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Forum- My Fashion girl.it, gioco di moda! Gioco di ragazze e per ragazze!

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#126 Il 09-01-2022 a 18h18

Moderatore
Artemis97
Scrivetemi pure per: GDR, problemi, bug, contatti con l'amministrazione
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Nikolas Axel Fox-Lombardi

CASA DEI (BIS)NONNI



Corriamo via verso le due del pomeriggio, dopo aver aiutato a sparecchiare e sistemare. Al grido - Cena alle nove, non fate tardi! - della nonna, iniziamo (per la seconda volta) le nostre ricerche.
In cantina non ci sono quadri e non avrebbe neanche senso metterceli, ma controlliamo di nuovo per sicurezza.
Torniamo al piano terra. Prima l'ingresso, dove ci sono due quadri di paesaggi, appesi uno di fronte all'altro alle due pareti che lo delimitano. Uno è palesemente la vista dei colli dietro casa dei nonni, l'altro... beh, non l'ho mai saputo, onestamente. Inizio a pensare che sia un particolare paesaggio iraniano. Passiamo poi al salotto, dove Madison e Willow stanno giocando (o meglio, litigando) a chissà quale gioco inventato. Qui c'è il mio quadro preferito dei nonni, fatto a partire da una foto del loro matrimonio. L'anello non si vede, perché il bisnonno le stringe la mano destra coprendoglielo, ma la bisnonna è più bella che mai. Mi sono sempre incantato a osservarlo, a vedere come si guardavano. Non ho il coraggio di toccarlo e lo tiro giù delicatamente con un incantesimo, minacciando le mie sorelle di qualsiasi cosa pur di non fare la spia.
Passiamo poi alla sala da pranzo, dove gli adulti giocano a carte e litigano non meno delle gemelle. Forse sta vincendo mia madre, a giudicare dall'espressione contrariata di mio zio. Non si accorgono neanche che stiamo fissando un po' troppo accuratamente i piccoli quadretti che si trovano sulla credenza, sotto le foto di famiglia.
Controlliamo di nuovo in cucina, ma anche lì non c'è niente. Torniamo all'ingresso e saliamo le scale, piene di foto mie, dei miei fratelli e di mia cugina.

Il quadro preferito di Nik



Arriviamo al primo piano e partiamo dalla camera dei nonni. Sulla toeletta della nonna c'è una foto del loro matrimonio e una di lei da giovanissima, probabilmente appena sposata o incinta di mio zio.
Passiamo alle due camere degli ospiti, prima quella dove dormono i miei genitori, poi quella dove dormono i miei zii. Anche qui, poco o nulla.
Passiamo per il corridoio, dove fa bella mostra di sé il quadro della famiglia della bisnonna, con i genitori e la sorellina.
Arriviamo allo studio, ora adibito a camera da letto delle gemelle. C'è solo un quadro, che rappresenta la bisnonna. Espressione austera e con qualche anno in più, ma sempre bellissima. Lo osserviamo da ogni angolatura per svariati minuti, ma anche qui niente.

Il quadro in questione



-Ehi Al, passiamo alla mansarda? Mi sa che ci è rimasta solo quella da ricontrollare- mi chiede Clarissa, con un sorriso incoraggiante. Gli occhi, della stessa tonalità di quelli di Oscar, tradiscono però una leggera incertezza.
-Sì... certo, andiamo- le rispondo, non riuscendo a trattenere la mia delusione. Guardo l'anello, rigirandomelo tra l'indice e il pollice della mano destra e sospiro. Quando alzo lo sguardo, Oscar e Clarissa mi stanno guardando. Annuisco ad entrambi con convinzione e inizio a salire le scale. Finita la prima rampa, mi fermo un attimo sul pianerottolo per controllare velocemente l'ora sul telefono: non so come, si sono fatte le sette e mezza. Alzo lo sguardo e vedo un altro quadro.
-Ragazzi... ma questo? L'ultima volta non l'abbiamo controllato... anzi, io proprio non l'avevo visto- dico, girandomi verso gli altri e indicandolo con un dito.
-Quale, Al?- mi chiede mia cugina, un po' perplessa.
-Questooo, questo qui! Lo sto letteralmente indicando con un dito, Clarissa!- le rispondo, scoppiando a ridere.
-Io continuo a non vederlo... beh toglilo, così lo vediamo anche noi. E magari con la luce ci capiamo meglio-
La sua risposta mi lascia un po' basito. Il quadro c'è, eccolo, è proprio lì. Lo sto guardando. Allungo una mano e tocco la cornice decorata, che sembra in marmo o chissà cosa. In alto a sinistra c'è un rapace, forse un falco, mentre in alto a destra c'è la testa di un drago e si vede un'ala. Sempre nella parte alta, ma centrale, due cavità, una circolare e una a forma di spicchio di luna.
-Ah ecco, adesso che lo tocchi lo vedo anche io... figo- esclama Oscar, ormai alla mia sinistra.
-La bisnonna deve averci lanciato sopra un incantesimo di occultamento. Il che è un bene, perché vuol dire che deve nascondere qualcosa- commenta Clarissa, alla mia destra.
-Beh, comunque non viene via, deve essere stato inserito nel muro o qualcosa del genere- dico, tentando di staccare il quadro dal muro. Il mio sguardo si posa nuovamente sulle due cavità nella cornice, in particolare su quella di forma circolare. Guardo l'anello e di nuovo la cornice e un'idea mi passa per la testa. Alzo la mano e appoggio la pietra dell'anello nella cavità circolare.

Il quadro



Con un rumore secco, il muro inizia ad aprirsi come una porta, rivelando un piccolo studio di forma quadrata, grande abbastanza da contenere due librerie alle pareti laterali e un tavolino tondo di legno con una elegante sedia. Fatto qualche passo, iniziamo tutti e tre a guardarci intorno, fino a che la mia attenzione non viene attirata nuovamente dal tavolino, illuminato dalla luce della luna che proviene da un piccolo lucernario sul soffitto, direttamente sopra al tavolo. C'è poggiato sopra un cofanetto di medie dimensioni, che apro con cura. Dentro è pieno di oggetti vari e in cima a tutto quanto c'è una pergamena. La srotolo lentamente, ci sono delle scritte in persiano. Nell'ultima riga, c'è scritto "Soraya" (il nome della bisnonna oltre che quello della mamma, l'ha preso da lei) in caratteri latini, poi una scritta in persiano, forse il suo stesso nome. Accanto, due date in numeri arabi: 1922 e 1925. La prima è l'anno di nascita della bisnonna, la seconda non lo so.
Appoggio la pergamena ed esclamo -Questa la devo proprio raccontare a Koko!-
-Salutaci la tua morosa*- ridacchia Clarissa in risposta, mentre osserva alcuni libri.
-Non è la mia morosa...- borbotto, mentre le scrivo un messaggio.

FROGGY!!!
Questa volta ci siamo! Abbiamo trovato una stanza segreta e un cofanetto con delle cose dentro! Non le ho ancora guardate, ma volevo avvisarti, ti tengo aggiornata
La festa come va?



*ragazza nel senso di fidanzata, aggiungo il significato perché non so in quante regioni italiane si dica xD


https://i.imgur.com/ZPUDHvZ.gif

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#127 Il 09-01-2022 a 18h47

Prezzemolina
Clio79
Quello di cui ho bisogno per sopravvivere è il dente di leone che fiorisce a primavera.
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Kokoro Taira
SALA DELLA FESTA


Un piccolo intervallo tra 'New Year's Day' degli U2 e l'omonima canzone (credo) di una band che non conoscevo, mi permette di sentire chiaramente il trillo del telefono; apro la borsetta e lo recupero, lo sblocco e trovo ad attendermi un messaggio di Nik.
Sorrido nel leggere delle così belle notizie.

Fantastico! Speriamo che il cofanetto contenga qualche indizio importante ^o^
La festa va bene: i Camaleonti stanno animando alla grande la serata!

Comunque, si: tienimi aggiornata ^.-


Rispondo velocemente, omettendo che non mi sto divertendo affatto: del resto, sono troppo impegnata a seguire il piano per rilassarmi o godermi la serata.
...
Tuttavia, non c'è bisogno che Nik lo sappia.
Sospiro, posando di nuovo il telefono dentro la borsa e riprendendo a scansionare la sala; individuo (finalmente) la Foscari al tavolo del buffet, gli occhi rivolti al palco mentre beve del vino da un calice.

"Beh, approfittiamone per mangiare qualcosa." mi dico, avviandomi in quella direzione.


