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Forum- My Fashion girl.it, gioco di moda! Gioco di ragazze e per ragazze!

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#101 Il 04-01-2022 a 23h57

Fusion
Nietzsche
Aizawa è tornato Kaneda per colpa del forum. Comunque non sopporta tutto questo rosa
Messaggi: 5 682

Elio Colleoni
SALA MENSA


In mensa c'era un gran affollamento di studenti e studentesse tutti impegnati a scambiarsi regali. In effetti, in quel weekend in molti sarebbero partiti per tornare a casa, perciò non mi stupii più di tanto. Così come non avevo fatto nulla né ai miei amici né alla mia famiglia, non avevo preso nulla per i miei allievi: il mio regalo era stato di dar loro il compito simbolico di cazzeggiare e trovare una parola magica divertente con cui tenersi allenati durante le vacanze.
Sorpassai quindi la fiumana di gente, dirigendomi verso il bancone della mensa, per prendermi la mia fonduta, che avrei volentieri accompagnato con un po' di carne (le disgrazie del plenilunio), e divorai tutto senza troppi complimenti.
Una volta concluso, scorsi un'ombra sopra di me e mi resi conto che avevo subito un agguato. In una fila ordinata, davanti a me si paravano Fox-Lombardi, Taira, Grimaldi e Alfieri con una serie di bustine e pacchetti che mi porsero, ognuno con una breve spiegazione. Li fissai attonito, poi accigliato. Infine, decisi di lasciar perdere la ramanzina sulla corruzione e la concussione (reati che esistevano pure nel mondo magico), sperando che fossero regali di trascurabile valore, e ribattei:
- Vabbè... grazie ragazzi. Come ricompensa, mi batterò per levare 1+ come voto minimo. Non vi prometto altro, però -
Detto questo, salutai tutti, augurai buone vacanze per chi sarebbe andato via e un "ci becchiamo in giro" per chi sarebbe rimasto e mi diressi in camera, calandomi il sonnifero prescritto dalla dottoressa Angeloni e immergendomi in un sonno profondo ma irrequieto.

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#102 Il 05-01-2022 a 02h28

Moderatore
Calliope98
"L'eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai"
Luogo: Roma
Messaggi: 12 415

Jasmine Alfieri

VIA DEL CORSO POI SALA MENSA


Il pomeriggio con Isabella era stato davvero piacevole, davanti a quella cioccolata calda ci eravamo raccontate tutto o quasi delle nostre vite, forse potevo finalmente dire di aver trovato anche io una migliore amica con cui condividere tutto e alla quale non importava del mio cognome e della mia famiglia.
Nel tragitto di ritorno verso la Splendente mi arrivò un messaggio di Nik che mi diceva di raggiungere lui e gli altri in mensa per lo scambio dei regali.

Arrivate a scuola ci dirigemmo in fretta verso la nostra stanza posammo cappotti e altri oggetti superflui e ci dirigemmo dagli altri.
Rimasi davvero entusiasta del regalo abbinato che mi fecero Nik e Koko, mi sarebbero di sicuro stati utili, magari proprio per perfezionare il mio incantesimo. Anche il regalo di Adriel non fu da meno, quel bellissimo portachiavi mi ricordava moto l'India e di certo avrebbe fatto la sua bella figura mostrandolo in giro. Infine il regalo di Isabella mi lasciò senza parole, non pensavo potesse farmi un regalo così bello conoscendoci così poco eppure quando lo vidi non potei non sfoderare il mio sorriso più vero e sincero di gioia.

Quando fu il mio turno di distribuire i regali partì da quello un tantino più grosso, quello di Koko, andai da lei e le porsi lo stravagante pacchetto incartato con una carta piena di gattini kawaii che conteneva il peluche anti stress a forma di rana che le avevo preso

-Penso che ormai tutti siamo a conoscenza della tua passione per le rane e beh...quando l'ho visto non ho potuto non prendertelo-

Regalo di Koko



Poi fu il turno di Nik al quale avevo preso un segnalibro in legno intarsiato a forma di piuma

-So quanto sia lunga la lista di libri da leggere di un lettore e così ho pensato che invece di un libro sarebbe stato più originale qualcosa di collegato ad esso-

Regalo di Nik



Mi rivolsi poi ad Adriel, al quale porsi un piccolo sacchetto di tela legato con uno spago, lui tra tutti era stato quello per cui ero stata più in difficoltà, ma alla fine avevo trovato anche per lui il regalo adatto, un Marimo

-Da quello che ho visto sei molto disponibile e ti piace aiutare gli altri nonostante il tuo carattere introverso, per questo ho pensato che questo regalo sia ideale per te-

Regalo di Adriel



In ultimo mi rivolsi ad Isabella alla quale porsi un'elegante scatolina rossa con un fiocchetto dorato che conteneva una collana il cui ciondolo dalla forma molto particolare conteneva una pietra incastonata

-Appena l'ho vista ho pensato subito a te, non so di preciso perché, ma io mi fido sempre del mio istinto e non seguirlo stavolta mi sarebbe sembrato davvero stupido-

Regalo di Isabella



Infine mi avvicinai agli unici due adulti con i quali avevo più confidenza nella sala, andai prima verso il prof Colleoni porgendogli il suo regalo, la miniatura dipinta a mano di un basso

-Questa è la prima volta che faccio il regalo ad un professore, ma mi sembrava il modo più adatto per ringraziarla del suggerimento che mi ha dato riguardo all'incantesimo musicale-

Regalo di Colleoni



Poi andai da Ylla e le consegnai il pacco contenete il regalo che avevo scelto per lei, un grembiule da cucina con un elegante motivo floreale

-Per ringraziarti di quello che fai per noi durante tutto l'anno e per gli squisiti dolci che ci hai lasciato sotto l'albero-

Regalo di Ylla



Una volta terminato lo scambio dei regali ognuno di noi prese il dolce che Ylla aveva lasciato sotto l'albero per ciascuno (ancora non mi capacitavo di come avesse fatto ad indovinare che il pandoro alla crema chantilly e scorza d'arancia ricoperto di glassa all'arancia era il mio preferito) e ci dirigemmo verso i dormitori continuando a chiacchierare tra di noi.


https://i.imgur.com/0GAd5EF.png

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#103 Il 05-01-2022 a 11h02

Moderatore
Artemis97
Scrivetemi pure per: GDR, problemi, bug, contatti con l'amministrazione
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Nikolas Axel Fox-Lombardi

A SCUOLA, poi A CASA



Buongiorno mondo, oggi è finalmente il 22 e parto per tornare a casa, affrontando un breve viaggio di sei ore e venti circa, con appena tre treni. La simpatica sveglia suona alle sette e mezza perché alle nove e mezza ho il treno e voglio fare tutto con calma e la spengo con il solito grugnito. Mi alzo dal letto a forza, vado in bagno a darmi una svegliata, mi cambio con i vestiti che mi sono preparato ieri sera e infilo il pigiama nella valigia. Scendo in mensa per fare colazione e già che ci sono mi prendo un panino per il pranzo, che probabilmente mi mangerò a Falconara. Risalgo nei dormitori, seconda tappa bagno per lavarmi i denti, lancio nella valigia anche la custodia dove tengo spazzolino e dentifricio e la chiudo definitivamente. Mi copro per bene contro ogni intemperia, prendo su lo zaino e il mega trolley ed esco dalla camera, direzione Termini.

Sono ormai quasi le quattro del pomeriggio quando esco dalla stazione di Cesena in cerca della macchina dei miei. Mia mamma ha detto che sarebbe venuta a prendermi e onestamente un po’ ci speravo, dato che la valigia non è proprio leggerissima. Avvisto finalmente la macchina (in realtà non è difficile, è una sei posti non troppo nuova color rosso scuro) e carico la valigia nel bagagliaio senza neanche guardare chi c’è al posto di guida, onestamente un po’ intontito dal viaggio e dalle poche ore di sonno. Apro la portiera davanti lato passeggero e vedo capelli biondi. - La mamma? - chiedo, un po’ perplesso.
- Ciao anche a te, Nikolas - risponde mio fratello con una risata.
-Siii scusa, ciao Oscar - gli rispondo allegramente - Pensavo venisse la mamma, devo chiederle una cosa -
- No, è a casa… sta preparando le valige - mi dice con un sospiro. Ci scambiamo un’occhiata complice e scoppiamo a ridere, mentre lui mette in moto la macchina. Tutti gli anni passiamo Vigilia, Natale e Santo Stefano insieme a casa dei nonni (inclusi ovviamente Clarissa e i suoi genitori) e ci fermiamo letteralmente a dormire da loro, anche se non abitiamo poi così lontano gli uni dagli altri. Dicono sempre che tra scuola, università e lavoro non riescono mai a vedere per bene i propri figli e i propri nipoti (anche se in realtà andiamo spesso a pranzo da loro la domenica) e che questi tre giorni sono perfetti per stare insieme. La casa è quella dei bisnonni (i genitori della nonna), quindi è enorme e c’è fin troppo spazio libero anche quando la invadiamo, ma sicuramente prende vita e i nonni sono così contenti di ospitarci. Io, Oscar e Clarissa dormiamo sempre in mansarda e se non fosse che io dopo un po’ crollo dal sonno, faremmo sempre nottata a parlare. Ecco, a proposito di parlare, direi che è arrivato il momento di spiegare per bene la cosa dei quadri.
-Ehi… - comincio, quando ormai siamo vicino casa - poi quando c’è anche Clarissa ho un paio di cose da dirvi - e prima che mio fratello possa fare battute stupide, aggiungo - Sui quadri, intendo. E un po’ su tutto il resto. -
Lo vedo annuire con la coda dell’occhio, stranamente serio.

