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#151 Il 15-01-2022 a 21h07

Prezzemolina
Clio79
Quello di cui ho bisogno per sopravvivere è il dente di leone che fiorisce a primavera.
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Kokoro Taira
CAMERA DI KOKO + CORRIDOIO + CAMERA DI NIK


Ero accoccolata in un  angolo del letto, il plaid avvolto intorno alle spalle e un libro tra le mani perennemente fredde, quando venni distolta dalla lettura dal trillo acuto del telefono.
Poggiai il libro accanto a me, poi mi allungai per prendere il cellulare dal comodino.

"Avrei dovuto immaginarlo!" pensai, mentre un sorriso felice mi stirava le labbra.

Nik mi aveva mandato un messaggio per avvertirmi del suo rientro e chiedermi di vederci intorno alle 19:00 per poter chiacchierare un po' delle nostre vacanze.
Sospirai, rispondendo subito positivamente; nei giorni successivi al Capodanno, avevo desiderato e temuto il momento in cui ci saremmo rivisti: lo desideravo perché avevo voglia di vederlo e speravo davvero mi parlasse delle scoperte fatte sulla sua bisnonna e lo temevo perché avrei dovuto raccontare della Foscari.
...
In realtà, lo temevo anche per un'altra ragione: avevo ancora in mente le parole di mio fratello e avevo paura di comportarmi in modo differente o di lasciare trasparire qualcosa dei miei pensieri.

Quando la sveglia a forma di rana segnó le 19:00 in punto, abbandonai il calore del plaid, mi infilai le scarpe e uscii in corridoio; per fortuna, le nostre stanze non distavano molto l'una dall'altra, così, entro pochi minuti, stavo già bussando alla sua porta.
Da dentro, arrivò la voce allegra di Nik che mi invitava ad entrare, ma non ebbi neanche il tempo di abbassare la maniglia che l'altro aveva già aperto.

- Ho mandorle atterrate come se piovessero e due teglie di bustreng, potrei farci cena. E, ovviamente, anche tante novità - mi disse, guidandomi dentro.

Poi si sedette sul letto e mi fece segno di raggiungerlo; allora, mi tolsi le scarpe e mi sedetti sulla trapunta a gambe incrociate, mettendomi subito a mio agio: mi sarebbe servito.

- Ma prima dimmi... Come sono andate le tue vacanze? -

Anche se mi aspettavo la domanda, presi a sudare freddo.
Nel modo più naturale possibile, iniziai a parlare dei giorni passati con Kosuke, cercando di prendere il discorso alla lontana; una volta descritti con dovizia di particolari perfino gli asciugamani dell'hotel, capii che non potevo più temporeggiare e mi rassegnai a vuotare il sacco.
Del testo, anche volendo, non avrei potuto evitarlo: la voce che tre studenti avevano affrontato e sconfitto un vampiro era già diffusa per tutta la scuola.

- Capodanno, invece, è stato movimentato... mio cavaliere, c'è una cosa che devo dirti e di cui ho preferito non parlarti prima. - iniziai e, preso il coraggio a due mani, raccontai dei sospetti miei e di Vilde sulla professoressa Foscari, della decisione di approfittare della festa di Capodanno per tenerla d'occhio e del pedinamento.

- Non ci aspettavamo che avesse davvero intenzione di trasformare Colleoni... no, non esattamente.
Non ci aspettavamo che facesse la sua mossa così presto.
Per fortuna, siamo riusciti ad evitare che portasse a termine il suo piano, grazie ad una buona dose di fortuna, questo è certo. Se la Foscari avesse voluto subito trasformare il prof. piuttosto che nutrirsene, questa storia avrebbe avuto un finale meno felice. - dissi, mentre le dita non facevano altro che tormentare una ciocca di capelli rossi.

Descrissi ancora qualche altro dettaglio dello scontro, poi attesi la lavata di capo che l'altro mi avrebbe fatto.


https://i.ibb.co/qrBd3d2/IMG-20220808-WA0007.jpg

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#152 Il 16-01-2022 a 00h00

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Artemis97
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Nikolas Axel Fox-Lombardi