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#128 Il 09-01-2022 a 20h34

Chiacchierona
Verinise
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Soledad Esposito

SALA MENSA/FESTA

Finalmente mentre la sala si riempiva molto di più salirono sul palco i cosiddetti Camaleonti Cosmici come disse una giovane donna che poi iniziò a cantare.
-Ma guarda un po', allora era vero.-
Il professor Colleoni faceva davvero parte di una band e in quel momento si trovava sul palco a suonare il basso. Altri due giovani lo accompagnavano e ovviamente la cantante. La professoressa Foscari sembrava essere intima con loro, del resto probabilmente avevano la stessa età. Non mi piaceva quella donna. Era fin troppo popolare fra i miei compagni e odiavo avere rivali nel mio campo. Poi giravano strane voci su di lei. Si diceva che fosse cambiata dal mio arrivo alla Splendente, che fosse meno timida e molto più carina. Ovviamente non era per causa mia, almeno così credevo. In ogni caso non mi stava simpatica la prof perciò alzai gli occhi al cielo piuttosto infastidita vedendola fissare la band. Quando ci fu la canzone giusta quindi posai il bicchiere di punch e mi fiondai in pista attirando l'attenzione. Dovevo essere io la protagonista della festa, non certo lei. E ovviamente la più scintillante.


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#129 Il 09-01-2022 a 21h26

Fusion
Nietzsche
Aizawa è tornato Kaneda per colpa del forum. Comunque non sopporta tutto questo rosa
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Vilde Revven
STANZA DI VILDE E KOKORO, poi SALA DELLA FESTA


Avevo passato il pomeriggio facendo i compiti delle vacanze per distrarmi dal pensiero della sera imminente e il comportamento di mio padre. Alla fine, dopo aver tentato invano di scrivere un tema di letteratura sensato, avevo cominciato a ripassare gli incantesimi che mi sarebbero potuti tornare utili in caso di attacco contro un vampiro. Fortunatamente, ero riuscita a recuperare un'altra spilla d'argento da casa, prima di partire, e questo mi dava un minimo di difesa in più.
Mi preparai in modo semplice: indossai un lungo vestito, non sciatto ma comunque comodo per poter fare movimenti improvvisi, i miei stivali in cuoio vegetale e raccolsi i capelli in una treccia. Sirte, la mia fedele spada, era sempre al mio fianco. Stavo per andarmene, quando il mio sguardo si posò sul tabarro che mi aveva regalato Adriel. Era piuttosto appariscente, ma sicuramente adatto a un'occasione di festa, e al massimo durante il pedinamento l'avrei potuto togliere e nascondere da qualche parte. Alla fine, con un sospiro, decisi di metterlo e mi avviai alla festa.

La band del professor Colleoni aveva già cominciato a suonare e, sotto il palco, c'era una ragazza che si muoveva in modo vistoso e allo stesso tempo sguaiato. Il mio sguardo si mise subito alla ricerca della Foscari, che individuai mentre beveva un calice di vino rosso. Ripensai a quelle storie che avevo sentito da piccola sui vampiri che amavano un particolare vino fatto invecchiare in botti foderate in pelle umana e mi venne una leggera nausea. Cercai di farmela passare versandomi un bicchiere d'acqua e, nel mentre, notai Kokoro vicina al tavolo del buffet. Mi avvicinai discretamente e le feci un cenno di saluto, chiedendole un generico:
- Come va? -

Vabbè pure io metto il vestito di Vilde

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#130 Il 10-01-2022 a 11h10

Prezzemolina
Clio79
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Kokoro Taira
SALA DELLA FESTA


Mi riempii un piatto con diversi stuzzichini e mi versai dell'acqua, iniziando subito a sorseggiarla.

"È un peccato che la sala sia invasa da così tanti profumi diversi: in condizioni normali, a questa distanza, sarei riuscita a percepire la mancanza di odore della Foscari.
Sarebbe potuta essere la nostra prova del nove... sempre che la prof. non avesse deciso di farsi il bagno nel profumo, ovviamente.
Però, in una situazione del genere, sono sicura che abbia contato sul fatto che nessun mutaforma sarebbe stato in grado di percepire la sua mancanza d'odore.
Mm..." pensai, iniziando a fiutare l'aria discretamente, sperando in un colpo di fortuna.

Niente.
Per di più, il percepire così tanti odori tutti insieme riuscì a stordirmi; in ogni caso, l'avvicinarmi a lei era principalmente finalizzato a tenerla d'occhio, perciò rimasi appoggiata al tavolo con fare casuale.
Dopo un po' di tempo, non saprei dire quanto con esattezza, notai una figura familiare venirmi in contro.

"Bene, approfittiamone per dare ancor più credibilità al mio rimanere attaccata al buffet."

- Come va? - mi chiese in modo generico, ma capii al volo il sottointeso.

Le lanciai una lunga occhiata, poi mi stampai in faccia un sorriso e risposi con finta allegria.

- Ce ne hai messo di tempo: ho temuto non ti facessi più viva!
Comunque, tutto bene... a parte l'attesa!
È davvero una bella festa e, per fortuna, non ti sei persa che poche canzoni.
A proposito: ma quanto sono bravi i Camaleonti? Nessuno riesce a toglierli gli occhi di dosso, anche se la maggior parte degli sguardi sono per Colleoni.
Effettivamente, è strano vederlo su un palco, piuttosto che dietro una cattedra: sembra completamente un'altra persona!
Per quanto mi riguarda, però, non sono così colpita: rimane sempre il prof. - conclusi, passandole il piatto col cibo e sollecitandola a prendere qualcosa.


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#131 Il 10-01-2022 a 11h44

Chiacchierona
Verinise
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Adriel Morgan

SALA MENSA/FESTA

Dopo aver mangiato e bevuto qualcosina mi guardai intorno. La festa era nel pieno e una ragazza piuttosto vistosa si mise a ballare in mezzo alla pista. Era molto bella, ma decisamente non il mio tipo. Preferivo di gran lunga le ragazze acqua e sapone, come la ragazza che stava arrivando in quel momento. La mia attenzione fu attirata da qualcosa di rosso e il mio volto si aprì in un ampio sorriso alla vista di Vilde con indosso il tabarro che le avevo regalato, una croce molto simile alla mia appuntata su di esso e un lungo vestito nero sotto. La vidi avvicinarsi a Kokoro e chiacchierare con lei. Sembravano decisamente unite. Evidentemente il duello aveva fatto bene loro. Davvero strane le ragazze, non credevo che si risolvessero così i conflitti. Ebbi il forte impulso di avvicinarmi, ma avevo paura di disturbarle. Inoltre il modo in cui Kokoro mi aveva risposto prima mi aveva leggermente terrorizzato. In ogni caso non riuscii a resistere e timidamente mi accostai alle due ragazze.
-Ciao Vilde-
feci arrostendo un pochino.
-Ciao di nuovo Kokoro-
La guardai con un po' di panico in viso.
-Se vuoi uccidermi fallo subito ti prego-
Scherzai per allentare la tensione che provavo.
-Come procede la festa?-
Chiesi dopo un po'. Forse era un'impressione mia ma sembravano distratte come se fossero concentrate su qualcosa... O qualcuno.


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#132 Il 10-01-2022 a 13h21

Fusion
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Elio Colleoni
SALA DELLA FESTA


Il concerto procedeva senza grandi problemi. Mi ero dimenticato di quanto fosse fantastica la voce della Miri e ne ero coinvolto come se fossi dalla parte del pubblico. Qualcun altro, però, era ancora più contento di me: Esposito si era di fatto lanciata sotto il palco e si dimenava come una delle peggiori groupie a un concerto dei Led Zeppelin. La cosa mi cringiava un pochino, essendo una mia studentessa, ma allo stesso tempo mi divertiva. Mic, che invece sembrava essere in completa sintonia con lo spirito folle della ragazza, alla fine del concerto lanciò un'occhiata d'intesa alla band e, senza nemmeno aspettare di lanciare un Capire l'antifona, prese il microfono, declamando a gran voce:
- Sembra che i Camaleonti Cosmici abbiano una nuova splendida fan tra le proprie fila. E allora perché non dare un omaggio alle sue pose? -
Aggrottai le sopracciglia e lanciai un'occhiata penetrante a Mic: si stava sicuramente riferendo alla cover che avevamo fatto di Vogue di Madonna. La dedica però non mi lasciava presagire bene...
La voce mentale di Mic interruppe il mio flusso di coscienza.
"Rilassati, ho deciso che se hanno più di 10 anni di differenza non ci penso neanche, anche se sono maggiorenni".
Osservai stupito Mic.
"Però, passi avanti" pensai di rimando.
"Boh zio, mondi troppo diversi. Però questo non mi impedisce di essere galante, capito?"
Alzai le spalle, accordando il basso di conseguenza, mentre la Merkel cominciava a suonare la tastiera.

