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Forum- My Fashion girl.it, gioco di moda! Gioco di ragazze e per ragazze!

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#26 Il 23-10-2021 a 20h41

Moderatore
Calliope98
"L'eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai"
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Jasmine Alfieri

CORRIDOIO-INFERMERIA


Ascoltai le parole di Colleoni, alle quali aggiunse una risata che sa di forzato, ci avevo visto giusto dunque non stava bene.
Quando mi chiese se stavo lavorando a qualche incantesimo musicale mi portai una mano dietro la testa con leggero imbarazzo

-Sto ancora cercando qualcosa che non faccia troppi danni, avevo pensato di lavorarci anche in vista degli esami di fine anno dato che dovremo presentare un incantesimo ho pensato che sarebbe stata una buona idea unire le due cose-

In realtà non pensavo di essere così potente da riuscire a padroneggiare un incantesimo musicale, già era tanto se riuscivo in quelli normali, forse mi sottovalutavo, ma era difficile per me pensare che sarei potuta diventare potente come i membri della mia famiglia.


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#27 Il 23-10-2021 a 22h09

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blairwnice
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Isabella Grimaldi
mensa


- grazie, sei gentile - dico sorridendo a Kokoro -ne approfitto volentieri- poi i ragazzi iniziano a parlare di Colleoni "il professore se mi sbaglio". Li guardo con l'aria di chi cerca di capirci qualcosa -in effetti ieri sera non aveva una bella cera- "ops ho di nuovo dato voce ai miei pensieri senza riflettere.
-com'è il professore?- "ora che ci penso non so bene cosa insegni"


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#28 Il 23-10-2021 a 23h06

Fusion
Nietzsche
Aizawa è tornato Kaneda per colpa del forum. Comunque non sopporta tutto questo rosa
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Elio Colleoni
CORRIODIO - INFERMERIA


Per quanto sia stanco, non riesco a fare a meno di notare l'espressione imbarazzata di Alfieri quando le chiedo dei suoi progressi con l'incantesimo. È raro vederla insicura, anche se non ne ha proprio ragione: a ben vedere, è una delle studentesse migliori del suo anno. Ma d'altra parte, a quell'età è normale avere tutti i dubbi del mondo, io stesso ne ho ancora. E poi... Ripenso al suo cognome: gli Alfieri sono una famiglia importante nel mondo magico, mio padre ci ha avuto a che fare perché sono tra i principali finanziatori di importanti opere magiche e ricerche sugli incantesimi. E se ben ricordo, forse il padre è un politico di rilievo. Chissà che non abbia pressione da parte dei genitori per essere la migliore in tutto.
- Alfieri, sei una studentessa intelligente e piena di risorse, non ti devi preoccupare. Penso anche che tu abbia un talento per la musica e questo tipo di incantesimi potrebbe riuscirti benissimo. Quindi sperimenta e non fermarti - il mio tono non ammette repliche.
- E lavora con qualcuno, aiuta molto, hai visto durante la lezione collettiva -
Con la coda dell'occhio, vedo che la porta dell'infermeria si apre. La Angeloni mi guarda perplessa e mi fa cenno di entrare.
- Vado, saluti - distolgo lo sguardo dalla ragazza ed entro in infermeria.

Ultima modifica di Nietzsche (Il 24-10-2021 a 23h17)

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#29 Il 23-10-2021 a 23h35

Moderatore
Calliope98
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Jasmine Alfieri

CORRIDOIO POI MENSA


Ascoltai attentamente le parole del prof, nonostante si vedesse che stava poco bene il suo tono era serio e si capiva che credeva davvero a ciò che stava dicendo.
Probabilmente aveva capito quanto fossi insicura sulla forza dei miei poteri e chi meglio di lui poteva darmi dei consigli.

-La ringrazio professore, seguirò sicuramente il suo consiglio-

risposi con un lieve inchino del capo seguito da un leggero sorriso, poi la porta si aprì e Colleoni entrò salutandomi, ricambiai il saluto e ripresi ad incamminarmi verso la mensa.