Appena entro in casa, un doppio urlo sovrumano mi assorda e vengo letteralmente travolto da due piccole furie. - NIIIIIK - sento gridare, mentre lascio tutto quello che ho in mano e tento di prendere in braccio entrambe le gemelle nello stesso momento. Cosa ormai quasi impossibile, si parla comunque di due bambine di dieci anni.
- Ciao, ciao - rispondo ridendo. - Siete cresciute, non ce la faccio più a tirarvi su - dico con uno sbuffo, posandole di nuovo a terra.
- Bambineee lasciate in pace vostro fratello, è appena tornato. Almeno fategli mettere a posto la valigia, dopo potete anche montargli addosso. -
- Grazie babbo, sempre di grande aiuto eh - rispondo, sarcastico, mentre mio padre se la ride e cerca di districare dalla mia gamba sinistra una delle due gemelle (e io tento inutilmente di liberare la destra), che nel frattempo si sono sedute a terra e mi si sono attaccate tipo piovre.
- Nikolas, bentornato - sento dire, la voce dolce di mia madre. - Hai fatto buon viaggio? Hai pranzato? Hai fame? Robert, vagli a scaldare qualcosa, dai. Cosa vuoi mangiare? - Mi chiede a raffica, senza neanche darmi il tempo di controbattere.
- Ciao mamma… Sì tutto bene il viaggio non ho fame grazie! - dico, un po’ alla svelta per cercare di starle dietro. - Ho mangiato un panino a pranzo, non ti preoccupare… al massimo faccio merenda poi, tranquilla - concludo.
Mio padre, aiutato anche da mio fratello, riesce finalmente a scollarmi le gemelle di dosso e prendo di nuovo in mano la valigia. Entro in camera mia e di Oscar, mi tolgo giubbotto, sciarpa e cappello, scalcio via le scarpe e mi butto sul letto. Finalmente casa.


La famiglia Fox-Lombardi al completo


https://i.imgur.com/ZPUDHvZ.gif

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#104 Il 05-01-2022 a 19h47

Chiacchierona
Verinise
Rainbow Flower! *-*
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Adriel Morgan

CASA poi di nuovo SCUOLA, PRATO

La vigilia di Capodanno di solito la passavo a casa con i miei, ma dopo aver trascorso quasi due settimane con i miei genitori avevo deciso di tornare a scuola. Adoravo stare con i miei amici e con mamma e papà solo quest'anno sentivo che qualcosa era cambiato. Mia madre era molto più apprensiva del solito dopo il mio rapimento. Era costantemente preoccupata che potesse capitarmi qualcosa di brutto e che potessi morire, cosa che lei non avrebbe assolutamente sopportato. Mio padre era un pochino più tranquillo anche se si vedeva che anche lui non era esattamente felice del mio ritorno a scuola finite le vacanze. Avevo rivisto i miei amici di sempre anche se dovevo dire che in verità ora che ne avevo trovato anche a scuola volevo passare più tempo con i miei amici della Splendente. Perciò nonostante le lamentele dei miei genitori e le loro insistenze, con la promessa che sarei tornato a Pasqua e sarei stato almeno una o due settimane (cosa che in realtà non facevo mai generalmente), riuscii a convincerli a farmi tornare a scuola così da passare il Capodanno insieme ai miei nuovi amici. Il 30, giorno del mio ritorno, lo avevo passato quasi tutto a disfare le valigie e a prendermi cura della piantina alga che avevo ricevuto in dono da Jasmine. All'inizio non sapevo cosa fosse ma poi, dopo essermi informato, cercavo in tutti i modi di farla crescere e soprattutto di tenerla in vita. Mi ero anche preparato una tazza di latte caldo con la tazza e lo scaldino che mi avevano dato Kokoro e Nikolas, mentre il pandoro di Ylla era ben che finito da un pezzo. In casa ce l'eravamo divorato. Il 31 mattina andai a fare un giro nel prato della scuola sperando di incontrare qualche mio conoscente. Avevo indossato un maglioncino rosso molto comodo, dei pantaloni semplici con degli stivali caldi, un cappotto di lana con abbinati il cappello, la sciarpa e i guanti che mi aveva regalato Isabella. Per tenere meglio la sciarpa l'avevo appuntata con la spilla che invece avevo ricevuto da Vilde. Quella croce d'argento la tenevo come un tesoro. Era il dono a cui tenevo di più, e forse perché mi ricordava proprio lei. Sospirai e dopo aver camminato per un po' mi sedetti sull'erba sotto un albero aspettando chissà cosa.


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#105 Il 05-01-2022 a 23h28

Fusion
Nietzsche
Aizawa è tornato Kaneda per colpa del forum. Comunque non sopporta tutto questo rosa
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Vilde Revven
CASA, poi ritorno a SCUOLA


Partii la mattina presto del 18 dicembre. Il mezzo con cui tornai a casa, una carrozza volante invisibile agli occhi dei Normali, impiegava circa una giornata per fare da Roma fino al mio paese natale, Sandbumoen, un piccolo borgo di circa 300 anime alle pendici del fiordo Gudbrandsdalslågen*, così arrivai a sera. Nel periodo di Natale il buio durava praticamente tutto il giorno e il castello, illuminato da fiaccole perenni e fuochi fatui, mi accolse con la sua austera imponenza. Salutai il cocchiere, un anziano bosmer che lavorava per la nostra famiglia da tempo immemore, e bussai al portone. Ad aprirmi fu nientedimeno che mio padre, il quale mi sorrise, parlandomi in elfico**:
- Bentornata, figlia mia -
Dietro di lui, le mie sorelle stavano falsamente composte, con aria trepidante. Sapevo che volevano salutarmi e abbracciarmi (e soprattutto scartare i regali), ma si trattenevano per paura della reazione infastidita di mio padre. Cercai di farle attendere il meno possibile: dopo aver scambiato alcuni convenevoli, mi diressi in camera, seguita a ruota dal biondo sangue del mio sangue.
Sapevo di non dover abbassare la guardia: Nilde, la sbruffona manesca della famiglia - incredibile, considerato che è un'elfa alta -, stava già cercando di atterrarmi afferrandomi le gambe all'urlo di "Søsteeeeeer!", mentre Tilde si era nascosta in un angolo, ridacchiando e fissandoci con i suoi grandi occhi verdi. Non immaginavo che Nilde fosse cresciuta così tanto, perché riuscì a sbilanciarmi, ma riuscii a proiettarmi con una capriola e ad imprigionarle la testa tra le mie braccia. Ricevetti comunque una gomitata in pancia, che mi fece mancare l'aria e consentì a mia sorella di liberarsi. Prima che potesse fare altro, la immobilizzai con un Resta con i piedi per terra. Ancora dolorante, mi rialzai in piedi, spazzolandomi il mio solito tabarro.
- Bell'accoglienza. Chi ti ha insegnato a colpire così? - le chiesi, celando la mia aria impressionata.
Lei sbuffò, spostandosi il ciuffo.
- È stato Søren, il bambino del villaggio - rispose al suo posto Tilde, scansando la scarpa volante di Nilde. Mi accigliai.
- Ma è umano? Spero almeno che sia un mago, lo sai che nostro padre non vuole che...-
- Chissene - mi interruppe Nilde. - Papà non si interessa di cosa facciamo dopo le lezioni del precettore, ci ignora. Basta che non lo disturbiamo. Lo vediamo solo la sera e a pranzo -
Sperai che non notasse quanto mi dispiacque sentire quelle parole. Non era sempre stato così, soprattutto quando nostra madre era viva, ma dalla sua morte mio padre aveva cominciato a isolarsi. Non sapevo se esserne preoccupata o, in qualche modo, sollevata.