Alla fine del pezzo, ci accolse un bell'applauso, che ricambiammo con un inchino. Dopodiché, demmo una veloce sistemata all'attrezzatura per liberare il palco - anche se avremmo portato via tutto definitivamente dopo - e ci fiondammo sul buffet. Salutai distrattamente qualche studente, tra cui il gruppetto formato da Taira, Morgan e Revven (troppo strano che mancasse Fox-Lombardi) e tornai presto vicino al palco per fare due chiacchiere con la Merkel sulla riuscita del concerto. Ma prima di arrivare, una mano mi prese la manica.
- Ehi - disse Irina sorridendomi, con in mano un calice di rosso. - Complimenti, avete spaccato. Avvisami per il prossimo concerto, verrò di sicuro a sentirti! -
Feci una risata imbarazzata e ripensai a quanto mi aveva detto Mic poco prima.
- Ahah grazie per la fiducia, ma io senza band non penso che avrei un gran successo -
Irina rispose con una risata argentina.
- Dici? Beh, comunque io verrei soprattutto per te -
Sentii le orecchie infuocarsi e andai a rifugiarmi con il resto della band. Sentii Irina seguirmi a ruota e volli sperare al fatto che fosse solo un caso.

Vogue - Madonna

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#133 Il 10-01-2022 a 14h05

Chiacchierona
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Soledad Esposito

SALA MENSA/FESTA

Fui lusingata quando la band mi dedicò una canzone, del resto me l'aspettavo, o meglio, volevo che lo facessero. Dopodiché però la band smise di suonare mettendo su pezzi in cassa. Delusa misi su un broncio anche se giustamente anche loro dovevano mangiare. Andai vicino ad una finestra guardando poi l'orologio. Era ancora presto per i fuochi. Pensai che dato che il divertimento era finito di tornare al mio piano originale. Sospira tornai a guardare la sala e il palco. Vidi la professoressa Foscari seguire il prof Colleoni come un cagnolino.
-Ma guarda un po'. Vuole concludere stasera-
Risi tra me e decisi di rimanere. Prima di andare dovevo assolutamente conoscere il resto della band. Perciò mi avvicinai a loro e mi presentai.
-Grazie davvero della dedica! Io sono Sol.-
Feci sorridendo.
-Il prof mi aveva detto che era in una band ma non ci volevo credere. Invece eccovi qui!-
Mi mostrai piuttosto gioiosa anche se in realtà non lo ero poi così tanto.


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#134 Il 10-01-2022 a 15h52

Prezzemolina
Clio79
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Kokoro Taira
SALA DELLA FESTA


Vilde annuì, prendendo un rustico dal piatto e spostando la conversazione su argomenti futili; in realtà, nessuna delle due smise un secondo di tenere d'occhio la Foscari, anche se in modo discreto.
Il tempo inizió a scorrere con una lentezza esasperante, mettendo a dura prova la nostra pazienza e nemmeno l'arrivo di Adriel Morgan riuscì a scacciare del tutto quell'aria di tensione.

-Ciao Vilde...
Ciao di nuovo Kokoro: se vuoi uccidermi, fallo subito ti prego!
Come procede la festa?-
esordì, strappandomi un mezzo sorriso.

- Se ti comporti bene, non hai nulla da temere. - replicai scherzosamente, subito dopo esserci scambiati (la seconda volta per me nell'arco di poche ore) i saluti.

Poi risposi in modo evasivo alla sua domanda, visto che la mia compagna era taciturna... nulla di diverso dall'ordinario, comunque.

Continuammo a parlare per un po', tanto da esaurire tutti i convenevoli e gli argomenti più generici: qualità della musica e del rinfresco, gli addobbi della sala e l'organizzazione, tutto fu esaminato e discusso.
Dopo diversi minuti di silenzio imbarazzato, non ce la feci più e me ne uscii con l'ultimo argomento che avrei potuto tirar fuori:

- Vedo che tutti abbiamo deciso di mettere qualcosa di rosso: del resto, a Capodanno si sa che porta bene!
Solo che io ho scelto di accostarlo a colori chiari, mentre voi a capi scuri. -

I due si guardarono per un momento, poi distolsero lo sguardo (era imbarazzo quello?), rimanendo in un religioso silenzio; confusa, spostai la mia attenzione sul palco, dove i Camaleonti Cosmici stavano salutando il pubblico, concludendo la serata.
Non persi di vista la band nemmeno per un secondo, seguendo il loro avvicinarsi al buffet e l'immediato abbordaggio della Foscari.

"Tsk, non perde tempo...
Non sembra ci sia nulla di cui preoccuparsi, però." pensai, osservando la band avvebtarsi sul cibo.

Colleoni era in gruppo, in mezzo ad una miriade di persone e non sembrava intenzionato a muoversi, né mi sembro che parlasse in modo sospetto alla Foscari.
Allora, distolsi lo sguardo e lo riportai sui miei compagni...
Che si stavano fissando di nuovo in assoluto silenzio.

"Ma che succede?" mi chiesi perplessa, cercando di non fissarli a mia volta e concentrando tutta la mia attenzione su un rustico.

Quando i miei occhi ritornarono sul punto in cui la band era riunita, mi si svuotarono i polmoni.
Erano tutti lì... tranne un persona.

- Vilde! - chiamai con urgenza, mentre scandagliavo freneticamente la sala.

Appena in tempo (con una buona dose di fortuna, lo ammetto), notai la Foscari lasciare la festa.

- Dobbiamo sbrigarci! - dissi, prendendo a camminare rapidamente in quella direzione, subito seguita da Vilde ed Adriel.

Quest'ultimo continuava a chiedere cosa stesse succedendo, al che mi fermai un attimo e gli chiesi:

- C'è qualche possibilità che tu smetta di seguirci, se ti prometto di spiegarti tutto in seguito? -

Il ragazzo scosse la testa, risoluto.

"C**zo!" pensai, con esasperazione.

- Seguici allora, ti spiego mentre andiamo. - sbottai, riprendendo ad avanzare verso l'uscita.

Appena fuori dalla sala, Vilde lanció uno Scooby-doo dove sei tu? per capire quale corridoio imboccare.

"In ogni caso, non possono essere lontani." pensai, prendendo a camminare velocemente (quasi correre) nella direzione indicata dall'incantesimo; nel frattempo, mi rivolsi ad Adriel:

- Dopo il tuo rapimento, qualcosa è cambiato drasticamente nella professoressa Foscari, come avrai sentito e visto tu stesso.
La cosa non mi aveva insospettito, finché un giorno non rimasi sola con lei in classe per chiederle un chiarimento.
Dalla professoressa non proveniva alcun odore, mentre prima ricordo chiaramente che era sempre accompagnata da una scia di lilla ed un profumo che era solo suo e che non ti saprei descrivere.
La cosa mi ha lasciata perplessa: tutti hanno un odore.
Allora, ne ho parlato con Vilde e lei ha ricordato di aver letto su un libro che i vampiri, o le persone da questi trasformate, non hanno alcun profumo; prima delle vacanze di Natale, abbiamo fatto qualche ricerca su questi esseri e abbiamo trovato delle anologie col comportamento della prof.: la Foscari non esce più alla luce del giorno, se non strettamente necessario, ha acquisito un'eleganza quasi sovrumana, non ha più alcun odore...
Ogni cosa ci porta a pensare che sia un vampiro.
Volevamo scoprire se la nostra ipotesi fosse esatta, così abbiamo deciso di approfittare di questa serata per spiare le sue mosse senza attirare l'attenzione.
Soprattutto, siamo preoccupate che lei voglia trasformare qualcun altro, anche per questo la stiamo seguendo. - dissi rapidamente, inventandomi una balla di sana pianta e sperando che Vilde mi reggesse il gioco.