Arrivata in mensa notai che era già quasi piena, presi un vassoio e mi avvicinai al bancone, mi riempì una tazza di caffè e la riscaldai con un A qualcuno piace caldo, odiavo il caffè tiepido, per me doveva essere bollente e rigorosamente all'italiana, accettavo altri tipi di caffè solo se mi trovavo da Starbucks, poi mi presi una porzione di Tiramisù e un paio di biscotti di pasta di mandorle avanzati dalla colazione.
Con il vassoio pronto e attenta a non far cadere nulla mi guardai attorno per cercare un tavolo libero, impresa praticamente impossibile.
Poi la mia attenzione fu catturata da due visi familiari, Koko e Nik erano seduti ad un tavolo insieme ad una ragazza che non avevo mai visto e li raggiunsi

-Ciao ragazzi, spero di non interrompere nulla di importante, come vi vanno le cose?-


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#30 Il 23-10-2021 a 23h42

Moderatore
Artemis97
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Nikolas Axel Fox-Lombardi

MENSA



Isabella concorda con me sul fatto che Colleoni non fosse poi così in forma ieri sera, poi ci chiede com'è il professore.

-Colleoni è il professore di Parole magiche, ed è davvero bravo- inizio a spiegarle. -Insegna qui solo da qualche anno, infatti come avrai potuto notare è piuttosto giovane. È anche molto disponibile con tutti noi studenti, se hai qualche dubbio nella sua materia non devi farti problemi a chiedergli qualcosa, ti risponderà sempre volentieri- concludo.

A quel punto sento una voce familiare che ci saluta e mi volto con un sorriso. -Ehi Jasmine, tranquilla non disturbi: stavamo chiacchierando! Tutto bene grazie, a te come va? Siediti pure con noi!- le rispondo, facendole cenno con una mano verso una sedia ancora libera, accanto a Isabella.


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#31 Il 23-10-2021 a 23h57

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blairwnice
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Isabella Grimaldi
mensa


-sicuramente sa il fatto suo-
"ed è anche carino nonostante la sua aria stanca"
-sono curiosa di frequentare le sue lezioni.. ovviamente anche quelle degli altri professori anche se non so ancora che faccia hanno e cosa insegnano-
Bevo un sorso di tea. I miei pensieri si dissolvono all'arrivo di un'altra ragazza, sembra conoscere Nikolas e Kokoro "ovviamente"
-Jasmine? io sono Isabella Grimaldi, piacere di conosceri- "il suo nome non mi è nuovo"


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#32 Il 24-10-2021 a 00h12

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Calliope98
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Jasmine Alfieri

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Nik ricambia il sorriso con un saluto e mi invita ad accomodarmi con loro

-Mah, con tutte le verifiche che ho avuto mi sono messa sotto con i libri’ adesso però posso godermi la fine del mese senza ulteriori problemi, per il resto non ho nulla di cui lamentarmi-

Raggiunsi la sedia accanto alla ragazza che non conoscevo e mi sedetti dopo aver posato con attenzione il vassoio sul tavolo.
Stavo per presentarmi, ma lei mi anticipò

-Piacere di conoscerti Isabella, io sono Jasmine Alfieri, ma tu puoi tranquillamente chiamarmi Jasmine-

Forse non avrei dovuto dire il mio cognome, eppure il nome di quella ragazza mi diceva qualcosa, bevvi un sorso di caffè ed ecco che mi si accese come una lampafina

-Aspetta...hai detto Isabella? Ma...allora tu sei la mia nuova compagna di stanza?-


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#33 Il 24-10-2021 a 00h19

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blairwnice
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Isabella Grimaldi
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sgrano gli occhi e mi metto alla ricerca del bigliettino con le indicazioni della camera. Finalmente lo trovo -è vero, sei proprio tu, finalmente, iniziavo a credere che fossi un fantasma- abbozzo un sorriso -scusami se ieri sera ti ho disturbata ma è stato il mio primo ingresso in questa scuola e non è stato proprio facile-