IL GIORNO DI NATALE
Le mie sorelle furono molto contente dei propri regali: Tilde, affettuosa com'era, mi coprì di baci, mentre Nilde fece finta di disinteressarsi al mazzo di carte, ma dopo un quarto d'ora circa mi propose di fare una partita. Naturalmente vinse, ma avevo il sospetto che avesse barato in qualche modo. Dopo un po', nostro padre ci chiamò per il pranzo. Il cuoco aveva dato il meglio di sé, con una serie di pietanze tipiche del mondo elfico che a scuola non potevo proprio assaggiare, e che stentai a prendere d'assalto come cercarono di fare le mie sorelle, fermate poi dalle gelide parole di nostro padre. Ero mortificata dall'atteggiamento delle due, che sembrava di aperta sfida contro di lui, ma dovevo ammettere che ero molto irritata dal suo comportamento freddo e indisponente. Non era mai stato un genitore gioioso e che stava allo scherzo, ma tante volte si era dimostrato dolce nei miei confronti. Il tempo e il lavoro, tuttavia, sembravano averlo indurito, così come la scomparsa di nostra madre. Cominciammo a mangiare in silenzio, il tintinnio delle posate come unica colonna sonora. Cercando di ravvivare un po' il clima, chiesi a papà come andasse il lavoro. Da quando ero tornata, non avevo avuto modo di parlarne direttamente con lui. Tilde alzò rapidamente gli occhi al cielo, mentre Nilde non li alzò dal piatto, ma mi accorsi che stava attenta.
Lui inarcò un sopracciglio, ma alla fine rispose.
- È un periodo di fermento, qualcosa si sta senza dubbio muovendo: alcuni nuclei di Maledetti (nda i vampiri vengono chiamati così in gergo) si stanno spostando verso Francia e Germania. Sono stati avvistati anche in alcune grotte residenza di troll, ma potrebbe essere un caso. Mi sto coordinando con le altre casate dell'Ordine per fare chiarezza. Tu hai novità da darmi riguardo quanto successo? -
Sentii un peso posarmisi sul petto.
- Non direi, no - risposi piatta. - Non più di quanto ti ho scritto -. Stavo ponderando se riferirgli parzialmente il mio sospetto sulla Foscari, quando Tilde cambiò improvvisamente argomento, come spesso fanno i bambini, raccontando di avere incontrato una fata nel bosco che le aveva pizzicato il braccio per aver cercato di disegnarla senza chiederle il permesso. La storia aveva un parziale lieto fine: lusingata dalle attenzioni della bimba, la fata si era messa in posa, anche se poi le aveva rubato il disegno. Mentre Nilde prendeva bonariamente in giro la sorellina, decisi che avrei accennato a mio padre la cosa qualche giorno dopo.

QUALCHE GIORNO DOPO
Non dissi esplicitamente a mio padre che sospettavo che una mia insegnante fosse una vampira, ma accennai al fatto che una persona adulta all'interno della scuola - rimasi sul vago - si stava comportando in modo sospetto e che avevo deciso di indagare.
- Ho anche un valido aiuto: la mia compagna di stanza ha un buon fiuto e... -
La reazione di mio padre fu tutto, tranne ciò che mi aspettavo.
- Deduco che tu non sia capace di fare le cose da sola, per chiedere una mano a questa tua compagna - mi interruppe, velenoso.
Il peso che avevo provato durante il pranzo di Natale tornò a scaricarsi tutto sul mio petto.
- In realtà... non le ho chiesto niente. È stata lei a offrirsi di aiutarmi -
Un sorriso gelido incurvò le labbra di papà.
- Interessante... Quindi tu non solo confidi i tuoi sospetti a una perfetta sconosciuta, ma ti fai anche aiutare senza sospettare. E sì che pensavo di averti insegnato qualcosa sui Maledetti -
Respirai profondamente. Non era la prima volta che cercava di mettermi in crisi in quel modo, ma dovevo essere più forte di così.
- Non è una sconosciuta, papà, è la mia compagna di stanza da sempre. La conosco e so come si comporta, non è lei di cui bisogna preoccuparsi. Inoltre in parte è una kitsune, quindi ha dei sensi molto sviluppati e una potenza combattiva che può tornare utile in battagl...-
- Bene, quindi adesso fraternizzi pure con i mezzi animali. Per Freya, non pensavo che ci fossero così tanti meticci in quella scuola -
Sentii mano calda di Kokoro e le labbra delicate di Adriel sulla mia pelle.
- Sempre meglio che stro**i come te - mi lasciai sfuggire, quasi senza rendermene conto.
Capii di aver commesso un terribile errore quando vidi mio padre irrigidirsi, esterrefatto. Non persi tempo: un attimo di più e mi avrebbe di sicuro lanciato un incantesimo per mettermi in punizione, così lo anticipai.
- Bisogna andare con i piedi di piombo - dichiarai rapidamente. Vidi mio padre rallentato nei movimenti e corsi via, fino a raggiungere la mia camera. Presi la valigia e cominciai a buttarci dentro alla rinfusa abiti, libri e quant'altro potesse servirmi che era sottomano. Il resto me lo sarei fatto spedire dalla governante. Lacrime silenziose mi scivolavano sulle guance. Lasciando vagare lo sguardo per la camera in cerca di qualcosa che nemmeno io sapevo con certezza, i miei occhi si posarono casualmente su uno dei miei libri preferiti. Lo presi d'istinto: mi avrebbe tenuto compagnia nel mio viaggio di ritorno. Feci giusto in tempo a chiudere la mia valigia che la porta si spalancò e vidi l'alta figura di mio padre stagliarsi sulla soglia, baluginante alla luce tremula delle torce.
- Non c'è bisogno che mi cacci, me ne vado da sola - dissi, senza guardarlo negli occhi. La risposta non si fece attendere:
- Non disturbarti a tornare -
Sapevo che non lo stava dicendo veramente, che era solo un misero tentativo di farmi sentire in colpa, di non farmi andare via, di farmi sentire sempre in torto, con lui come unico punto di riferimento. Non mi interessava. Sarei andata via comunque.
Andai a salutare le mie sorelle: Tilde si mise a piangere, mentre Nilde mi guardò con cattiveria, dicendomi che mi odiava perché la lasciavo di nuovo sola. Cercò di sottrarsi al mio abbraccio, ma io le rinchiusi entrambe in una morsa stretta, sussurrando loro: - Siete fortissime e sempre nel mio cuore. Vi scriverò tutti i giorni. Vi voglio bene -
E senza voltarmi, uscii dal castello, andando a chiamare il cocchiere. Nel giro di un'ora, la carrozza fu pronta. Me ne andai con le tenebre del mattino che non riuscivano a rischiararsi. Una gelida brezza accompagnò i miei passi.


*Osservate con quanta naturalezza Vilde scrive questo termine
**In realtà, immaginatevi tutte le conversazioni in elfico

Spoiler (clicca per vedere)

Ultima modifica di Nietzsche (Il 06-01-2022 a 00h20)

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#106 Il 06-01-2022 a 17h05

Prezzemolina
Clio79
Quello di cui ho bisogno per sopravvivere è il dente di leone che fiorisce a primavera.
Messaggi: 2 191

Kokoro Taira
STANZA DI KOKO E VILDE


Chiudo la chiamata, poggio il telefono sul comodino e mi lascio cadere distesa sul letto, le risate dei miei fratelli che mi risuonano ancora nelle orecchie e gli occhi pieni delle loro espressioni felici.
Una lacrima sfugge al mio controllo prendendo a rotolare lungo la guancia e la lascio fare: è una lacrima di gioia, perciò non mi va di trattenerla o di asciugarla.
Così, mentre le lacrime scorrono lente sul mio viso, non posso fare a meno di ripensare ai cinque giorni passati con mio fratello.

** 24 Dicembre - mattina **

Muovo il cucchiaio dentro la ciotola, rimestando la poltiglia biancastra (una volta del delizioso porridge allo yogurt), la testa rivolta a pensieri che non hanno nulla a che fare con la colazione.

"È la mattina della Vigilia e il mio entusiasmo è pari a zero.
Fantastico." penso sarcasticamente, rinunciando a fingere di voler mangiare lo stupido porridge.

È la prima volta che trascorro le festività lontano da casa e si sta rivelando più difficile di quanto avessi immaginato.
A novembre, prima della nostra partenza per il Giappone, non avevo avuto alcuna esitazione ad assicurare ai miei che sarei stata bene, anche se avessi dovuto rientrare in Italia senza di loro*; sarei rimasta indietro con le lezioni e con lo studio, perciò non avrei avuto tempo per pensare di essere sola, anche se il periodo della loro assenza avesse compreso le festività natalizie.
Più volte mia madre e mio padre, insieme o in momenti diversi, avevano provato a convincermi a rimanere insieme a loro o, alternativamente, a ritornare in Giappone per le vacanze, ma un viaggio da un emisfero ad un altro mi sembrava troppo lungo per soli tre giorni, soprattutto visto che avevo già avuto modo di rivedere tutta la famiglia.

"E ora guardami, seduta qui a tramutarmi nel Grinch." mi rimbrotto e, stanca del mio stesso malcontento, decido di saltare la colazione e andare a fare una passeggiata per schiarirmi le idee.

Sto percorrendo il lungo corridoio che porta ai dormitori, intenzionata a recuperare il più in fretta possibile il cappotto e uscire all'esterno, quando vengo distratta dalla suoneria del telefono; lo tiro fuori dalla tasca della giacca, guardo il display e, immediatamente, vengo avvolta da una calda sensazione di felicità.

- Niichan, perché mi stai chiamando? - dico, mentre un dolce sorriso mi si dipinge sul volto.

- Koki-chan**, ti sembra questo il modo di parlare a tuo fratello maggiore? - replica, una chiara nota divertita nel tono di voce.

- L'ho sempre fatto, perciò non vedo perché dovrei cambiare proprio adesso. -

-...-

- Niichaaan? Ci sei ancora?
...
Oh, sarà caduta la linea! Meglio che chiuda... - dico, falsamente seria, sapendo che la reazione dell'altro non tarderà ad arrivare.

- Tsk, e per fortuna che sono il fratello preferito. - borbotta.

- Sai bene che amo tutti i miei fratelli e tutte le mie sorelle. - replico allora, ridendo divertita.

