Kokoro Taira
CAMERA DI KOKO + CORRIDOIO + CAMERA DI NIK
Ero accoccolata in un angolo del letto, il plaid avvolto intorno alle spalle e un libro tra le mani perennemente fredde, quando venni distolta dalla lettura dal trillo acuto del telefono.
Poggiai il libro accanto a me, poi mi allungai per prendere il cellulare dal comodino.
"Avrei dovuto immaginarlo!" pensai, mentre un sorriso felice mi stirava le labbra.
Nik mi aveva mandato un messaggio per avvertirmi del suo rientro e chiedermi di vederci intorno alle 19:00 per poter chiacchierare un po' delle nostre vacanze.
Sospirai, rispondendo subito positivamente; nei giorni successivi al Capodanno, avevo desiderato e temuto il momento in cui ci saremmo rivisti: lo desideravo perché avevo voglia di vederlo e speravo davvero mi parlasse delle scoperte fatte sulla sua bisnonna e lo temevo perché avrei dovuto raccontare della Foscari.
...
In realtà, lo temevo anche per un'altra ragione: avevo ancora in mente le parole di mio fratello e avevo paura di comportarmi in modo differente o di lasciare trasparire qualcosa dei miei pensieri.
Quando la sveglia a forma di rana segnó le 19:00 in punto, abbandonai il calore del plaid, mi infilai le scarpe e uscii in corridoio; per fortuna, le nostre stanze non distavano molto l'una dall'altra, così, entro pochi minuti, stavo già bussando alla sua porta.
Da dentro, arrivò la voce allegra di Nik che mi invitava ad entrare, ma non ebbi neanche il tempo di abbassare la maniglia che l'altro aveva già aperto.
- Ho mandorle atterrate come se piovessero e due teglie di bustreng, potrei farci cena. E, ovviamente, anche tante novità - mi disse, guidandomi dentro.
Poi si sedette sul letto e mi fece segno di raggiungerlo; allora, mi tolsi le scarpe e mi sedetti sulla trapunta a gambe incrociate, mettendomi subito a mio agio: mi sarebbe servito.
- Ma prima dimmi... Come sono andate le tue vacanze? -
Anche se mi aspettavo la domanda, presi a sudare freddo.
Nel modo più naturale possibile, iniziai a parlare dei giorni passati con Kosuke, cercando di prendere il discorso alla lontana; una volta descritti con dovizia di particolari perfino gli asciugamani dell'hotel, capii che non potevo più temporeggiare e mi rassegnai a vuotare il sacco.
Del testo, anche volendo, non avrei potuto evitarlo: la voce che tre studenti avevano affrontato e sconfitto un vampiro era già diffusa per tutta la scuola.
- Capodanno, invece, è stato movimentato... mio cavaliere, c'è una cosa che devo dirti e di cui ho preferito non parlarti prima. - iniziai e, preso il coraggio a due mani, raccontai dei sospetti miei e di Vilde sulla professoressa Foscari, della decisione di approfittare della festa di Capodanno per tenerla d'occhio e del pedinamento.
- Non ci aspettavamo che avesse davvero intenzione di trasformare Colleoni... no, non esattamente.
Non ci aspettavamo che facesse la sua mossa così presto.
Per fortuna, siamo riusciti ad evitare che portasse a termine il suo piano, grazie ad una buona dose di fortuna, questo è certo. Se la Foscari avesse voluto subito trasformare il prof. piuttosto che nutrirsene, questa storia avrebbe avuto un finale meno felice. - dissi, mentre le dita non facevano altro che tormentare una ciocca di capelli rossi.
Descrissi ancora qualche altro dettaglio dello scontro, poi attesi la lavata di capo che l'altro mi avrebbe fatto.