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#135 Il 10-01-2022 a 21h09

Chiacchierona
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Adriel Morgan

SALA MENSA/FESTA poi CORRIDOI

Qualcosa di strano aleggiava nell'aria. Nonostante le chiacchiere potevo affermare con certezza che sia Kokoro che Vilde erano distratte e visibilmente tese. Solamente per qualche secondo l'atmosfera cambiò, esattamente quando Kokoro parlò dei vestiti dai noi indossati. Mi accorsi in quel momento che praticamente io e Vilde eravamo vestiti come una coppia, il sopra rosso e il sotto nero, con anche le spille quasi uguali. Guardai la bionda che sembrò ricambiare il mio sguardo distogliendolo quasi subito, entrambi parecchio imbarazzati. Proseguimmo così in silenzio per qualche attimo finché sobbalzai alla voce allarmata di Kokoro.
-Che succede?-
Chiesi confuso seguendo la rossa che camminava a passo di marcia accompagnata da Vilde. Qualcosa non andava e io non ci stavo capendo niente mentre le due continuavano a camminare velocemente ed ignoravano le mie domande.
Alla fine Kokoro perse la pazienza e mi chiese esplicitamente di non seguirle più promettendo di raccontarmi tutto appena tornate. Mi rifiutai categoricamente, volevo sapere cosa stava succedendo adesso, non dopo. La rossa si arrese e mentre camminavano verso i corridoi, diretti chissà dove, lontano dalla festa, mi spiegò tutto. Kokoro cominciò a dirmi di come dopo il mio rapimento avesse cominciato a notare qualcosa di diverso nella Professoressa Foscari aggiungendo diversi indizi che in conclusione aveva portato le due ragazze a credere che la prof fosse una vampira. Inizialmente rimasi senza parole con la mente annebbiata da troppe informazioni tutte insieme, e solo dopo qualche minuto buono ebbi la forza di balbettare un:
-M-Ma non può essere Kokoro.-
Okay, la professoressa era cambiata e allora? Forse aveva semplicemente deciso di truccarsi un po' di più ed essere più espansiva con tutti. Io non ci notavo niente di strano in questo.
Continuai a camminare in silenzio accigliato finché non mi venne in mente un episodio in particolare. La prof da Halloween ci aveva fatto sempre lezione nella sua aula completamente oscurata. Diceva che così era più intimo. Un giorno un mio compagno aveva aperto la finestra perché non si sentiva troppo bene e un fascio di luce era caduto sulla prof. Lei aveva urlato allontanandosi terrorizzata ed era uscita di corsa rimandando la lezione. Aveva poi detto a noi studenti che le era parso di vedere un insetto e che lei ne aveva molta paura. Ora che ci pensavo poi noi eravamo l'unica classe durante il giorno, le altre sue lezioni si svolgevano nel pomeriggio inoltrato, quando era già buio. Forse... forse era vero quello che diceva Kokoro? Non che conoscessi granché sui vampiri ma perlomeno sapevo il loro odio per il sole. Quindi poteva avere senso. Continuai a seguire la rossa e Vilde sempre più pensieroso. Chissà dove ci avrebbe diretto la magia.


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#136 Il 10-01-2022 a 21h26

Fusion
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Elio Colleoni
SALA DELLA FESTA, poi CORRIDOIO


Avevo appena raggiunto Mic, Condorcet e la Merkel e stavo cercando una scusa per tenere impegnati tutti loro e allontanarmi da Irina. La situazione si stava facendo complicata e volevo evitare di essere messo alle strette, ma era ormai troppo tardi: si era avvicinata e stava cominciando a chiacchierare con Al, quando in mezzo a noi si fiondò la figura di Esposito.
-Grazie davvero della dedica! Io sono Sol. Il prof mi aveva detto che era in una band ma non ci volevo credere. Invece eccovi qui!- disse molto allegramente.
- Oh! OUR GREATEST FAN! Come here, come here - fece Mic sorridendo e accompagnandola con un gesto.
- Tesoro, non vedevo ballare così dal tempo del Firenze Rocks, ma lì eravamo la spalla della spalla dei Muse. Ci hai riscaldato il cuore - le disse la Merkel, che le arrivava circa al mento. - Quindi ti piace il genere? Se vuoi abbiamo del merchandise - continuò ridendo. - No vabbè, non voglio venderti nulla in realtà -
Condorcet, che fino a quel momento era rimasto in disparte a smontare la batteria, colse l'occasione per rimbeccarla:
- Cosa non ci tocca fare in questo sistema capitalistico per sopravvivere. Comunque i fan appassionati si riconoscono subito - e lanciò un'occhiata obliqua a Esposito. Conoscevo troppo bene Condorcet per non sapere che il suo tono serio nascondeva un forte scetticismo. In effetti, avendo un'idea di come si comportava Esposito in classe, qualche dubbio stava venendo pure a me.
La conversazione sui nostri merchandise e sul genere preferito di Esposito (a cui cominciavo a sospettare non fregasse molto dello stoner), in cui alla fine si era inserita non so come pure Irina (se ripensavo a qualche mese prima, probabilmente si sarebbe sotterrata coi piedi in aria pur di non intervenire in una conversazione tra semisconosciuti), si interruppe quando una sonora risata di Mic proprio ad una battuta della professoressa lo piegò in due, sbilanciandolo e facendolo cadere sul mio basso.
Sbiancai.
- ZIO CARO MIC! MI HAI ROTTO IL RE*, CA**O!! -
Una voglia ferale di avventarmi sul mio amico mi face capire di avere esagerato e mi scusai subito con un esterrefatto e mortificato Mic. Era stato uno scatto di rabbia peggiore del solito e sapevo a cosa era dovuto. Certamente, non solo al fastidio per il basso.
- Scusa Mic, ma lo sai che...-
- Sì, è come un figlio per cui hai sborsato un rene -
Lo guardai seccato. - Esattamente - conclusi. - Lo vado a portare in camera, si sa mai. Poi dovrò ordinare la corda nuova -
- Dai Nox, te la pago io -
- Vabbè dai, mi offrirai una birra di quelle buone e siamo a posto -
Misi il mio ammaccato povero basso nella custodia e feci per avviarmi, quando Irina mi tirò di nuovo la manica.
- Senti, ti accompagno, ti va? - mi chiese, un poco rossa.
Un fulmine tagliò l'aria, facendo saettare tutti gli occhi della band (e quelli di Esposito) su di me. Sapevano ancora prima di me che sarebbe successo e ne erano piuttosto divertiti, lo capivo da come si guardavano. Eppure, e la cosa mi faceva abbastanza imbestialire, sapevano anche che a me queste cose imbarazzavano da matti e che non avevo nessuna intenzione di fare nulla, e che la povera Irina sarebbe stata molto delusa.
- Ok - dissi con un filo di voce e Irina mi seguì, dandomi un pizzicotto al fianco.
- Dai che ti tiro su il morale - e, dopo qualche attimo, come a lasciar macerare la frase (io inghiottii e feci finta di niente), rise divertita e cominciò a raccontarmi una cosa divertente che era successa a un suo studente.

*Una delle corde del basso

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#137 Il 10-01-2022 a 22h06

Superstar
blairwnice
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Isabella Grigmaldi
camera poi corridoio direzione festa


la grande serata era finalmente arrivata, ero così emozionata non tanto perchè era la vigilia di Capodanno ma perchè sarei stata finalmente in compagnia dei miei amici. Continuavo a guardare l'armadio, fissando il vestito consigliatomi da Jasmine proprio per l'occasione "indossarlo o meno?" - che dilemma- l'abito mi piaceva molto ma indosso a me.. chissà..
alla fine mi feci coraggio

Spoiler (clicca per vedere)



lascio la camera un po imbarazzata ma con il fiato in gola. Vado in direzione della festa, si sentiva già la musica in lontananza, quando ad un tratto intravedo dei volti conosciuti "perchè non sono alla festa? forse per una boccata d'aria?"
comunque sia proseguo per la mia strada e arrivo finalmete alla festa

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#138 Il 10-01-2022 a 22h30

Prezzemolina
Clio79
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Kokoro Taira
CORRIDOI + STANZA DI COLLEONI


Dopo una mezza corsa, grazie anche all'incantesimo di Vilde che ci permise di imboccare sempre il corridoio giusto, riuscimmo a raggiungere la Foscari e Colleoni; solo allora ci fermammo, ben celati alla vista dei due docenti da un grosso pilastro.
Mi sporsi in fuori di appena qualche millimetro, cautamente, spiando la coppia intenta a chiacchierare...
O meglio, lei parlava a macchinetta, mentre l'uomo si limitava ad annuire di tanto in tanto.
Comunque, non sembrava essere in pericolo o che fosse stato in qualche modo costretto a seguire la Foscari, ma era ancora troppo presto per giungere a delle conclusioni; così, quando svoltarono nel corridoio successivo, feci segno agli altri che potevamo muoverci.
Non potevo immaginare che la nostra avanzata sarebbe stata di breve durata.
Mi bloccai di colpo, i miei amici che, colti di sorpresa, non riuscivano a fermare in tempo la corsa e mi finivano addosso; feci loro segno di tacere e indicai la Foscari e Colleoni, fermi davanti ad una porta che questi stava tentando (invano) di aprire.
Quando entrambi, finalmente, riuscirono ad infilarsi all'interno, mi voltai verso Vilde ed Adriel e sussurai:

- Deve essere la stanza privata del professore.
Non vorrei violare così la sua privacy, ma abbiamo bisogno di certezze...
Cambierò forma in una mosca ed entrerò, passando dal buco della serratura: solo così potremmo sapere cosa sta succedendo esattamente e toglierci qualsiasi dubbio.
Tenetevi pronti a fare irruzione in qualunque momento. -