- Sì, ma ami di più me...
E quella sotto specie di tasso con le occhiaie***(sempre) dopo di me. -

Prima che la conversazione viri inesorabilmente sulle motivazioni per le quali lui è il mio fratello preferito e su come dovrebbe essere l'unico e il solo, mi affretto a chiedere di nuovo il motivo di quella chiamata, visto che non siamo soliti sentirci di giovedì mattina.
Così inizia a parlarmi di un viaggio di lavoro dell'ultimo minuto e delle direttive categoriche di suo padre, ma è evidente che cerca di rimanere sul vago, non lasciandosi sfuggire né la data della partenza né la sua destinazione.

Certo che lo zio ha proprio preso sul serio la tua richiesta di tirocinio anticipato****!
Comunque, adesso ho capito perché mi hai chiamata: voglio un altro peluche a forma di rana. Arigatou, onii-chan. - dico velocemente, mentre cerco di incastrare il telefono nell'incavo del collo e aprire la porta della stanza.

- No, questa volta puoi scordarti che ti porti in regalo un'altra disgustosa ranocchia: ho pensato a qualcosa di meglio. -

- Oh, onorevole Onii-sama, vi prego illuminatemi: cosa potrebbe superare una graziosa ranocchia di peluche? - domando allora, in tono esageratamente rispettoso.

- Sono all'aeroporto di Fiumicino e, in questo momento, sto prendendo un taxi che mi porterà alla Splendente.
Ho un permesso scritto dei tuoi genitori per farti uscire da scuola e passare insieme tutti i giorni che trascorreró qui a Roma.
Che dici? Ho superato la maledetta ranocchia? -

È una fortuna che sia arrivata in stanza, perché, anche fossi stata nel bel mezzo del corridoio, non sarei mai riuscita a trattenermi dall'iniziare a saltellare in giro come una matta.

** 25 Dicembre - sera **

Prendo un'altra fetta di panettone al cioccolato per me e per Kosuke, poi ritorno a sedermi al suo fianco sulla morbida moquet, porgendogli il suo dolce.
È da sta mattina che non facciamo altro che oziare, guardando vecchi film natalizi e mangiando dolci; appoggio la testa sulla sua spalla e lui si sposta in modo tale da stringermi in un mezzo abbraccio e farmi stare più comoda.

- Sono proprio contenta che lo zio abbia insistito tanto per affidare a te questo cliente. - sospiro di contentezza, mentre guardo distrattamente le immagini trasmesse dal maxi schermo.

- Ti mancavo, Koki-chan? - chiede con aria saputa, prendendo a pizzicarmi il fianco.

- Kosuke! Eddai! - dico tra una risata e l'altra, cercando di sfuggirgli.

Anche lui scoppia a ridere e, dopo avermi torturata un altro po' con pizzichi e solletico,  mi stringe un po' più forte, sussurrandomi all'orecchio:

- Anch'io sono felice di essere venuto...
Ero preoccupato per te, imoto*****. -

- Lo so, fratello mio e me ne dispiaccio molto. -

Prendo ad accarezzargli la guancia, poi salgo facendo scorrere le dita tra le ciocche di capelli corvini, quasi a voler chiedere scusa per l'affiliazione che gli avevo causato.
Il silenzio regna sovrano per non so quanto tempo, finché, senza che lui mi chieda nulla, inizio a parlargli di tutte le ansie, le paure e le inquietudini che mi avevano scossa nell'ultimo mese e mezzo; non taccio nemmeno i recenti timori e sospetti sulla professoressa Foscari, né quanto accaduto con Vilde e la complicata situazione attuale del nostro rapporto.

- Sento di non aver sbagliato con lei in passato, ma non posso comunque fare a meno di rammaricarmi per il nostro trascorso. Spero davvero che le cose stiano cambiando. -  concludo, lo sguardo fisso su un punto qualsiasi della stanza.

Kosuke mi prende gentilmente il mento e volta il mio viso nella sua direzione, i suoi occhi di ossidiana che scrutano fin nelle profondità dei miei.

- Non rammaricarti del passato: non serve a nulla. Piuttosto, dimmi che cos'altro frulla in quella testolina iper attiva. -

- Nulla, oniichan, davvero. -  rispondo, scrollando le spalle, ma commettendo l'errore di rompere il nostro contatto visivo.

- Tsk, non trattarmi come quei corvacci dei tuoi fratelli: a me non riesci a mentire, lo sai. - afferma, colpendomi leggermente la fronte.

- Sono anche i tuoi fratelli, eh. -

Mi ritrovo a borbottare, mettendo su un finto broncio; alla fine, però, cedo allo sguardo intenso dell'altro, iniziaziando a raccontare un episodio a cui mi ero categoricamente rifiutata di pensare.
Non tralasciai neanche il minimo dettaglio della conversazione avuta con Adriel parecchio tempo addietro, né gli nascosi come mi aveva fatta sentire o i dubbi che era stata capace di far nascere dentro di me.

- Un altro tizio da aggiungere alla mia lista nera. -  dice con tono pericolosamente serio, quando finisco di parlare, cosa che riesce a strapparmi un mezzo sorriso.

- Tu mi conosci meglio di quanto io conosca me stessa: può essere che mi stia ingannando? Che provi davvero qualcosa di più dell'amicizia? -  continuo, lasciando ricadere la testa sulla sua spalla.

- Imoto, non dovresti mai permettere che il giudizio o l'opinione degli altri ti confonda, te l'ho sempre detto. -

- È vero, ma il dubbio si è comunque insinuato nella mia mente e adesso non riesco più a liberarmene.
Sai come la penso sull'amore: non credo di essere pronta a legarmi per la vita, soprattutto se la persona a cui ho deciso di votarmi non provasse lo stesso.
Non è stato semplice rimanere indifferente o distante, né valutare alcune situazioni senza far emergere alcun sentimento scomodo, ma ci sono sempre riuscita...
O, almeno, ne ero convinta.
Comunque, anche mettendo da parte tutti i problemi legati alla mia natura, non voglio rovinare un'amicizia così bella! Quando parlo con Nik o vi trascorro del tempo è come avere a fianco uno di voi, un altro fratello, perciò mi spiacerebbe davvero molto perderlo. -  esplodo, iniziando a piangere.

Kosuke mi stringe un po' più forte, prendendo ad accarezzarmi i lunghi capelli rossi.

- Kokoro, lasciatelo dire da uno che c'è passato: negare tutto non ti servirà a niente e giustificarlo con 'ho paura di rovinare la nostra amicizia' ancora meno.
Si rovinerà comunque, perché alla fine ti allontanerai da lui e occhi di triglia****** non riuscirà a capirne le ragioni, finendo con l'odiarti. Non è la strada giusta questa.
Devi darti tempo, liberare la mente e ritrovare il tuo equilibrio...
Smettila di pensare a tutto ciò che potrebbe andare storto e concentrati, invece, su quanto potrebbe essere bello. -

- Kosuke... grazie. -

** Presente **

Le parole che ci siamo scambiati, le confidenze, le nostre passeggiate e le serate trascorse a guardare assurdi film natalizi, tutto scorre veloce nella mia mente.

"Dovevano essere delle vacanze tristi e solitarie, invece sono state alcune delle più belle mai trascorse.
È stato bello anche aprire i regali in videochiamata col resto della famiglia*******, cosa che non avrei creduto possibile.
Sì, sono stati proprio dei giorni bellissimi... peccato che siano finiti."

Vengo distolta dai miei pensieri dal rumore di una chiave inserita nella toppa; in fretta, mi asciugo le lacrime con la manica della giacca e mi stampo in faccia un bel sorriso, pronta ad accogliere la mia compagna di stanza.

* I genitori di Koko non sono rientrati in Italia, ma hanno deciso di trattenersi in Giappone fino al capodanno.

** Nomignolo di Kokoro (Ko dal suo nome, Ki dalla parola Kitsune e chan è un suffisso che indica affetto/confidenza)

*** Si riferisce a Daichi, il cugino materno preferito da Koko

**** Kosuke ha 18 anni, ma ha già iniziato a fare esperienza nell'azienda di famiglia

***** Sorella minore

****** È il modo in cui Kosuke ha arbitrariamente deciso di chiamare Nik

******* Koko aveva spedito i ragali in Giappone, sapendo di non poterli consegnare di persona; la stessa cosa è stata fatta anche dai suoi familiari e, una volta arrivati, si sono videochiamati e li hanno aperti.
Solo Kosuke ha dato a Koko il suo regalo di persona.


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#107 Il 06-01-2022 a 20h00

Fusion
Nietzsche
Aizawa è tornato Kaneda per colpa del forum. Comunque non sopporta tutto questo rosa
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Vilde Revven
STANZA DI VILDE E KOKORO


Arrivai a scuola stanca e affamata, ma paradossalmente senza alcuna voglia di mangiare. Avevo cercato di tenermi impegnata durante il viaggio, leggendo il libro che mi ero portata e scrivendo subito una lettera per le mie sorelle. Per cercare di distrarmi dalla rabbia, avevo anche deciso di impacchettare uno dei kit per la pulizia delle lame che avevo comprato per le mie sorelle, a cui alla fine non avevo avuto il cuore di darli, per donarlo a Kokoro. Non era mia intenzione spacciarlo come regalo di Natale infatti ciò che le avevo scritto sul biglietto era:

Un pegno per la nostra alleanza. Ci servirà.