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#34 Il 24-10-2021 a 00h54

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Calliope98
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Jasmine Alfieri

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Risi alla sua esclamazione

-Invece eccomi qui viva e vegeta-

Isabella si scusò per avermi disturbato la sera prima, in realtà io la sera prima ero crollata con il libro sulla faccia, era già un miracolo che avessi indossato il pigiama, quindi non avevo sentito nulla e stamattina presto mi ero alzata per iniziare la mia solita routine, ma ero così intontita da non accorgermi della sua presenza.

-Non devi scusarti, ieri sera sono crollata, non mi avrebbe svegliata neanche un’esplosione, anzi sono io a dovermi scusare per non averti accolta, ma come ho detto prima tra verifiche e interrogazioni, lo studio sta occupando la maggior parte delle mie giornate-


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#35 Il 24-10-2021 a 01h02

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Artemis97
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Nikolas Axel Fox-Lombardi

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Jasmine mi risponde, prendendo posto accanto a Isabella. -Ti capisco... Anche noi per il momento abbiamo dato, tra verifiche e interrogazioni: i prossimi giorni saranno più liberi- le dico, non riuscendo a trattenere un sospiro liberatorio.

Le ragazze si presentano e scoprono di essere compagne di stanza. Strano... -La tua compagna di stanza ha deciso di non frequentare l'ottavo? O sei sempre stata sola?- chiedo a Jasmine. È raro non capitare con nessuno in stanza al primo anno. Certo, non tutti gli anni c'è un numero pari di studenti iscritti al primo e stanze da tre non ce ne sono, quindi a volte capita. Potrebbe essere il caso di Jasmine.


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#36 Il 24-10-2021 a 01h40

Prezzemolina
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Kokoro Taira
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Alla domanda di Nik mi sento sbiancare: avevo giusto deciso di non parlare dello stato di salute del professore.

- Non ha riposato bene - rispondo, mantenendomi sul vago.

In realtà, credo sia abbastanza evidente che il malessere del professore non sia solo dovuto ad una carenza di sonno (altrimenti quel caffè nero l'avrebbe fatto riprendere molto di più), ma decido di dare loro parte della spiegazione che ho ricevuto.

- Mi ha detto che sarebbe passato in infermeria: magari la dottoressa ha un qualche tipo di rimedio per aiutarlo a dormire. - aggiungo, per poi concentrarmi sulla mia tazza di tea.

"Almeno finché si parla di Colleoni, meglio sorseggiare e tacere...
Magari più tardi, dirò a Nik il resto e le impressioni che ho avuto." penso, mentre meccanicamente allungo la mano a prendere un biscotto.

Per fortuna, è Nikels a portare avanti la conversazione: tra il rispetto che sento dovuto al prof. che mi impone di tacere sulle sue (miserevoli) condizioni di salute e il classico imbarazzo misto a disagio del fare nuove conoscenze, mi sono ammutolita.
Non capita più come una volta, ma più spesso che no non riesco proprio ad evitarlo.
Il secondo colpo di fortuna è l'arrivo di Jasmine: magari adesso si riuscirà a cambiare argomento.

- Ciao, Jasmine.
È un periodo parecchio impegnativo - rispondo alla ragazza e Nik si affretta ad invitarla a sedere con noi.

Tiro proprio un sospiro di sollievo, quando le due ragazze scoprono di essere compagne di stanza e la conversazione su Colleoni cade nel dimenticatoio; più rilassata, prendo un altro biscotto e ascolto il proseguire della conversazione.


