturata da dei bellissimi fiori di loto dal profumo intenso e decido subito che quello sarà il regalo per le donne "grandi" della famiglia.
Agli uomini, invece, decido di prendere degli incensi e delle essenze dalle proprietà rilassanti.
Soddisfatta, pago gli acquisti e torno a prestare attenzione al mio accompagnatore:

- Su, abbi pietà di me: ci ho provato! - dico, strappandogli letteralmente il telefono dalle mani e nascondendolo nei meandri della borsa.

Ancora chiacchierando ci dirigiamo verso due bancarelle (praticamente attaccate) che sembrano vendere giocattoli: in una fanno bella mostra di sé peluche, giocattoli di legno e libri per bambini, nell'altra aggeggi strambi e oggetti dalla dubbia utilità per i più grandi.

- Cosa diamine è una pianola da piedi? - chiedo divertita, guardando un uomo seduto sul water ed intento a suonare il suddetto strumento con i piedi.

Così iniziamo ad esaminare tutti i giochi con parecchio divertimento (da un certo butt head ad uno strano gioco sui pesci), quando un forte trambusto richiama la nostra attenzione; ci voltiamo, cercando di capire chi stia parlando a voce tanto alta da sovrastare il chiacchiericcio caotico della folla e le musichette natalizie e credo che entrambi rimaniamo parecchio sorpresi alla vista del gruppetto in avvicinamento.

- Ma non è la band di Colleoni? -

Ultima modifica di Clio79 (Il 28-12-2021 a 10h50)

Adriel Morgan

STANZA DI ADRIEL poi CUCINA

Era passato decisamente troppo tempo da quando avevo visto o parlato con qualcuno di quelli che consideravo i miei nuovi amici. Kokoro, Nikolas, Isabella e Jasmine... i miei salvatori. Mi sentivo legato a loro da un filo indistruttibile eppure non avevo avuto modo di incontrarli. Le settimane erano trascorse così velocemente. Non avevo fatto altro che studiare. Mi aiutava a distrarmi. Sì, perché nonostante l'apparenza ancora avevo degli incubi la notte. La psicoterapia, le parole di rassicurazione funzionavano, almeno per un po'. Ma appena il mio corpo e la mia mente sì riposavano tutto di quei giorni mi tornava in mente. Anche se non volevo farlo a vedere, anche se non volevo ammetterlo nemmeno a me stesso, la cattura da parte dei troll mi aveva profondamente traumatizzato. Prendevo anche delle medicine per stare calmo ogni tanto e agli altri probabilmente apparivo tranquillo come sempre. Chissà se avrei mai superato la cosa. Ci sarebbe voluto tanto tempo. Poi più tempo passavo da solo e più mi veniva ansia. Sentivo sprecare il tempo che avrei potuto passare con persone amiche e quando mi resi conto che sì stava avvicinando Natale finalmente mi diedi una risvegliata. Avevo deciso che non avrei procrastinato ancora e che avrei cercato in qualche modo di dimostrare il mio affetto. Per questo avevo comprato dei regali, regali che avrei consegnato ad ognuna di quelle persone a cui ormai volevo bene. Avrei iniziato da Ylla. Avevo già consegnato i regali agli altri colleghi della cucina, facevo loro un pensierino ogni anno a Natale, ma per Ylla avevo deciso per qualcosa di più. Niente di troppo esagerato comunque. Mi diressi allora verso la cucina con il mio bel pacchettino in mano sperando di trovarla lì. Ormai quasi tutti a scuola avevano fatto ritorno alle loro case. Io avrei fatto un leggero ritardo (come mio solito) solo per non beccarmi le preoccupazioni dei miei. Ovviamente avevano saputo del mio rapimento e anche se in qualche modo per tutto quel tempo ero riusciti a tenerli a bada promettendo che appena a casa ne avremmo parlato ora che era quasi giunto il momento sentivo un po' l'insofferenza. Ma forse sbagliavo io ad aver "paura" ed invece di mettermi ulteriori ansie mi avrebbero tranquillizzato un poco. Chissà. Di sicuro avrei trovato conforto dagli amici di sempre.
Mi riscossi dai miei pensieri non appena vidi Ylla tutta sola in cucina e facendomi coraggio misi su un sorriso e le bussai sulla spalla.