Avevo considerato anche di aggiungere "No, non è un invito a duello", ma non ero sicura che Kokoro l'avrebbe trovato divertente. Ad ogni modo, gliel'avrei consegnato al suo ritorno, che presumibilmente sarebbe stato poco prima del rientro a scuola.
Varcai la soglia della camera già con in mente il tepore delle coperte che mi avrebbero avvolto per qualche ora. Anche se era mattino, volevo solo dormire e dimenticare quanto successo nelle ultime ventiquattro ore. Certo non mi aspettavo una sorridente Kokoro Taira ad attendermi.
La fissai inebetita.
- Ah. Pensavo fossi tornata a casa -
Non era proprio ciò che desideravo: volevo rinchiudermi nella mia solitudine ed essere infelice per conto mio, come avevo sempre fatto. Eppure, vedere la sua espressione gioiosa mi rincuorò lievemente. Ne approfittai per tirar fuori dalla valigia il suo pacchetto e a porgerglielo, senza dirle niente. Proseguii annunciando:
- Scusami, ma sono stanchissima, perciò dormirò per un'oretta. Poi se vuoi parliamo -

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#108 Il 06-01-2022 a 20h35

Fusion
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Elio Colleoni
CAMERA DI ELIO


Natale era passato in un attimo, anche se tra la Vigilia e il giorno dopo avevo avuto un po' di gatte da pelare: la preside, che aveva deciso di non assentarsi più da scuola, dopo quanto successo ad ottobre, aveva invitato tutti i suoi numerosi nipoti e bisnipoti, rendendo la scuola una sorta di asilo a prova di magia, con tanto di genitori preoccupati. Alla fine, quindi, un Natale che pensavo sarebbe stato tranquillo data la poca presenza di studenti, mi aveva reso una sorta di zio Grinch babysitter, assistito da una perplessa e divertita Grimaldi e un'infastidita Esposito, che aveva fatto di tutto per tenersi lontano i marmocchi (anche riuscendoci piuttosto bene). Resistendo alla voglia repressa di fumare e mangiarmene un paio - e non esattamente in senso figurato - alla fine ero riuscito a placare la loro energia distruttiva evocando un famiglio con Fiiiiigaro, Figaro Figaro!, che li aveva sfidati a nascondino e a lupo mangia frutta, mentre io mi godevo il panettone che mi aveva lasciato Ylla. Dopodiché, uno studente desideroso di un po' di musica aveva portato una chitarra e mi aveva costretto a suonare qualcosa. Pur non essendo il mio primo strumento, sapevo strimpellare qualcosa, così cantai un paio di pezzi natalizi della band mia omonima*, con come bonus Il vitello dai piedi di balsa (censurando la parte finale).
Quei due giorni mi avevano prosciugato, perciò passai i giorni fino al 31 a evitare qualsiasi sforzo fisico o mentale, cazzeggiando in santa pace. La cosa buona era che anche quel mese la mia trasformazione era andata "bene": devastante come sempre per me, ma senza nuocere a nessuno, salvo a un cervo un po' sconsiderato che capitava da quelle parti.

Il 31 mi svegliai di buonora, andai a fare colazione e incappai in Irina, rimasta anche lei a fare sorveglianza agli studenti. Il cielo, di un grigio cupo, rendeva l'ambiente scuro, ma la prof era più splendente che mai. Ultimamente chiacchieravamo quasi tutti i giorni, tanto da essere diventata quasi un'amica all'interno della scuola. Dovevo ammettere che il suo modo di fare, molto più sagace e spigliato, mi divertiva e intrigava rispetto a prima, e forse per quello ci andavo più d'accordo. D'altra parte, dalle voci sembrava anche che avesse cominciato ad avere alcuni ammiratori tra gli studenti, che dicevano che era diventata anche più carina. Io questo non l'avevo notato, ma effettivamente non c'era da stupirsi: non mi rendevo mai conto di quando Mic cambiava taglio di capelli, né quando la Merkel si truccava, era una questione di "fette di salame sugli occhi", come avrebbe detto mia mamma.
Dopo aver salutato Irina, tornai in camera, per rilassarmi un po' prima del pomeriggio, quando sarebbero arrivati i Camaleonti per preparare l'impianto audio per Capodanno.


*Intende Elio e le storie tese

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#109 Il 07-01-2022 a 00h03

Prezzemolina
Clio79
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Kokoro Taira
STANZA DI KOKO E VILDE


Vilde entrò in stanza con aria distratta, un'espressione corrucciata ad alterarle i tratti spigolosi del viso; chiuse la porta dietro di sé, sollevò lo sguardo e strabuzzó gli occhi, perplessa.

- Ah. Pensavo fossi tornata a casa - sono le prime parole che mi rivolge, mentre fa qualche altro passo all'interno della nostra stanza.

- Quest'anno ho deciso di non tornare a casa, ma non ho comunque passato le vacanze a scuola: sono rientrata un paio di giorni fa. Piuttosto, credevo che tu ti trattenessi a casa fino a Cap...-

Ma non riesco a finire la frase, perché la mia attenzione viene totalmente calamitata dal pacchetto che l'altra mi sta porgendo; lo prendo in modo meccanico, rimandendo in piedi immobile e muta come uno stoccafisso.
Quando mi riprendo dalla sorpresa, Vilde si è messa a letto.

"Cosa mi sono persa?" penso, smarrita.

Confusa, torno a sedermi sul letto, prendendo a rigirare il regalo (o almeno credo che lo sia) tra le mani; è così che mi accorgo che, incastrato nel nastro del fiocco, c'è un biglietto.

-Un pegno per la nostra alleanza. Ci servirà.- lessi sottovoce, dopo aver preso il bigliettino e averlo aperto.

A questo punto, curiosa, scarto il regalo e mi si illuminano gli occhi alla vista del set per la pulizia delle spade; apro la statola di legno e inizio ad esemibare gli strumenti all'interno: alcuni sono gli stessi che uso per curare l'affilatura della katana, altri sono diversi.
Sorrido, appoggiando la scatola sul comodino.

"Dopo dovrò costringerla ad accettare i miei ringraziamenti." penso, andando a recuperare il libro comprato all'Harmonia mundi e riguardando alcuni passaggi che avevo sottolineato.

Passa un'ora o poco più, prima che l'altra si svegli ed emerga dal suo groviglio di coperte; allora, metto da parte il libro, mi alzo e vado a recuperare alcuni dolcetti dai meandri del mio armadio, così da poterli offrire all'altra ragazza.

- Ehi, dormito bene? - chiedo nel frattempo.


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#110 Il 07-01-2022 a 00h16

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Isabella Grimaldi
Camera


erano stai giorni inaspettatamente frenetici, credevo di essere l'unica a trascorrere le vacanze di Natale a scuola, ma fortunatamente mi sbagliavo. Tra buon cibo, studio e l'aiutare il prof Colleoni con i nipoti e bisnipoti della preside, erano finalmente passati i giorni più difficili per me, considerati da sempre un confronto con la solitudine. Quest'anno nonostante tutto invece mi ero anche divertita, strano ma vero, e ora si avvicinava la notte del Capodanno, la notte dei buoni propositi che non sono mai riuscita a mantenere, la notte della speranza. A scuola era prevista una bella festa, non vedevo l'ora, avrei passato altri bei momenti in compagnia dei miei nuovi amici


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#111 Il 07-01-2022 a 01h31

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Nikolas Axel Fox-Lombardi

CASA



È la mattina del 31 e stiamo di nuovo preparando le valige, per un altro fine settimana dai nonni tutti insieme appassionatamente. In realtà mi fa molto piacere, ma non capisco il senso di disfare le valige per cinque giorni, tanto valeva lasciarle così. Ma invece no, bisogna togliere i vestiti dal trolley la domenica sera per rimetterceli il venerdì mattina. Vabbè.

Ripiego con cura il pigiama che mi ha regalato Koko insieme al berretto da notte che ha cucito lei e metto entrambi in valigia. Le pantofole ovviamente ce le ho addosso. Pigiama e pantofole sono piaciuti a tutti in casa, soprattutto alle gemelle, che hanno tentato più volte di rubarmeli intrufolandosi in camera mia di nascosto (ma in realtà anche Oscar me li invidia, ne sono sicuro). Lascio invece fuori il maglione di Adriel, che metterò direttamente oggi prima di uscire di casa. Mentre mi guardo intorno per capire cos'altro potrebbe servirmi, poso lo sguardo sui libri che ho ricevuto da Isabella, divorati in due giorni e sul segnalibro che mi ha regalato Jasmine, che ho appoggiato sui libri e che ho utilizzato proprio per quelli.

Guardo Oscar armeggiare con il suo borsone dall'altra parte della stanza. Alza gli occhi e mi vede che lo fisso.
-Ehi, so che a Natale non abbiamo avuto molta fortuna, ma questa settimana lo troveremo, qualunque cosa sia- mi dice con un sorriso. -Spero che questo segreto almeno sia in Italia, altrimenti possiamo continuare a cercare all'infinito!- continua, ridendo. So che vuole solo tirarmi su di morale e un po' ci riesce anche. Gli faccio un mezzo sorriso, non proprio convinto ma abbastanza fiducioso. Speriamo bene.