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#37 Il 24-10-2021 a 11h10

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Calliope98
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Jasmine Alfieri

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La domanda di Nikolas era più che lecita, ed io non sapevo come spiegargli il perché fossi sempre stata sola, non era facile far capire agli altri le mie motivazioni per quella scelta

-Sono sempre stata sola, il mio primo anno eravamo dispari e sono stata io a chiedere alla preside di restare da sola in stanza, dato che ne avevo la possibilità-

Ero stata fortunata, non so come sarebbe andata se avessi avuto una compagna di stanza allora, probabilmente avrebbe cercato di evitarmi o di essermi amica solo per ricevere favori e cose simili, era un bene che almeno Nik e Koko non badassero al mio cognome, almeno con loro potevo stare tranquilla e poi adesso c’era anche Isabella, che del nostro mondo sapeva poco e niente, chissà sarebbe potuto essere l’inizio di una bella amicizia.


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#38 Il 24-10-2021 a 14h01

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Nikolas Axel Fox-Lombardi

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Jasmine mi risponde, confermando i miei dubbi. I compagni di stanza vengono assegnati con la magia durante la cerimonia di inizio anno, ma viene comunque pubblicata una lista degli studenti del primo anno con diversi giorni di anticipo, quindi si sa subito se il numero di studenti è pari o dispari. Evidentemente Jasmine ha chiesto in quell'occasione di restare sola in stanza e la preside ha accettato, anche perché non ci sono molti studenti che vogliono rimanere soli per otto anni.

Mi volto di nuovo verso Koko per sorriderle: prima quando ha risposto alla mia domanda su Colleoni mi è sembrata piuttosto preoccupata e non ha più spiccicato parola, se non per salutare Jasmine e per rispondere alla sua domanda. Evidentemente la presenza di un volto nuovo la mette un po' in imbarazzo. È sempre stata timida, anche più di me.

Guardandomi intorno, mi accorgo che la sala si è riempita, dato che ormai l'orario del pranzo è iniziato da un po' e stanno tutti entrando in sala. Inoltre, aguzzando la vista, mi sembra di scorgere una figura semitrasparente in lontananza e strizzo un po' gli occhi per inquadrarla meglio.

-Ma che...? - dico, un po' a me stesso e un po' alle altre. La figura cammina tra i tavoli e riesco a vederla meglio: è un uomo di mezza età con vestiti abbastanza moderni, che sembra cercare qualcuno.


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#39 Il 24-10-2021 a 15h10

Prezzemolina
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Kokoro Taira
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Incrocio lo sguardo di Nik e ricambio il sorriso.

"Lo so, lo so: mi sono ammutolita.
Questa volta ha vinto l'imbarazzo." penso, cercando di comunicarlo col solo sguardo e scrollando le spalle.

Prendo un altro sorso di te, continuando ad ascoltare gli altri parlare, quando l'esclamazione di Nikels mi spinge a voltarmi nella direzione in cui è rivolto il suo sguardo: uno spettro flutta tra i tavoli.

- Oh, il Velo deve aver iniziato ad aprirsi. - dico, guardando gli altri.


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#40 Il 24-10-2021 a 16h38

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Isabella Grimaldi
mensa


salto sulla sedia alla vista dello spettro, è la prima volta che ne vedo uno, ma per gli altri ragazzi non sembrava essere una novità. Sono terrorizzata, stringo i bordi del tavolo con le mani come se fosse l'unico modo per non scappare via urlando. -il velo? cos'è il velo-


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#41 Il 24-10-2021 a 17h40

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Jasmine Alfieri

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Notai anche io il fantasma che si aggirava per i tavoli e ora che ci pensavo anche prima in corridoio ne avevo visto uno di sfuggita prima di incontrare Colleoni.
La reazione di Isabella era normale, non era abituata a tutto questo così le dissi in tono calmo e con un sorriso

-Sta tranquilla, non ti farà nulla è innocuo-

Poi alla sua domanda guardai lo spettro e dissi

-Il Velo è ciò che separa il mondo dei vivi da quello dei morti, in un determinato periodo dell’anno si solleva e permette alle anime dei defunti di tornare a trovare un membro della loro famiglia, ma solo se ha qualcosa da dirgli, non è detto che qualcuno riceva una visita-

“Chissà per chi è venuto quel tipo?”