Vilde annuì con risolutezza, mentre Adriel pareva restio a spingerci a tanto; comunque non gli diedi il tempo di esternare le sue rimostranze e, senza pensarci due volte, iniziai a cambiare, gli arti che si restringevano e aumentavano di numero, le piccole ali che bucavano la pelle della schiena.
Finito di mutare, ronzai un po' attorno alla testa di entrambi, a mo di saluto, poi mi diressi verso la stanza dell'uomo, mi infilai nel buco della serratura e, in un attimo, fui dentro.
Anche se ero un minuscolo insetto, per non rischiare di attirare l'attenzione, cercai di non emettere nemmeno un ronzio di troppo  e mi posai sulla testiera del letto, rimanendo immobile.
Il professore aveva estratto il basso dalla custodia, lo aveva appoggiato sul letto e adesso lo stava esaminando con attenzione, dando le spalle alla Foscari; muovendosi con l'eleganza di un predatore, quella gli si avvicinó di soppiatto, abbracciandolo da dietro.
Vidi Colleoni allontanarla, girarsi, dire qualcosa che non capii (avevo dimenticato di considerare il non trascurabile dettaglio che le mosche non hanno udito) e sedersi suo letto; l'uomo inizió a parlare o almeno così mi parve, visto che vedevo le sue labbra muoversi, mentre la professoressa se ne stava davanti a lui, un sorriso provocatorio sulle labbra mentre lo ascoltava.
Ad un certo punto, in modo del tutto imprevisto, la Foscari si avvicinó al professore con uno scatto elegante, si abbassó quel tanto che le serviva per raggiungere l'attacatura che univa il collo alla spalla e vi poggió le labbra.
Il cuore mi schizzó in gola e, prima che potessi capire se si trattasse di un morso o di un bacio, persi il controllo della trasformazione e presi a tornare delle mie dimensioni originali.
In un battito di ciglia, mi ritrovai anch'io seduta sul letto, gli occhi sbarrati di Colleoni che mi fissavano, stralunati; tuttavia, non ebbe il tempo di dar voce alla sua sorpresa, perché le parole che voleva pronunciare furono sostiruite da un piccolo grido di dolore.

"C**zo!" pensai confusamente, sperando con tutta me stessa che non l'avesse morso.

- Vilde! - gridai a pieni polmoni, mentre già estraevo l'arma e la puntavo al collo della Foscari e al diavolo la prudenza.

- Lascialo! - intimai ferocemente.

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#139 Il 11-01-2022 a 01h22

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Nikolas Axel Fox-Lombardi

CASA DEI (BIS)NONNI



Leggo la risposta di Koko e metto via il telefono. Torno a guardare la pergamena e il cofanetto, soffermandomi meglio sugli oggetti. Sono sette in totale, non li ho mai visti prima e alcuni sembrano antichi. C'è una miniatura di una giovane donna, una statuetta in pietra, un bracciale, una ciotolina in bambù intrecciato, un fazzoletto probabilmente in cotone, quello che sembra un foulard o un velo e degli orecchini di perle. Questi mi sembrano familiari, invece. Li prendo in mano e li osservo più da vicino.
-Ehi, ecco dove li aveva messi la bisnonna- esclama Clarissa, di nuovo al mio fianco.
-Sono della bisnonna questi?- le chiedo, un po' sorpreso.
-Sì, li metteva spesso quando ero piccola. Ha smesso circa un paio di anni prima di morire e mi sono sempre chiesta il perché, dato che erano i suoi preferiti- mi risponde. -Comunque sono gli stessi che ha nel quadro... questo qui, intendo- conclude, indicando con il pollice dietro le spalle.
-Mmh capisco... cioè no, non proprio. Magari si era solo scordata di averli messi qui-
-Non credo si sia scordata, è più probabile che l'abbia fatto apposta- commenta Oscar, mentre sfoglia un libro.
Annuisco pensieroso e osservo di nuovo il cofanetto e la pergamena. Ci sono sette oggetti. E ci sono sei righe scritte in persiano, la settima è quella della nonna. Quindi sette in tutto, anche qui.
-È possibile che ad ogni riga corrisponda un oggetto?- chiedo. -Sono sette oggetti compreso quello della bisnonna e sette righe compresa quella della bisnonna.-
A quel punto anche Oscar si avvicina per guardare meglio -Beh sì, è possibile. Anzi... è molto probabile, in effetti. Forse allora sono solo nomi e date? La bisnonna non ti ha lasciato niente di scritto, magari per spiegare?-
-Qui dentro non c'è più niente... possiamo cercare nel resto della stanza, però-, gli rispondo. E dopo un attimo -Tutto al pettine e fuori Nikolas!- esclamo, alzando la mano.


Clarissa


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#140 Il 11-01-2022 a 14h27

Chiacchierona
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Soledad Esposito

SALA MENSA/FESTA

Mi sentii decisamente accettata da quasi tutta la band. Il cantante biondo fu molto galante mentre la giovane donna mi fece le congratulazioni e fu molto carina. Mi chiese se mi piacesse il genere e se volevo comprare il loro merchandise. Io sorrisi senza dire niente mentre l'altro componente biondo della band disse qualcosa in maniera piuttosto seria guardandomi in maniera strana, come se già gli stessi antipatica. Ricambiai lo sguardo in maniera velenosa poi continuai a parlare con gli altri di musica. Non ero effettivamente una grandissima fan del genere, però mi adeguavo a tutto. Anche la professoressa Foscari si unì al gruppo, cosa che mi diede alquanto fastidio, dato che sembrava attirare l'attenzione più di me. Ad una certa fece una battuta che non mi fece per niente ridere, ma al cantante biondo sì che si sbilanció all'indietro e cadde contro il basso che a quanto pare apparteneva al prof Colleoni. Questi diventò una furia, come mai l'avevo visto prima. Si scusò certamente poi, dichiarando anche che per lui il basso era come un figlio. Mi parve comunque una reazione esagerata. In ogni caso il professore mise il basso dentro la sua custodia e poi disse che l'avrebbe portato in camera. La Foscari si propose per accompagnarlo ed inutile dire che tutti ci girammo verso la loro direzione. Io trattenevo a stento una risata e li guardavo con tant'occhi. Eh già, la professorina voleva proprio fare quella notte. Quando se ne furono andati scoppiai a ridere troppo divertita dalla situazione.
-Ed io che pensavo che il prof fosse un verginello.-
Dissi dopo un po' con le lacrime agli occhi.
-Quando ci ho provato io mi ha rifiutato categoricamente, a quanto pare gli piacciono le more.-
Scossi la testa ridendo ancora tra di me finché non vidi qualcuno dall'altra parte della sala. Era Isabella, con un vestito che a dire la verità le stava molto bene, e d'istinto alzando un braccio le feci segno di raggiungermi. Perché l'avevo fatto? Semplicemente perché mi faceva piacere vedere in volto che conoscevo, più o meno. Poi anche lei aveva bisogno di trovarsi un ragazzo.
-Uno per ciascuna che ne dici?-
Le sussurrai all'orecchio quando mi fu vicina facendole capire che mi riferivo ai due biondi della band. Ovviamente lei non era il tipo, ma mi sarei divertita a vedere il suo volto scandalizzato.


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#141 Il 11-01-2022 a 16h52

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Nikolas Axel Fox-Lombardi

CASA DEI (BIS)NONNI



Appena finisco di pronunciare l'incantesimo, uno dei libri della libreria di destra vola via dalla sua mensola. Lo afferro al volo: è il libro di fiabe che ci leggeva sempre la bisnonna quando venivamo qui. Lo apro e trovo una busta bianca piuttosto spessa, con scritto sopra "Per Nikolas" nella sua grafia elegante. Dalla busta tiro fuori un numero considerevole di fogli, tutti scritti a mano dalla bisnonna. Con Oscar e Clarissa come sempre al mio fianco, comincio a leggere ad alta voce.