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#112 Il 07-01-2022 a 16h58

Fusion
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Vilde Revven
STANZA DI VILDE E KOKORO


In realtà non dormii affatto, ma il caldo delle coperte aiutò a rilassarmi. Mi alzai dopo un po', con Kokoro ancora in stanza. Da un certo punto di vista avrei preferito stare da sola, eppure il dolcetto che mi stava porgendo la ragazza mi sembrava un gesto di accettazione. Avrebbe potuto benissimo farlo mia sorella Nilde, che quando voleva sapeva essere veramente di supporto. Lo presi ringraziandola e lo assaggiai. Non amavo molto i dolci e quello mi parve troppo zuccherato, ma lo apprezzai comunque.
- Non ho proprio dormito, ma almeno mi sono schiarita le idee - le risposi, anche se in realtà non era vero: avevo più che altro cercato di pensare ad altro.
- Novità sulla Foscari? Quando pensi che potremo iniziare ad agire? -

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#113 Il 07-01-2022 a 17h50

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Soledad Esposito

SALA MENSA

I miei tranquilli e noiosi piani per le festività natalizie, ovvero stare in camera a guardare serie tv o simili, furono brutalmente distrutti dalla preside che ebbe la bella (per modo di dire) idea di far venire a scuola praticamente tutti i suoi parenti con ovviamente mocciosi al seguito. Una quantità immensa di bambini partecipò al cenone della vigilia e poi al pranzo di Natale. Stare vicino a così tanti bambini mi infastidiva alquanto. Tra quelli che urlavano, quelli che correvano intorno ai tavoli, quelli che volevano a tutti i costi giocare con me è
e quelli che continuavano a fare domanda sentivo di star impazzendo. Perciò dopo aver mangiato le prime due portare me la svignai portandomi dietro quello che a quanto pare era un dolce esclusivamente per me. Immaginavo fosse da parte della cuoca e doveva averne fatto uno per ogni studente. Il mistero però rimaneva il come avesse fatto ad indovinare i miei gusti. Non mi feci domande e me ne tenni una fetta per ogni giorno. Non ero abituata a mangiare molto anche se quel panettone era davvero buono. Riuscii ad evitare quegli insopportabili creature del demonio anche per il giorno di Natale e i giorni seguenti furono fortunatamente molto più calme e silenziose. Conobbi anche una delle poche studentesse rimaste a scuola, una certa Isabella. L'avevo già vista diverse volte anche in Biblioteca dato che dava una mano lì. Non è che avessimo fatto chissà quali conversazioni, ma perlomeno ora sapevo il suo nome e l'anno che frequentava. Il 31 di Dicembre, alla vigilia di Capodanno, già si vedevano alcuni studenti tornare a scuola, forse già stanchi delle festività passate in famiglia tra parenti rompi scatole e regali riciclati. Io non ero particolarmente eccitata, come mio solito, non si prevedeva niente di entusiasmante e non credevo ai buoni propositi per il nuovo anno. Avevo smesso di crederci molto tempo prima. Quindi con aria annoiata, come fosse un altro normalissimo giorno, andai in sala mensa a mangiare qualcosa. Magari la sera sarei potuta uscire e andare in piazza a Roma per il countdown. Forse avrei rimediato anche qualche alcolico e una nottata di fuoco.


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#114 Il 07-01-2022 a 19h33

Prezzemolina
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Kokoro Taira
STANZA DI KOKO E VILDE


- Novità sulla Foscari? Quando pensi che potremo iniziare ad agire? - mi chiede, mentre inizia a spiluccare il dolce che le ho offerto.

- La Preside ha organizzato una festa per celebrare l'arrivo del nuovo anno, a cui saranno presenti tutti gli studenti attualmente a scuola e tutto il corpo docente; ad alcuni professori, però, è stato assegnato il servizio di sorveglianza. 
Pensavo che potremmo approfittare di questa occasione per tenere d'occhio la Foscari, controllarne i movimenri. - dico, andando a ripescare dal libro un foglietto pieno di annotazioni.

Mi soffermo su un appunto in particolare, indecisa se parlarne o meno all'altra; mi prendo qualche minuto per riflettere, poi decido di dare a Vilde la stessa fiducia che mi ha consesso parlandomi della sua famiglia.

- C'è un'altra cosa, ma ti devo chiedere di non saltare subito alle conclusioni...
So di potermi fidare di te, altrimenti non te ne parlerei, ma, riguardo a questo, devi avere fede nel mio giudizio. - affermo, lo sguardo decisamente più serio, la postura improvvisamente rigida.

Aspetto il suo cenno di assenso, poi continuo:

- Ultimamente, la Foscari sembra essersi avvicinata molto ad un altro professore: sto parlando di Elios Colleoni.
È da qualche mese, ormai, che tengo d'occhio il professore: sembra più schivo rispetto a prima, ha spesso problemi di salute e, a volte, non lo si vede per diversi giorni a lezione.
Inoltre, il suo odore è cambiato: c'è qualcosa di diverso, che sporca il profumo di tea che sembra permeare il suo intero essere, qualcosa di pericoloso.
Tuttavia, non può essere un vampiro, altrimenti non avrebbe avuto alcun odore...
Inoltre, non penso che siano alleati, ma mi preoccupa il fatto che la Foscari gli si sia avvicinata. - dico, tutto d'un fiato, aspettando che l'altra mi desse la sua opinione.

Ultima modifica di Clio79 (Il 07-01-2022 a 21h08)


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#115 Il 07-01-2022 a 21h51

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Vilde Revven
STANZA DI VILDE E KOKORO, poi PRATO


Non sapevo che sarebbe stata fatta una festa di fine anno, ma d'altra parte non avevo mai passato le vacanze a scuola. Ad ogni modo, mi sembrò una buona idea cominciare il pedinamento in quell'occasione: la presenza di molta gente ci avrebbe consentito di passare inosservate.
Le considerazioni di Kokoro sul professor Colleoni invece mi inquietarono.
- Potrebbe essere che la Foscari abbia cominciato a bere il suo sangue: le vittime dei vampiri subiscono un'attrazione ancora maggiore nei confronti del proprio aggressore, come se ne fossero diventati dipendenti. Bisogna controllarlo - dissi a Kokoro, preoccupata. Dopo aver programmato come attrezzarci per la sera, quali armi portare e come muoverci, mi congedai dalla mia compagna per passare del tempo da sola. Presi il mio libro e mi incamminai fuori dalla scuola, verso il parco. Avevo un mio albero preferito dove amavo riposare, un frassino come Yggdrasil. Era il posto ideale per fermarsi e cercare un po' di pace interiore, ma in quel momento qualcuno era poggiato sotto le sue frasche.
Con un tuffo al cuore, mi resi conto che era Adriel Morgan. Non sapevo se mi avesse visto, ma arrivata a quel punto sarebbe stato veramente sconveniente ignorarlo. Così mi avvicinai - la mia spilla d'argento era appuntata sulla sua sciarpa - e mi sedetti a un lato dell'albero, non troppo distante da lui, ma nemmeno al suo fianco.
Aprii il libro e cominciai a leggere qualche parola, ma sentii subito un impellente bisogno di dire qualcosa.
- Senti... ehm - Volevo scusarmi per quello che era successo quella sera, ma non ci riuscii. Il ricordo di quanto accaduto mi imbarazzava, anche se non riuscivo a pentirmi di non aver cancellato la memoria a quel ragazzo.
- Come sono andate le vacanze? - chiesi alla fine. Era una domanda a caso, che speravo potesse farci parlare il tempo sufficiente per qualche convenevole e basta.

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#116 Il 07-01-2022 a 23h56

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Adriel Morgan

PRATO

Non so per quanto tempo ero rimasto sotto quel l'albero a pensare. Non che facessi chissà quali riflessioni profonde, avevo solamente bisogno di stare un po' per conto mio. Anche se alla fine odiavo la solitudine quindi mi fece piacere quando sentii qualcuno sedersi quasi accanto a me. Cercai di non farci caso anche se la curiosità alla fine ebbe la meglio. April gli occhi e per mia sorpresa scoprii che era Vilde che si mise a leggere in silenzio e io resistetti con tutte le mie forze all'impulso di fissarla. Mi guardai i piedi pensando di alzarmi ed andarmene. Forse non si era accorta della mia presenza... Stavo per tirarmi su quando sentii la voce di Vilde parlarmi. Mi irriggidii all'istante troppo sorpreso per proferire parola. Sbattei più volte le palpebre e alla fine risposi balbettando un poco.
-B-bene.-
Mi ammutolii per qualche secondo poi scossi la testa riprendendomi e feci:
-A-Ah scusa, le tue invece?-
Sentivo il cuore battermi forte per qualche oscuro motivo mentre diventavo rosso per la vergogna di essere sempre così goffo ed impacciato.


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#117 Il 08-01-2022 a 01h11

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Nikolas Axel Fox-Lombardi

CASA, poi CASA DEI (BIS)NONNI



Io e Oscar finiamo di sistemare i vestiti per questo fine settimana, non senza qualche sbuffo da parte mia. Davvero non capisco perché la mamma insista per portarsi dietro tutta questa roba. Tanto rimaniamo a casa e non penso di aver bisogno di cambiarmi la maglia quattro volte in due giorni e mezzo, ma è inutile discutere.