Jasmine Alfieri
STANZA DI JASMINE E ISABELLA

Avevo appena finito di compilare la lista dei regali per ognuno dei miei amici quando il mio telefono squillò e si illuminò avvisandomi dell'arrivo di un messaggio.
Presi il telefono che avevo lasciato sul letto e lessi il messaggio, era Isabella, mi chiedeva di uscire insieme per comprare i regali di Natale. Accettai molto volentieri la sua proposta, sarebbe stata un'ottima occasione per conoscerci meglio e recuperare il tempo che avevamo perso in questo periodo, non avevo mai avuto una vera e propria migliore amica chissà che con lei le cose non sarebbero andate diversamente.

In fondo al messaggio le scrissi che l'aspettavo in camera, sapevo che era stata fuori tutta la mattina e sicuramente avrebbe voluto rinfrescarsi. Posai il telefono sulla scrivania e andai verso l'armadio, avevo bisogno di un outfit adatto, comodo e funzionale, ma soprattutto caldo, date le temperature di quei giorni.

Nikolas Axel Fox-Lombardi

FUORI DALLA SCUOLA


Koko mi risponde mentre prende in mano una casetta di legno, spiegandomi i suoi dubbi per i regali dei cugini. - Beh, non li conosco particolarmente bene, ma magari un gioco di società o un puzzle? O qualsiasi cosa che non coinvolga sfortunate vittime! - le rispondo con una risata.

Mi parla poi delle sciarpe e dei cappelli che aveva in realtà fatto per tutti quanti. So che sua nonna le ha insegnato, ma la vedo arrossire mentre lo dice. Sono un po' perplesso e mi si deve leggere in faccia, perché Koko posa la pallina che stava guardando e prende il telefono, mostrandomi delle foto. Cerco di trattenere un sorriso alla vista delle sue creazioni, ma mi viene un po' difficile. Sono abituato a vederla bravissima in ogni cosa e questi cappelli sono tutt'altro che perfetti, anche se comunque molto carini: si vede che ci si è impegnata parecchio. - Ehi ehi, non sono poi così brutti! Un po' storti, certo... - ridacchio, mentre lei letteralmente mi trascina verso la prossima bancarella, dove compra dei saponi e degli incensi. Mi strappa il telefono dalle mani, riponendolo di nuovo in borsa. - Dai, non sono poi così male... Secondo me potresti comunque regalare questi, sono adorabili. E poi li hai fatto apposta per loro, è un pensiero davvero bello - concludo, mentre ci spostiamo di fronte a due bancarelle, una con giochi per bambini e l'altra con cose più stupide, un po' più da grandi.

Prendo in mano un orsetto marrone chiaro, col pelo un po' lungo e un grande fiocco rosso al collo. Ne avevo uno simile da piccolo ed è poi passato alle mie sorelle quando sono nate. Le calmava sempre e si addormentavano abbastanza alla svelta, ma ad un anno circa hanno iniziato a litigarselo sempre e alla fine la mamma l'ha dovuto mettere via, per evitare litigate inutili (e anche che lo rompessero, era comunque mio).

I miei pensieri vengono interrotti dalla voce di Koko. - Cosa diamine è una pianola da piedi? - la sento chiedere, piuttosto divertita. Poso l'orsetto, guardo nella sua direzione e scoppio a ridere. - Ecco, questo è quello che intendo per stupido e inutile! Sembra perfetto per Clarissa, quando dobbiamo uscire sta sempre più di un'ora in bagno a prepararsi, ci chiediamo sempre cosa faccia realmente -.

Ci mettiamo a commentare ogni singolo oggetto e mi sono quasi convinto a comprare un piccolo campo da basket da tavolo per Oscar, quando sentiamo un bel po' di rumore. Ci voltiamo entrambi allo stesso momento, per cercare di capirne l'origine. - Ma non è la band di Colleoni? - mi chiede Koko. - Sì, sono proprio loro. Oltre al cantante e al batterista, c'è anche una donna che alla festa non c'era. Dici che anche lei fa parte della band? Forse è per quello che Jasmine ha dovuto suonare con loro a inizio anno - rifletto ad alta voce. - Dici che dovremmo salutare il prof? - le chiedo poi, cercando di capire se ci ha notati.