Caro Nikolas,
E cari Oscar e Clarissa. Siete sempre insieme e spero che siate insieme anche adesso, leggendo questa lettera in questa stanza segreta. Se il piccolo Nikolas ha preso da sua madre, avrà cercato in un primo momento di fare tutto da solo: non abbiatene a male, dategli sempre la possibilità di provare e sostenetelo quando ne avrà bisogno. Tu invece non avere paura a chiedere aiuto quando ti trovi davanti una cosa più grande di te.
Nikolas, questa lettera è per te, ma sentiti libero di condividere il suo contenuto con tuo fratello e tua cugina, con una persona speciale o con chiunque tu voglia. La storia di questo anello è particolare, ma non va più nascosta come faceva la mia famiglia. Probabilmente conoscete già tutti e tre la storia di come io sia fuggita dall'Iran per seguire il mio grande amore: una scelta avventata da parte mia, che allora ero poco più che ragazza. Vent'anni sono pochi per capire il mondo, ma io ero sicura di aver capito tutto quando ho conosciuto il vostro bisnonno. Sono scappata con lui in Italia in piena Seconda Guerra Mondiale e non mi sono mai guardata indietro. Ho tagliato tutti i ponti con la mia famiglia e non me ne sono mai pentita, anche perché se fossi tornata indietro mio padre non mi avrebbe mai accolta. Ho continuato a pensare a lui, a mia madre e a mia sorella, ho portato via con me un ritratto di famiglia per averli sempre vicini. Ma adesso, a vedervi giocare sul tappeto del salotto mentre scrivo queste parole, so per certo di aver fatto la scelta giusta. Non darei indietro questa vita neanche per tutte le ricchezze che avrei potuto avere se fossi rimasta. Siete voi il mio tesoro più grande: il mio defunto marito, l'amore della mia vita, mia figlia, che mi ha donato due splendidi nipoti e i miei nipoti, che mi hanno dato l'immensa gioia di farmi tenere in braccio tre nipotini.
Se stai leggendo questa lettera, avrai sicuramente già visto il cofanetto. Sicuramente l'avrai già aperto e avrai già srotolato la pergamena. L'avrai già letta, o almeno avrai provato a farlo. Forse ci sarai, ci sarete già arrivati: ogni riga corrisponde ad un nome e ogni nome corrisponde ad un oggetto. Da quando l'anello è stato creato e utilizzato come oggetto magico per la prima volta, ogni sua proprietaria ha scritto il suo nome nella pergamena, seguito da due anni: quello di nascita e quello in cui ha ricevuto l'anello. La proprietaria successiva ha completato poi con l'anno di morte di chi l'ha preceduta e ha scritto il suo nome, il suo anno di nascita e quello in cui ha ricevuto l'anello. E così di seguito fino alla settima riga, la mia, in cui ho scritto il mio nome in caratteri latini e in persiano. Ho messo poi il mio anno di nascita e quello in cui ho ricevuto l'anello, entrambi in numeri arabi e seguendo gli anni del calendario gregoriano, diversamente dalle donne che mi hanno preceduta, che hanno seguito il calendario persiano.
Ora, piccolo mio, non ti abbattere a causa di quello che ti ho appena detto: sembra difficile capire tutto, ma non è impossibile, né urgente. Avrai tempo per comprendere chi mi ha preceduto e in quali anni tutte loro hanno vissuto, ma è più importante conoscere le loro storie e sapere cosa dovrai fare per portare avanti questa tradizione, se lo vorrai.
Ti chiedo, quando ti sentirai pronto, di aggiungere accanto alle due date già presenti vicino al mio nome, anche l'anno della mia morte. Poi, sempre quando vorrai, ti chiedo anche di scrivere in un'ottava riga il tuo nome e le tue date.
Ti domanderai a questo punto cosa sono gli oggetti che si trovano nel cofanetto e perché sono lì. Ebbene, ogni proprietaria dell'anello ha messo nel cofanetto un oggetto per lei molto importante. Nel mio caso, i miei orecchini di perle, che mi sono stati regalati da mio padre per i miei sedici anni e che mi ricordano casa. Anche tu, quando vorrai, metterai il tuo oggetto importante lì dentro.
La storia di ogni oggetto è lunga e interessante ed è stata narrata oralmente per centinaia di anni. Ora, io la scrivo per te.


-È pronto, è pronto, sono le nove! Dove vi siete cacciati?- le voci allegre delle mie sorelle interrompono la mia lettura, proprio nel punto più interessante. Senza neanche rimettere a posto i fogli, poso tutto sul tavolo in tutta fretta, mentre mio fratello grida di rimando -Stiamo scendendo!-
Usciamo di corsa dalla stanza e la porta si chiude dietro di noi con un rumore secco.


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#142 Il 11-01-2022 a 21h30

Fusion
Nietzsche
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Elio Colleoni
STANZA DI ELIO


Irina continuava a chiacchierare e mi sembrava sempre più carina nei modi, ma io non riuscivo a replicare, ammutolito dall'agitazione. Arrivati nella mia stanza, tentennante, mi chiese:
- Posso entrare? -
Come se non l'avrebbe fatto comunque. Mugugnai qualcosa in assenso, ma non le tenni la porta aperta: volevo cercare di sembrare - e un po' lo ero per davvero, a causa della fine del mio povero basso - il meno gradevole possibile. La ignorai mentre lo poggiavo sul letto, studiandone i danni. Fortunatamente, era saltato solo il re, ma la tastiera e la paletta (le parti più delicate) erano senza dubbio integre. Mi alzai per metterlo via, quando mi sentii stringere in un abbraccio da dietro. Cominciai a sudare freddo.
- Allora, è tutto a posto? - mi chiese, con voce soffice.
"Ok, ok, ok. Va bene, devo dirglielo adesso o qui finisce male".
- Irina, senti... - dissi, togliendole le mani dal mio petto e sedendomi sul letto. Si posò delicatamente anche lei sulle coperte, accavallando le gambe.
- Dimmi, Elio -
Tacqui per un attimo. Non avevo mai notato, fino a quel momento, la luminosità dei suoi occhi, che mi sembravano così chiari in quel momento, e dei suoi capelli lisci. Mi rendevo conto che sembrava davvero carina, ma per quanto sapessi apprezzare la bellezza, non ero praticamente stato mai attratto in quel senso da nessuna persona. Non funzionavo così. Era successo, forse, solo mezza volta, ma in quel caso era complice un mio stato mentale non esattamente sobrio. Non l'avevo mai detto a nessuno, anche se ero sicuro che i Camaleonti lo sapessero.
E quindi Irina non faceva eccezione, anche se la sua bellezza in quel momento mi colpiva particolarmente. Era strano che non riuscissi a percepire il suo odore, essendo così vicina. Immaginavo sarebbe stato inebriante.
- Ecco... Volevo dirti che... Non voglio che... -
"Che tu ti illuda?" Probabilmente era la frase migliore, ma lei cominciò ad avvicinarsi e io ero letteralmente paralizzato.
- Tranquillo, non lo saprà nessuno - sussurrò. Ormai era vicinissima. Provai ad allontanarmi, ma sentivo il corpo come intorpidito, finché non sentii le sue labbra posarsi a un lato del mio collo. Mi irrigidii. Non ero riuscita a fermarla, dannazione. Prima che potessi tentare di allontanarla, una pressione e un dolore acuto si propagarono dalla zona incriminata, facendomi gridare e poi mozzandomi di colpo il fiato.
In quel momento, successero un po' di cose.
Sentii piombare qualcosa sul letto, mi girai e mi trovai di fronte Taira. Completamente scioccato, la guardai. Aveva estratto la spada e chiamato qualcuno.
Praticamente nello stesso istante in cui avevo visto quella che poi si era rivelata la ragazza volpe, Irina si staccò da me, con aria palesemente schifata.
- CHE È 'STO SAPORE ORRENDO?! SAI DI CANE ROGNO... - ma si zittì, vedendo Taira che le stava puntando l'arma addosso.
Ancora confuso, mi portai una mano sul collo, che continuava a dolermi fastidiosamente. Le mie dita toccarono qualcosa di caldo e appiccicoso.
Era sangue.

Ultima modifica di Nietzsche (Il 11-01-2022 a 22h24)

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#143 Il 11-01-2022 a 22h21

Fusion
Nietzsche
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Vilde Revven
SALA DELLA FESTA, poi CORRIDOIO, poi STANZA DEL PROF COLLEONI


Quando vidi Adriel avvicinarsi a noi, pensai che il piano fosse molto vicino ad andare a monte. Apparentemente, entrambe eravamo così prese a osservare la professoressa Foscari che aveva notato la nostra distrazione, e così aveva pensato che fosse proprio il caso di seguirci, non appena ci eravamo avviate per il nostro silenzioso pedinamento. Non avevo fatto nemmeno a tempo a togliermi il tabarro appariscente, ma sperai che non ci notassero. Non sembrava, comunque: la professoressa era molto presa a parlare con il prof Colleoni, che invece era in una specie di stato di trance. Che avesse paura? Era possibile che la seduzione malefica del vampiro stesse già avvenendo, o era solo una mia elucubrazione mentale?
Alla fine, i due entrarono in quella che era presumibilmente la stanza personale del prof. Kokoro concordava con me e, con uno spirito d'iniziativa che mi stupì, propose di trasformarsi per poter spiare più agilmente la coppia. Era pericoloso, ma probabilmente non c'era alternativa. Ad ogni modo, in quella forma sarebbe potuta uscire velocemente dalla stanza. Annuii quindi con convinzione. Adriel era ancora dietro di noi. Non ero molto contenta della sua presenza, a dire il vero: lui non sapeva nemmeno esattamente in cosa si stesse infilando, ma quella era una faccenda veramente MOLTO rischiosa, sia che avessi ragione sia che avessi torto. Immaginavo che sapesse combattere, dato che era riuscito a sfuggire a un branco di troll, ma non volevo mettere in pericolo nessuno. Kokoro era già troppo.
In qualche attimo, la mia compagna di stanza mutò forma e si infilò nella serratura della stanza. Attesi con il cuore in gola, Adriel al mio fianco. Se non avessi avuto la mano sull'elsa della spada, forse mi sarebbe venuto da stringergliela, ma in quel momento era veramente l'ultima delle mie preoccupazioni. Dopo quello che parve un tempo infinito, la tensione stava cominciando a calare. Rilassai per qualche secondo le dita sull'impugnatura.