Tiro fuori dal cassetto della scrivania il quaderno dove ho messo i nostri appunti, lo apro e tutti i fogli sparsi che ci sono dentro rischiano di rovesciarsi a terra. Li prendo appena in tempo, bilanciando il quaderno con una mano e i fogli con l'altra. Butto tutto sul mio letto e prendo una penna.
- Riguardiamo un po' quello che abbiamo, ti va? - chiedo a mio fratello, che annuisce prima ancora che io termini la frase, mentre si siede di fronte a me sul mio letto.
Stiamo un'ora abbondante a riguardare tutti gli appunti, a formulare teorie su cosa possa essere questo segreto, ovviamente a dove trovarlo. Scommettiamo scherzosamente su chi lo svelerà per primo e su quale quadro lo indica, prima che la mamma ci chiami per dirci di prepararci ad uscire. Raccolgo di nuovo tutti i fogli sparsi e li infilo nel quaderno, che metto nella valigia.

Arriviamo a casa dei nonni in tarda mattinata. In questo periodo dell'anno i miei non lavorano, quindi possiamo anche arrivare in giornata. Ovviamente, Clarissa e gli zii sono già arrivati: c'è la loro macchina di fuori e quando apriamo la porta si sente chiara e forte la voce di mia cugina, che sta raccontando chissà cosa ai nonni.


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#118 Il 08-01-2022 a 20h41

Fusion
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Vilde Revven
PRATO


In effetti, la mia domanda non era stata particolarmente felice, dato che Adriel poi mi aveva chiesto la stessa cosa, di cui io non volevo parlare. Così troncai subito il discorso:
- Male. Ho litigato con mio padre -
Ero sorpresa di essere riuscita a spiegare anche il perché del mio disagio, anche se così stringatamente. Mi dispiacque, però, aver risposto in modo così tagliente, perciò dopo qualche secondo di silenzio ripresi a parlare.
- Passerà, credo -
Fissai il mio libro, che improvvisamente mi ricordò casa. Era "Il sacrificio di Senua", un romanzo epico che raccontava la storia della guerriera Senua, che cerca di riportare in vita il suo amato Dillon, un comandante celtico, sfidando la dèa della morte Hela, ostacolata da divinità minori e dal ricordo di suo padre, che la considerava malata di mente. Da piccola amavo leggere le avventure di Senua e i modi in cui sconfiggeva gli dèi, ma da grande avevo imparato ad apprezzarlo per altri aspetti, soprattutto quelli psicologici ed emotivi. In qualche modo adesso mi sembrava di empatizzare ancora di più con lei e con il suo complesso rapporto con il padre. Non ero sicura, invece, che avrei mai trovato Dillon. L'associazione mentale con Adriel venne automatica, ma la scacciai dopo qualche attimo. Eppure sentivo di desiderare un qualche legame con lui, anche se la nostra conoscenza era nata solo per caso, per un mio sciocco errore in un momento di debolezza. Forse era il fatto che mi aveva sempre trattato con gentilezza e senza alcun doppio fine. Chi poteva dirlo.
Mi alzai, spazzolandomi la gonna e il tabarro: si era fatto più tardi del previsto. Ma prima di andare, mi chinai verso Adriel, cercando di guardarlo negli occhi (ma senza riuscirci) e porgendogli Il sacrificio di Senua.
- Te lo presto. Se ti va leggilo, così poi ne parliamo -
E me ne andai rapidamente. Sentivo i suoi occhi rossi addosso.

NB: Il sacrificio di Senua non esiste come libro, ma la storia viene dal videogioco Hellblade: Senua's Sacrifice. Potete leggere qualche approfondimento qui e qui

Ultima modifica di Nietzsche (Il 08-01-2022 a 20h47)

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#119 Il 08-01-2022 a 20h46

Prezzemolina
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Kokoro Taira
STANZA DI KOKO E VILDE


La chiacchierata con Vilde mi aveva un po'turbato, anche se continuavo a pensare che la situazione del professore non fosse collegata alla Foscari; tuttavia, era anche vero che non ne ero sicura al 100% e il dubbio mi rendeva irrequieta ed impaziente di scoprire la verità.

Per scrupolo, una volta che l'altra ebbe lasciato la stanza, controllai ancora una volta gli appunti presi in quei giorni, le informazioni raccolte e alcune teorie che mi ero segnata.

"Quando tutto sarà finito, dovrò bruciare questi fogli." penso, sfogliandoli velocemente.

Appena finito, lanciai un'occhiata alla sveglia sul comodino e quella mi rivelò di essere in ritardo: se volevo arrivare in tempo alla festa, dovevo iniziare a prepararmi.
Così, presi l'occorrente per una doccia e uscì nel corridoio, diretta ai bagni; appena ritornata in stanza, ancora in accappatoio, recuperai dall'armadio il vestito che mi aveva regalato Kosuke, delle ballerine (scarpe basse, in considerazione dei piani per la serata) e gli accessori.
Come ultima cosa tirai fuori dall'armadio una cassetta in legno, dalla forma allungata; mi sedetti sul letto e, mentre attendevo che l'asciugamano assorbisse l'acqua in eccesso dai capelli, iniziai a preparare la wakizashi*, utilizzando il kit regalatomi da Vilde.
La spada corta, piccola e maneggevole, poteva tranquillamente essere nascosta tra le pieghe dell'abito, perciò la mia scelta era ricaduta su di lei, piuttosto che sulla più appariscente katana.
Finita quest'ulteriore mansione, mi asciugai i capelli e li acconciai con cura, quindi mi truccai e vestii, fissando la wakizashi in un fodero di pelle sulla coscia, nascosto perfettamente dalla gonna morbida del vestito.

Un'altra rapida occhiata all'orologio, mi disse che ero effettivamente in ritardo, perciò presi la borsa e mi affrettati ad uscire dalla stanza, lungo i corridoi, fino ad arrivare alla Sala Grande; feci un respiro profondo, poi entrai, mischiandomi tra la folla e cercando di individuare la persona che dovevo tenere d'occhio.

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#120 Il 08-01-2022 a 22h15

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Soledad Esposito

SALA MENSA

Quando mi accorsi che la mensa era arredata a festa, più del solito almeno per quel periodo, era ormai troppo tardi, si stava già riempiendo di studenti agghindati pronti a festeggiare l'inizio del nuovo anno. Vidi che era stato anche preparato un piccolo palco quindi forse ci sarebbe stato un piccolo concerto. Mi convinsi a rimanere e corsi in camera a cambiarmi. Dovevo essere la più bella della festa e fare invidia a tutte quelle ochette delle mie compagne. Il che, con la bellezza che mi ritrovavo, non era affatto difficile. Mi infilai un abito dorato di paillettes, delle décolleté nere su una pochette in tinta con le scarpe. Mi truccai in maniera maniacale e mi acconciai i capelli in un raccolto morbido. Dopodiché tornai in sala mensa che era diventata straordinariamente affollata e andai a prendere qualcosa da bere. Ovviamente niente alcol, dovevo accontentarmi di un punch analcolico alla frutta aspettando che la musica iniziasse, o comunque che succedesse qualcosa.

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#121 Il 08-01-2022 a 23h45

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Adriel Morgan

PRATO poi CAMERA DI ADRIEL poi SALA MENSA

Mi dispiacque sapere che Vilde aveva litigato con suo padre. Non doveva essere piacevole, specie durante le feste. E anche se il tono della ragazza era stato duro non la biasimai, poteva essere ancora arrabbiata ripensandoci. In ogni caso Vilde cercò di rassicurare sia me che forse anche sé stessa dicendo che sarebbe passata, poi si alzò pronta ad andarsene. Prima però si fermò di fronte a me e mi diede il libro che poco fa stavo leggendo. La fissai  sbalordito mentre mi consigliava di leggerlo. Continuai a guardare la ragazza anche mentre si allontanava, almeno finché la raggiunse il mio sguardo. Dopodiché posai gli occhi sul libro che mi era stato dato e cominciando a sentire un po' di freddo corsi all'interno raggiungendo camera mia. Mi tolsi cappello, sciarpa, guanti e scarpe e poi mi persi a leggere il libro di Vilde. Era... romantico, e avventuroso, e fantastico, faceva profondamente riflettere. Dovetti fare più volte delle pause finché fu proprio durante una di queste che notai l'orario e chiusi il libro alzandomi di scatto. C'era una festa per il capodanno e non potevo mancare, perciò dandomi una veloce sistemata ai capelli, senza cambiarmi, se non giusto le scarpe, raggiunsi la sala mensa senza fiato. Avevo anche rindossato la spilla sul appuntandola sul maglione. C'erano già parecchia gente e cercai tra la folla qualche volto amico finché non individuai Kokoro. Mi diressi veloce verso di lei e le sorrisi.
-Ehi Kokoro! Stai benissimo!-
Arrossii nel dirlo, del resto era più bella del solito.
-Dov'è Nikolas?-
Chiesi dopo qualche attimo. Era raro vederli separati. Sapevo che era tornato a casa per le vacanze di Natale ma immaginavo fosse tornato per il Capodanno. No?