Pensai continuando a fissarlo mentre girava per i tavoli


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#42 Il 24-10-2021 a 22h48

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Nikolas Axel Fox-Lombardi

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Anche Koko si volta nella direzione del fantasma e lo nota, facendomi notare che evidentemente il Velo ha iniziato ad alzarsi. -Giusto, di solito è in questo periodo, me ne ero proprio scordato-

L'alzata del Velo è un evento raro, l'ultima volta è successo più di dieci anni fa. Le gemelle non erano ancora nate e mio fratello non aveva ancora iniziato la Splendente. Io ero piccolo e non lo ricordo benissimo, ma mia madre ci racconta spesso quell'evento. Era una domenica sera ed eravamo tutti e quattro a casa, seduti sul divano davanti al camino. Ad un certo punto si sono materializzati davanti a noi i nostri bisnonni, i nonni materni di mia madre, dai quali io e mio fratello abbiamo ereditato i nostri oggetti magici. È stato proprio in quell'occasione che i nonni ci hanno detto che avrebbero voluto che li avessimo noi. Hanno abbracciato la mamma e si sono chinati davanti a noi, prendendoci le mani e sorridendo. Non ricordo molto di quella sera, ma ricordo le mani fredde della nonna tra le mie e i suoi occhi grigi. Se ne sono andati all'improvviso così come sono arrivati: le anime non riescono a stare tra noi più di qualche minuto.

Mi risveglio dal torpore di questo ricordo quando sento la voce di Jasmine che finisce di spiegare cosa sia il Velo, evidentemente a Isabella, che ha uno sguardo leggermente spaventato.


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#43 Il 24-10-2021 a 23h17

Prezzemolina
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Kokoro Taira
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Osservo il viso di Isabella e mi sembra di scorgere ancora del timore, nonostante la spiegazione di Jasmine l'abbia un po' tranquillizzata.

- Possono rivelare qualsiasi tipo di segreto, ma non nuoceranno alla persona a cui hanno scelto di confidarlo. - dico, rompendo il mutismo e sorridendo timidamente.

- Mio zio Reo mi racconta sempre che, in un'occasione come questa, sua nonna andò a trovarlo per rivelargli dove aveva nascosto la sua spada di legno.
Era un monellaccio, da piccolo e il suo sogno era quello di essere un samurai, così se ne andava in giro con quella spada a far danno: sfidava altri bambini, colpiva gli alveari o correva nella foresta per combattere cotro gli alberi e allenarsi.
Tuttavia, questi suoi 'giochi' potevano rivelarsi pericolosi, allora nonna nascose la spada sotto le assi del pavimento, mentre lui se la dormiva dopo una delle sue scorribande.
Al suo risveglio, mio zio non la trovó più, né gli riusciva di ricordare dove avesse potuto metterla; alla fine, credette di averla persa e pianse molto per questo. Sua nonna, sentendosi in colpa, è ritornata per confessargli di aver nascosto lei la spada e per indicargli l'asse sotto cui l'avrebbe trovata - dico, sorridendo ancora  e ripensando alle espressioni fatte dallo zio, quando ci aveva raccontato l'intera faccenda.