- VILDE! -

"NO!" i miei pensieri mi riscossero a quel richiamo, come se la mano stessa di Koko mi avesse strattonato. Scattai con tutta la velocità che avevo nei muscoli e sfondai la porta con un Boom!. La scena che mi si parò di fronte era inequivocabile.
La professoressa Foscari si stava asciugando le labbra. Era furiosa e spaventata, ma soprattutto disgustata. Mi parve di vedere di nuovo uno scintillio rossastro nei suoi occhi che mi fece venire i brividi. Quello che mi colpì, però, fu il professor Colleoni. Non fu tanto la sua espressione sconvolta a impietrirmi, quanto il fatto che aveva una mano vicino al collo, tinta di un inequivocabile rosso scuro.
Non mi diedi il tempo di pensare. Estrassi la spada e infilzai la Foscari tra la clavicola e la costola, spingendo fino a bloccarla contro al muro.
La Foscari gridò dal dolore, opponendo una resistenza disumana per la sua stazza.
- KOKORO, DAMMI UNA MANO!! - urlai, sfilandomi la spilla d'argento e piantandola contro il braccio scoperto della professoressa, che stava cercando di sfilarsi la spada di dosso a mani nude. La Foscari fece un urlo terrificante e la sua stretta si indebolì subito, ma non si staccò dalla lama. Era la conferma definitiva.
Non sarei riuscita a resistere ancora per molto però. E poi c'era un altro problema da risolvere.
- ADRIEL! - chiamai il mio compagno, che arrivò di corsa, terrorizzato.
Il mio cervello era in preda al panico. Non avevo pensato a questa eventualità. Bisognava capire se il professore era stato Morso e convertito.
- ATTERRA IL PROF E USA LA CROCE! - sperai con tutta me stessa che capisse e agisse prima che qualcuno potesse anticiparlo.

Ultima modifica di Nietzsche (Il 11-01-2022 a 22h25)

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#144 Il 11-01-2022 a 23h54

Chiacchierona
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Adriel Morgan

CORRIDOI poi STANZA DEL PROF. COLLEONI

La magia svanì quando fummo vicini ad una stanza, quella che Kokoro immaginò fosse la camera privata del professor Colleoni. Infatti lo vidi arrivare insieme alla Foscari ed entrare entrambi in stanza chiudendosi la porta alle spalle. La mia amica risoluta disse che si sarebbe trasformata in mosca per poter entrare indisturbata a spiare la coppia. Stavo per ribattere che forse alla fine semplicemente i due prof desideravano un momento intimo da soli ma Kokoro non me ne diede il tempo. Si trasformò ed entrò. Io rimasi da solo con Vilde e cominciai a preoccuparmi ogni minuto che passava. Se davvero la professoressa Foscari era una vampira allora Colleoni era in pericolo... e anche Kokoro. Si sentì un gran fracasso da dietro la porta e la voce della mia amica chiamare Vilde a gran voce. Mi paralizzai per la paura mentre la bionda non perse tempo si sfondò la porta con un incantesimo. Avevo sbagliato a lasciar andare Kokoro da sola ed ero stato fin troppo ingenuo a pensare inizialmente a un semplice incontro romantico. Ero spaventato, più che da quello che poteva succedere a me a quello che poteva succedere alle mie due amiche. Quando Vilde gridò il mio nome mi riscossi dalla mia paralisi ed entrai di corsa in stanza trovandomi di fronte ad una scena agghiacciante. La Foscari impalata con una spada contro un muro che si dimenava urlando, il professor Colleoni dall'altra parte della stanza si teneva la mano sul collo ormai coperta interamente di sangue. Vilde mi ordinò di atterrarlo e usare la croce.
Senza pensare, come un automa, mi staccai la spilla dal maglione strappandolo e buttando a terra il professore gli piantai la croce d'argento nel petto con una forza che non pensavo nemmeno di avere. Vidi del sangue uscire copioso e guardai quello che avevo fatto sempre più terrorizzato. Avevo ucciso il prof. Lo avevo ucciso.


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#145 Il 12-01-2022 a 11h31

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Kokoro Taira
STANZA PRIVATA DI COLLEONI


- CHE È 'STO SAPORE ORRENDO?! SAI DI CANE ROGNO... -

Sgranai gli occhi, la paura e la rabbia che facevano a gara per prendere possesso del cuore e della mente; rividi in pochi attimi ogni piccolo indizio e congettura, li vidi incastrarsi come pezzi di un complesso puzzle e mostrare chiaramente ciò che avevo solo osato supporre.

"È un mannaro, non può essere che così." pensai in modo frenetico, sperando che il grande fracasso della porta che veniva abbattuta avesse coperto l'urlo della professoressa.

Restai bloccata dai miei stessi timori, indecisa se correre dal professore o aiutare Vilde a tenere a bada il vampiro; fu il richiamo della mia amica a sbloccarmi, facendomi definitivamente voltare le spalle a Colleoni.

"Sta bene, sta bene, sta bene.
E c'è Adriel con lui: andrà bene." mi ripetevo nella mente, cercando di mantere viva la speranza e tenere a bada il panico.

Con tutta la rabbia che avevo in corpo, infilai la wakizashi nella gamba destra della Foscari, strappandole un urlo disumano; purtroppo, anziché scoraggiare la donna dal continuare a divicolarsi, quella prese a farlo in modo frenetico.

-Resta coi piedi per terra!- urlai allora e, immediatamente, i piedi le si incollarono al suolo, impedendole i movimenti della parte inferiore.

A quel punto, estrassi la spada corta dalla coscia e la piantai fino all'elsa nel braccio destro, bloccandola definitivamente; a quel punto il dannato vampiro non riusciva più a sollevare gli arti o a muoverli in qualche modo... tutti, a parte la testa con cui provava ancora a raggiungerci per morderci.

- LA SMETTA DI MUOVERSI O GIURO CHE SARÒ IO A MORDERLA E NON LE PIACERÀ! - le urlai, mostrando chiaramente i canini allungati.

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#146 Il 12-01-2022 a 22h15

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Isabella Grimaldi
SALA MENSA/FESTA


Prendo da bere mentre scruto la situazione. Tra la folla noto una ragazza che mi fa cenno o almeno così mi sembrava tra tutte quelle luci artificiali era un po difficile distinguere i volti, ma poi mi rendo conto che era Soledad, l'avevo vista solo un paio di volte ma mi muovo comunque verso di lei. -ehi ciao bel vestito- le sorrido entusiasta mentre bevo ancora un altro sorso. Sole mi si avvicina all'orecchio e mi sussurra una frase che li per li mi lascia perplessa, anche perchè solo ora mi rendo conto dei ragazzi, sicuramente più grandi di noi e per di più di una band... -mah chissà magari la cosa si fa interessante- dissi per spiazzarla a sua volta. -Anche le brave ragazze sanno divertirsi-


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#147 Il 12-01-2022 a 22h48

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Elio Colleoni
CAMERA DI ELIO