CAMERA



Koko si siede e anche io mi accomodo meglio. Passo il piede sinistro sotto la coscia destra e lascio il piede destro a penzoloni fuori dal letto, mentre lei inizia a raccontarmi i giorni che ha passato con Kosuke. Mi piacerebbe conoscerlo di persona... ovviamente, Koko me ne ha parlato così tanto che è un po’ come se lo conoscessi di già. Beh, diciamo che mi piacerebbe conoscerlo da lontano e per un breve periodo di tempo: da come me ne parla, sembrano tutti molto attaccati a lei e non vorrei proprio farmi odiare. Inoltre, anche se continua a negarlo, Kosuke è il suo preferito e sicuramente la cosa è reciproca.
Ridacchio mentre Koko descrive i dannati asciugamani dell’albergo, ma mi zittisco quando inizia a parlare della festa di Capodanno. Che… apparentemente ha avuto degli sviluppi che non mi aspettavo. “Keep it cool, Nikolas, keep it cool. Don’t freak out.*” continuo a ripetermi, mentre i particolari si susseguono e il racconto arriva alla fine. Certo, qua la volontà di ferro non basta mica: penso di essere impallidito e mi sento un po’ svenire, spalanco gli occhi. Osservo Koko, che evita il mio sguardo e in volto ha la stessa espressione di Oscar quando, da bambini, ne combinavamo una grossa e aspettavamo la sgridata e una bella punizione. Che arrivava, oh se arrivava. Sono arrabbiato, offeso e un misto di emozioni che non riesco ad identificare. Eppure… in uno slancio, la abbraccio. E non mi importa neanche se rischio di perdere l’equilibrio e ribaltare entrambi sul letto. Ma no, non sto perdendo l’equilibrio: è solo la testa che gira. La stringo forte, gli occhi serrati. Un’ondata di sollievo mi travolge e spazza via tutte le emozioni a cui non sono riuscito a dare un nome (preoccupazione, ansia, forse qualcos’altro?).
- Fortuna che stai bene, Koko. Fortuna - le sussurro, con la voce un po’ rotta.
Piano piano mi stacco da lei, le prendo delicatamente le spalle con le mani e le sorrido. - Però non fare mai più una cosa del genere - dico, facendole una veloce carezza sulla guancia - altrimenti muoio d’infarto prima dei vent’anni! - concludo, con una risatina un po’ tremante.

Mi alzo, cercando di ricompormi quel minimo che basta per farmi sembrare più una persona normale e meno una mamma chioccia apprensiva. Anche se, questa volta, nessuno potrà biasimarmi per esserlo.
- Hai fame? Io qualcosa mangio, si è fatto un po’ tardi - chiedo, mettendomi in bocca un paio di mandorle e allungandole un contenitore. In realtà le mandorle sono una ricetta pugliese e fa sempre strano quando le facciamo a casa, ma mia mamma ha imparato questa ricetta dalla sua migliore amica: tra tutti i dolci della sua regione che ha cercato di insegnarle, questi erano decisamente i più semplici. - Te ne metto un po’ da parte, così ce li hai per qualche giorno. Ne metto un po’ di più, come ringraziamento a Vilde per non averti fatta morire - dico ridendo, anche se un brivido mi percorre la schiena. - Beh sono dolci, nessun rischio di carne o pesce. E li hanno fatti mia mamma e mia nonna, quindi nessun rischio che li abbiano toccati dei Normali, tranquilla - commento, ironicamente. - Oh beh, li ho toccati io però. - Finisco di incastrare le mandorle e i pezzi di bustrèng in un altro contenitore e lo chiudo, mettendolo da parte. - Poi il contenitore riportamelo, altrimenti mia mamma chi la sente… Li ha presi coi bollini del supermercato ma sono più importanti di me e dei miei fratelli messi assieme, guai a chi glieli tocca! - concludo con una risata.

Sto cercando di comportarmi normalmente e di fare il simpatico per stemperare la tensione, ma quando mi siedo di nuovo sul letto mi tremano un po’ le gambe: non so se sono riuscito a farle bere questa sceneggiata. Prima di iniziare a parlare, le prendo le mani e gliele stringo forte. Le racconto un po’ tutto, davvero. Tutto quello che non le avevo mai raccontato, chissà per quale motivo. Forse, mi spaventava l’idea di una bisnonna così. Di come avrebbe potuto avere tutto e di come sia scappata con un giovane uomo di sette anni più grande di lei, voltando le spalle ad una famiglia intera e ad un futuro certo. Di come non se ne sia mai pentita, nonostante tutto. È una storia lunga e un po’ vecchia, che mia madre ha raccontato a mio padre solo a un passo dal matrimonio e che io scelgo di raccontare a Koko solo ora, dopo più di sei anni di amicizia. Le racconto di nuovo della stanza segreta, del cofanetto. Le racconto per la prima volta dei diversi oggetti, della pergamena, della lettera. Di quella tradizione da proprietaria a proprietaria dell’anello, che adesso è diventata anche mia.