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#122 Il 09-01-2022 a 00h44

Prezzemolina
Clio79
Quello di cui ho bisogno per sopravvivere è il dente di leone che fiorisce a primavera.
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Kokoro Taira
SALA DELLA FESTA


Cercai di confondermi il più possibile tra la folla, il leggero peso della wakizashi sulla coscia a darmi sicurezza.
Mi ci volle un po', ma alla fine riuscii ad individuare la Foscari muoversi ai margini della sala, apparentemente in modo casuale; dopo un attimo di osservazione, però, notai che si aggirava sempre dalle parti del palco.
Allora, il mio sguardo corse ai Camaleonti e ad uno in particolare, ma non mi sembró che i membri della band avessero notato la donna, né notai Colleoni guardarsi intorno in modo sospetto.
Ero così concentrata sul gruppo da non accorgermi che qualcuno mi si era avvicinato, così sobbalzai nel sentirmi rivolgere la parola.

-Ehi Kokoro! Stai benissimo!
Dov'è Nikolas?-


- Oh, ciao Adriel!
Grazie, sei gentile come sempre, ma il merito è tutto del buon gusto di mio fratello Kosuke: questo vestito è il suo regalo di Natale per me.
Comunque, anche tu stai molto bene. - dissi con un sorriso.

Il riverbero delle luci del palco su qualcosa di indefinito mi distrasse, attirando la mia attenzione sul suo maglione; solo in quel momento mi accorsi della spilla.

"Ha un'aria familiare." mi ritrovai a pensare, senza riuscire a ricordare dove l'avessi già vista, probabilmente indosso allo stesso Adriel comunque.
Un attimo e mi riscossi, affrettandomi a rispondere alla domanda che mi aveva posto:

- Nik è a casa dei suoi nonni, come ogni anno durante le feste. - dico, cercando di essere il più coincisa possibile e sperando che l'altro ragazzo non facesse altre domande su di lui: in questo momento non mi va di parlare di Nik.


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#123 Il 09-01-2022 a 11h04

Fusion
Nietzsche
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Elio Colleoni
SALA DELLA FESTA


Passai il resto del pomeriggio a riprovare i pezzi che avevamo deciso di mettere in scaletta (questa volta aveva deciso quasi tutto la Merkel, fortunatamente). Sarebbero stati pezzi piuttosto classici del periodo: qualche pezzo semi-natalizio, un po' di cover di pezzi di Capodanno e qualche nostro brano inserito a sfroso, per farci conoscere. Stavolta niente effetti sofisticati: eravamo lì più per fare da sottofondo musicale, che per un vero concerto.
Verso le 4 cominciammo a montare e a fare qualche prova e alle 7 aprimmo le porte, ma senza presentarci subito. Attendemmo che arrivassero gli studenti e cominciassero a prendere qualcosa da mangiare e bere prima di cominciare a esibirci.
Dato che era impossibile, per Mic, non essere esplosivo durante un concerto, decidemmo che ci avrebbe presentato la Merkel.
- Buonasera a tutti, gente! Siamo i Camaleonti Cosmici e siamo qui per allietare la vostra serata di Capodanno. Speriamo che possa essere uno splendido anno per tutti voi! -
E detto questo, cominciò subito con la sua cover di What are you doing New Year's Eve? di Ella Fitzgerald. La sua voce calma e avvolgente infuse subito un clima di tranquillità, che portò ragazze e ragazzi a sparpagliarsi e chiacchierare in giro.
Gettando un'occhiata tra il pubblico, vidi sotto al palco Irina, che ci guardava sorridente. Era venuta ad aiutarci prima a sistemare il palco, presentandosi allegramente alla band e augurandoci tanta mer*a (vedi nota), prendendomi la mano e stringendomela forte. Avev anche salutato con cordialità Condorcet, suo ex compagno di classe, che aveva ricambiato abbastanza perplesso.
- Sai che non l'avevo proprio riconosciuta? È cambiata un sacco dagli anni della scuola - mi aveva detto. Io, che non la conoscevo se non di vista in quel periodo, avevo ribattuto facendo spallucce, e Mic aveva subito approfittato per fare una battuta sulla mia relazione con lei.
- Ma non hai visto come ti guarda? Elione ha fatto conquiste -
- Sta' zitto Mic - avevo ribattuto annoiato.
- Sei il solito pirla che non si accorge di niente, ma io non sbaglio mai su queste cose -
In effetti aveva ragione: sia su di me che sugli altri membri della band, Mic aveva capito fin da subito chi ci correva dietro o a chi eravamo interessati (io in realtà costituivo l'eccezione, dato che ero abbastanza sicuro che non mi fosse mai successo veramente che mi piacesse qualcuno in quel senso). In ogni caso, al massimo ci avrei pensato con il nuovo anno: adesso dovevo concentrarmi a suonare e a sorvegliare gli studenti.

Nota: in concerti, spettacoli ecc. non si augura mai in bocca al lupo, ma tanta mer*a xD L'augurio richiama l'idea che allo spettacolo venisse tanta gente, che al tempo viaggiava in carrozza con cavalli annessi. Più gente c'era, più ovviamente erano presenti cumuli di escrementi animali (d'altra parte mica se la possono tenere).

Scaletta dei pezzi proposti dalla band

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#124 Il 09-01-2022 a 15h22

Chiacchierona
Verinise
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Adriel Morgan

SALA MENSA/FESTA

Kokoro ricambiò i complimenti e pensai che per suo fratello intedesse uno dei suoi cugini. Se avevo capito bene tramite il patto che avevano stilato erano come fratelli. Era qualcosa a me un po' complicato, prima o poi mi sarei fatto spiegare come avveniva esattamente il "rituale". Al momento però la ragazza sembrò fissarsi su qualcosa sul mio maglione. Forse stava guardando la spilla che io ormai portavo con orgoglio. Comunque lei non mi fece domande e io non dissi nulla. Al quesito su dove fosse Nikolas la rossa mi disse che era a casa dei suoi nonni come ogni festa.
-Oh, non lo sapevo.-
Dissi sinceramente sorpreso.
-Pensavo festeggiaste Capodanno insieme.-
Kokoro... Sembrava quasi infastidita? O forse era solo una sensazione mia.
In quel momento iniziò la festa vera e proprio con la band del Professor Colleoni che evidentemente era stata nuovamente invitata a suonare. Stavolta non c'era Jasmine a cantare ma una giovane che non avevo mai visto. Mi ripromisi che finito il concerto sarei andato dal biondo che alla Festa D'Autunno, Mic mi sembrava fosse il suo nome, e che io avevo cacciato malamente. In effetti mi ero scusato con tutti tranne con lui proprio perché non sapevo come. Ora però che ne avevo la possibilità meglio farlo. Non mi piaceva lasciare indietro delle cose, preferivo prima o poi sistemare ogni malinteso o simile così da poter stare con il cuore in pace. Stessa cosa se si trattava di debiti sia morali che finanziari.
Io e Kokoro parlammo per un altro po' del più e del meno accompagnati dalla musica che agevolava il discorso poi mi congedai per andare a prendere qualcosa da mangiare. Sicuramente durante la festa tanto ci sarebbero state altre occasioni per chiacchierare.


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#125 Il 09-01-2022 a 16h07

Prezzemolina
Clio79
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Kokoro Taira
SALA DELLA FESTA


-Oh, non lo sapevo.
Pensavo festeggiaste Capodanno insieme.-


Lo guardai per un momento, strabuzzando gli occhi per la sorpresa.
Davvero non capivo perché ogni parola che usciva dalla bocca di quel ragazzo dovesse sottoindere una relazione che non esisteva; eppure ero stata molto chiara durante la nostra chiacchierata in biblioteca... lo faceva di proposito per punzecchiarmi?
Questo pensiero non mi piacque per nulla.
In ogni caso, che lo facesse in modo innocente o meno, era arrivato il momento di parlargli chiaramente: ero già abbastanza confusa circa i miei sentimenti, senza bisogno che qualcun altro presupponesse di saperne più di me.

- Ascoltami, Adriel.
Non so che idea tu ti sia fatto circa la mia relazione con Nik, ma ho capito che non hai ascoltato il discorso che ti ho fatto in biblioteca oppure non mi hai creduto. Non mi interessa sapere quale delle due ipotesi sia quella vera, ma devo chiederti di smetterla di parlare come se ci fosse qualcosa di più rispetto a quel che è, altrimenti... assaggerai il filo della mia lama. - dissi seriamente, con aria minacciosa, poi scoppiai a ridere.

Il ragazzo prese a muoversi sul posto, a disagio, così gli battei amichevolmente su una spalla.

- Dai, Adriel! Mi sembra evidente che non ero seria... quanto all'ultima parte del discorso, almeno.
Però non mettermi più in difficoltà in questo modo: non è carino. - aggiunsi, con il sorriso ancora a stirarmi le labbra.

Poi, mentre la band iniziava a suonare Christmas Eve, cambiai argomento e chiacchierammo piacevolmente per un po'; alla fine, ci separammo: Adriel andò verso il buffet e io mi mescolai di nuovo tra la folla, in cerca della prof. Foscari.

Ultima modifica di Clio79 (Il 09-01-2022 a 16h09)


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