In pochi secondi, Taira puntò la lama contro Irina e urlò il nome di un'altra studentessa, Revven. La consapevolezza di ciò che stava succedendo arrivò con l'esplosione della porta della mia camera e dell'irruzione della giovane elfa alta.
L'incapacità di reagire alla bellezza di Irina, il morso al collo, ma soprattutto il fatto che una giovane erede di una famiglia di Sterminavampiri stesse infilzando la mia collega senza troppi complimenti...
Irina era una vampira e non se n'era accorto nessuno in tutta la scuola, fino a quel momento. O meglio, forse quelle due studentesse si erano poste il dubbio, dato quanto stava succedendo. Mi voltai verso quella che avevo pensato fosse un'amica: mi fissava con gelido odio, indebolita dalla croce (immaginavo d'argento) che Revven le stava premendo addosso.
Dovevo fare anch'io qualcosa: i vampiri sono creature pericolosissime e letali, non potevo lasciare che la vita di quelle due studentesse fosse messa così a rischio. Cercai quindi l'incantesimo più adatto per rendere inoffensiva Irina, quando udii chiamare pure il nome di Morgan.
- ATTERRA IL PROF E USA LA CROCE! - urlò Revven, rivolta al ragazzo arrivato di corsa.
"Cos...?"
Non feci a tempo a reagire e mi trovai Morgan addosso, con una spilla a forma di croce piantata tra due costole. Mentre sentivo l'ago penetrarmi nella carne, pensai che in effetti aveva senso: Irina mi aveva morso, potevo essere diventato un vampiro anch'io.
"Ma che prontezza" pensai cadendo sul letto, una seconda fitta dolorosa che mi fece annaspare. Forse aveva perforato un polmone.
Rimasi esanime per qualche attimo, con lo shock che mi impediva di compiere movimenti. Un'improvvisa voglia di tossire mi riscosse. Non ero sicuro che fosse il segno che non ero un vampiro, ma sapevo cosa fare per accertarmene.
- Beh... Manesco... vero, Morgan? - sibilai al ragazzo, che aveva un'espressione di puro terrore dipinta sul volto. Con una smorfia, mi tolsi la spilla dal petto. - Guarisci presto - dissi toccandomi la ferita, prima di tossire di nuovo, tra fitte dolorose. Sentii la ferita rimarginarsi parzialmente e un po' meno di affanno, ma le fitte ancora proseguivano.
- Quantomeno se fossi... un vampiro... non potrei lanciare incantesimi. Quindi siete... salvi - proseguii, cercando di sorridere. Se non mi fossi sentito così male, sarebbe anche stata una situazione piuttosto comica, da quanto era surreale.
- Senti Morgan... Forse conviene avvisare... la preside. La trovi alla festa... ok? -
Cercai di non ansimare troppo, facendo brevi e lenti respiri per non sovraccaricare le costole. Dopodiché mi girai verso le due ragazze e Irina. Per quanto la cosa più sicura sarebbe stata eliminarla subito, nel vedere i suoi occhi privi di qualsiasi umanità provai una sorta di pietà. Non sarei mai riuscito a ucciderla. Inoltre, c'erano tante domande a cui avrebbe potuto rispondere solo lei.
- Mi dispiace, Irina... Sogni d'oro - sussurrai. La donna, anzi la vampira, digrignò furiosamente i denti, ma pian piano cominciò a rallentare i suoi movimenti, fino a cadere in uno stato di incoscienza. Probabilmente i vampiri non dormivano, quindi forse quella era la cosa che più si avvicinava al sonno.

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#148 Il 13-01-2022 a 01h17

Prezzemolina
Clio79
Quello di cui ho bisogno per sopravvivere è il dente di leone che fiorisce a primavera.
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Kokoro Taira
STANZA PRIVATA DI COLLEONI


Dopo un lasso di tempo che parve infinito, il vampiro parve cadere in uno stato di incoscienza e si afflosció contro la parete, le lame sostegni mortali che ve la tenevano ancorata.
Solo allora lasciai l'elsa della wakizashi e mi permisi di respirare: inspirai ed espirai l'ossigeno a pieni polmoni, quasi che, fino a quel momento, ne fossi stata in carenza; solo dopo mi sentii pronta per affrontare il professore, così mi girai e lo raggiunsi con poche falcate, inginocchiandomi al suo fianco.

- Guarisci presto!Quando c'è la salute c'è tutto!. - lanciai in rapida successione, preoccupata per le condizioni di salute dell'uomo: non sapevo quale fosse l'entità delle sue ferite, ma c'era molto sangue e questo non poteva certo rassicurarmi.

Osservai morbosamente la ferita al costato rimarginarsi quasi del tutto e quelle più lievi (contusioni e graffi visibili, dovuti al placcaggio di Adriel) sparire del tutto; allora, sollevai lo sguardo sul volto dell'uomo, incrociandone gli occhi scuri:

- Mi dispiace per la brutta esperienza, professore: se riesce a stare in piedi, la porto in infermeria. - dissi sinceramente, offrendo me stessa come stampella.

Quindi aiutai Colleoni a tirarsi su, poi mi passai il suo braccio intorno alle spalle e mi avviai verso la porta; giunta sulla soglia, però, mi voltai verso Vilde e le dissi:

- Alla fine, avevi davvero ragione: grazie a te, al tuo coraggio e alla tua perseveranza, oggi più di una vita è stata salvata.- e chinai leggermente il capo, in segno di rispetto.

Infine, aggiunsi:

- Se la Preside fosse interessata anche alla mia versione della storia e a quella del Professore potresti dirle dove trovarci? - e, senza aspettare una risposta che sapevo già sarebbe stata positiva, ripresi il cammino verso l'infermiera.


https://i.ibb.co/qrBd3d2/IMG-20220808-WA0007.jpg

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#149 Il 13-01-2022 a 11h25

Chiacchierona
Verinise
Rainbow Flower! *-*
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Adriel Morgan

STANZA DI COLLEONI poi SALA MENSA/FESTA

Ero completamente paralizzato da quel che avevo appena fatto mentre mi guardavo le mani terrorizzato. Non potevo aver commesso un omicidio... Io che non avrei fatto male ad una Mosca... Ed ora avevo ucciso un professore. L'improvviso tossire mi fece tornare alla realtà mentre vedevo Colleoni parlare, togliersi la spilla e farsi un incantesimo di guarigione. Ero così sollevato che avrei voluto piangere. Il prof. era vivo, lucido e soprattutto non era un vampiro. Colleoni mi chiese di avvertire la preside mentre addirittura si alzava e metteva K.O. la Foscari, ormai appurato che fosse una vampira, con un incantesimo. Kokoro accorse e con degli incantesimi guarì nuovamente il professore. La ferita che gli avevo provocato si rimarginó quasi totalmente mentre quella sul collo era ancora in pessime condizioni. Probabilmente non era così facile guarire un morso di un vampiro. Kokoro sostenendo Colleoni si offrì di portarlo in infermeria ringraziando prima sentitamente Vilde per ciò che aveva fatto. Propose in ultimo anche lei di chiamare la preside. Io e la bionda rimanemmo da soli con la Foscari a terra in stato di incoscienza. Avrei dovuto seguire il suggerimento di Kokoro e Colleoni, ma prima, senza pensare, mi buttai tra le braccia di Vilde stringendola come se non volessi più lasciarla andare. Nascosi il volto nell'incavo del suo collo chiudendo gli occhi per un attimo e inspirando il suo odore. Dopo pochi secondi mi stacchi, poggiandole le mani sulle spalle. La guardai fisso negli occhi per un attimo poi dissi con tono piatto nella voce:
-Vado a chiamare la preside.-
Muovendomi come un automa mi lanciai addosso un Puro come l'aria e un Via, via, dannata macchia! per togliermi almeno il sangue di dosso, poi mi diressi verso la sala mensa e una volta adocchiata la preside cercai con calma e in modo più conciso possibile spiegarle cosa era appena successo.


https://i.imgur.com/IPrE6zS.jpg

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#150 Il 15-01-2022 a 20h30

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Artemis97
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Nikolas Axel Fox-Lombardi

CAMERA



Sono quasi le sette di sera di venerdì e sono tornato a scuola poco fa, con il solito treno che arriva alle sei a Termini. Mentre ero ancora in viaggio, ho mandato un messaggio a Koko per chiederle se potevamo incontrarci. Ho un sacco di cose da raccontarle e non so neanche da dove iniziare, sono seduto sul letto e saltello per l’emozione. Le ho proposto di venire in camera mia perché so che il mio compagno di stanza tornerà domenica sera, come sempre all’ultimo momento possibile perché abita qui vicino (beato lui). Dato che si parla pur sempre di segreti di famiglia, per quanto mi possa stare simpatico, non voglio che nessun altro oltre Koko sappia di questa cosa. Quindi, meglio evitare qualsiasi possibilità di essere interrotti.
Ho avuto giusto il tempo di sistemare un paio di cose, tirare fuori dallo zaino la montagna di dolci che mi hanno lasciato mia mamma e mia nonna (posati sulla scrivania perché troppi per il comodino) e sedermi sul letto.
Finalmente, sento bussare.

- Koko! Entra, entra – le dico allegramente, andandole incontro ugualmente e aprendo la porta. - Ho mandorle atterrate* come se piovessero e due teglie di bustrèng**, potrei farci cena. E, ovviamente, anche tante novità! - Mi siedo di nuovo sul letto e do dei colpetti con la mano nel posto accanto a me, per farle capire che può sedersi tranquillamente. - Ma prima… dimmi, come sono andate le tue vacanze? - le chiedo, con un sorriso.



*Le mandorle atterrate sono semplici dolci pugliesi. Si tratta di mandorle intere tostate ricoperte di cioccolato e poi divise in gruppetti. In genere il cioccolato è fondente, ma le ho assaggiate anche con quello al latte e bianco. Mia nonna le fa sempre per Natale, una ricetta tra tutte qui. Spiego nel prossimo post perché Nik ce le ha, dato che non avrebbe senso

**Il bustrèng, invece, è un dolce tipico romagnolo (zona Rimini e Forlì-Cesena) e di San Marino. Ci sono un sacco di ricette diverse a seconda della zona, ma questa è quella che più si avvicina a quella che faceva la mia bisnonna e che adesso fa mia nonna (l'altra nonna, non quella delle mandorle atterrate xD)


https://i.imgur.com/ZPUDHvZ.gif

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