Tiro il fiato quando finisco di parlare e aspetto, non so neanche cosa. Forse, un reazione negativa da parte di Koko, per averle nascosto per anni tutte queste cose. Più probabilmente, una reazione e basta.



*Mantieni la calma, Nikolas, mantieni la calma. Non dare di matto.


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#153 Il 16-01-2022 a 00h56

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Kokoro Taira
STANZA DI NIK


Ero già preparata ad affrontare una lunga serie di domande, rimproveri e recriminazioni per essere stato tenuto all'oscuro di tutta la faccenda, lo ero davvero... ciò a cui non mi ero affatto preparata era ricevere un soffocante abbraccio stritola ossa.
Di colpo, sentii la testa farsi leggera, come se qualcuno si fosse divertito a riempirla di ovatta a mia insaputa.

"Deve essere lo shock." pensai confusamente.

In effetti, l'ansia provata alla sola idea di questo confronto aveva reso lunghe e insonni la maggior parte delle mie notti, quindi era solo normale che il sollievo che stavo provando adesso mi ottenebrasse la mente.
...
Tuttavia, dovevo ammettere a me stessa che l'ansia era stata solo parte del problema.
Provavo un forte senso di colpa per aver nascosto la verità ad una persona che mi era tanto cara e ancora di più ne provavo per la necessità di continare a tacergli delle cose... Ma non potevo tradire la fiducia che Vilde mi aveva accordato parlandomi della sua famiglia, né potevo far cenno alla condizione di Colleoni, seppur ormai fossi convinta della veridicità della mia teoria, perché doveva essere l'uomo a scegliere a chi rivelate il suo segreto.

"Con questa colpa  dovró imparare a convivere." mi dissi e, a questo pensiero, una lacrima scese a rigarmi la guancia, ma fui lesta ad asciugarla prima che Nik potesse vederla.

Nonostante avessi appena accettato di dovergli mentire, non mi sentii di farlo su qualcosa che riguardava solo me, facendogli una promessa che ero convinta avrei infranto presto.

- Ti prometto che non aiuterò a pugnalare nessun altro vampiro. - dissi, invece, cercando di sorridere.

Anche il mio cavaliere cercó di nascondere ciò che prova davvero, ma, dopo tanti anni di intima amicizia, era difficile per entrambi non capire cosa stesse passando nella mente dell'altro.
Il fatto che avessimo deciso di far finta di non vedere le emozioni che si agitavano sui nostri volti era solo l'estremo tentativo di alleggerire un'atmosfera che si era fatta pesante.
Quindi accettai il portapranzo (anche se non avevo affatto appetito, né credevo che ne avrei avuto nell'immediato futuro) per me e per Vilde con un cenno grato del capo, poi (finalmente) Nik sembró pronto a passare oltre quanto gli avevo rivelato.
Lo accolsi di nuovo al mio fianco, così come accolsi le sue mani che cercavano un contatto con le mie e ascoltai in religioso silenzio (e con una certa reverenza) la storia della sua straordinaria bisnonna; subito dopo mi venne spiegato il contenuto della pergamena e cosa fossero gli oggetti all'interno del cofanetto.
Trovai che l'uso delle precedenti proprietarie di mantenere un legame coi propri successori fosse molto spirituale: affidando al cofanetto i loro oggetti più cari, in qualche modo vi affidavano la propria storia.

- Sono state delle vacanze emotivamente molto impegnative e, proprio per questo, davvero essenziali per poter decidere il tuo percorso da qui in futuro.
Immagino che adesso sarai in preda a mille dubbi, ma non devi lasciatene sommergere: questo è solo l'inizio della storia che tramanderai a chi verrà dopo di te.
E se avrai bisogno di una volpe al tuo fianco, sai già a chi devi rivolgerti. - gli sorrisi, questa volta in modo sincero, stringendo più forte le sue mani.

Rimanemmo a parlare a lungo, così tanto che, senza rendercene conto, finimmo con l'addormentarci entrambi.


https://i.ibb.co/qrBd3d2/IMG-20220808-WA0007.jpg

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#154 Il 16-01-2022 a 10h03

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Artemis97
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Buongiorno,

Evento concluso, anche per questo arriverà un breve riassunto il prima possibile


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