Ultima modifica di Clio79 (Il 24-10-2021 a 23h23)


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#44 Il 25-10-2021 a 00h15

Fusion
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Elio Colleoni
INFERMERIA


- Allora, Colleoni, come sta? - esordisce la dottoressa, squadrandomi attentamente in cerca di qualsivoglia sintomo. I suoi occhi si soffermano, ovviamente, sulle mie occhiaie.
- Beh... Non sto dormendo bene ultimamente. E poi mi sento come se avessi la febbre - replico un po' in soggezione. L'Angeloni è bravissima, lo sanno tutti, ma è una persona senza nessun pelo sulla lingua e non ama essere contraddetta.
- Da quanto non dorme bene? - prosegue lei, brandendo uno di quei cosi per abbassare la lingua e ficcandomelo in bocca.
- Eeeeh, quacche 'orno - rispondo, mentre mi osserva forse le tonsille.
- E la sensazione di febbre? - mi porge un termometro a mercurio da mettere sotto l'ascella.
- Quello solo da ieri sera, direi -
- Secrezioni nasali, tosse, mal di orecchie? -
- Non direi, no... -
Non faccio a tempo a vedere la sua faccia che si piazza dietro di me, alzandomi la maglia. Pur non muovendomi, rabbrividisco mentalmente nel sentire il gelo dello stetoscopio.
- Respiri profondamente con la bocca -
Mentre compio il mio dovere da paziente, lei continua a farmi domande a raffica:
- Ha visto qualcuno fuori dalla scuola ultimamente? Ha notato studenti assenti o con sintomi influenzali? Quante volte al giorno va di corpo? Ha mangiato uova di coboldo ultimamente? -
Cercando di rispondere, respirare a fondo e non sentirsi dire "Stia zitto, non riesco a sentire!", mi perdo un attimo via. L'Angeloni mi guarda come se si stesse divertendo molto.
- La febbre? -
Tiro fuori il termometro da sotto l'ascella e i miei sospetti si confermano:
- Ho 38.5 -
Senza perdere tempo, lei mi tasta sul collo, penso cercando i linfonodi. Aggrotta leggermente la fronte, dopodiché si lava le mani e comincia a lisciarsi il mento.
- Dunque, la febbre e la stanchezza sembrano proprio sintomi influenzali, anche se è strano che i linfonodi non siano gonfi. Inoltre non vedo dove potrebbe aver preso la malattia se non è mai uscito, anche se potrebbe essere stato uno dei suoi colleghi. Lei non ha patologie normali e magiche pregresse, vero? - chiede, con aria indagatoria.
- Che io sappia no - dico, alzando le spalle. Lei non mi sembra molto contenta della risposta.
- Controllerò la sua cartella per sicurezza, ma comunque non credo ci sia niente di cui preoccuparsi. Immagino che abbia già provato qualche incantesimo per il sonno o di cura?-
- Sì, ma non hanno avuto grande effetto... -
- Immaginavo. Le prescrivo un classico antipiretico e un sonnifero magico, teoricamente non dovrebbe avere gli effetti collaterali che hanno quelli dei Normali. Probabilmente è solo una forma leggera di influenza, però in tal caso dovrebbe prendersi qualche giorno di malattia o rischia di contagiare gli studenti -
La mia faccia sbianca.
- Ma io devo fare una verifica domani per quelli del terzo anno, non la posso più spostare, mi hanno già chiesto due cambi prima! E con gli altri sono indietro coi programmi! - protesto con foga.
L'Angeloni mi fulmina con lo sguardo e io mi rimpiccolisco un po'.
- Secondo lei una barriera magica non potrebbe fornirmi un isolamento sufficiente? - propongo in un tono che cerca di essere conciliante. La dottoressa mi scruta per qualche attimo, poi alza gli occhi al cielo e infine dice:
- In linea di massima sì, ma è RIDICOLO che non si prenda qualche giorno di malattia. Io il permesso glielo firmo comunque, poi faccia quello che le pare -
Ringrazio silenziosamente Merlino per avermela mandata buona e aspetto il foglio per il permesso, dopodiché saluto l'Angeloni e mi incammino un po' traballante verso camera mia. Anche se voglio prendere il sonnifero stasera, comunque devo sistemare delle cose e preparare le lezioni per domani, che - a dispetto di quanto dice la dottoressa - io ho BISOGNO di fare, se no sono indietro col programma.

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#45 Il 25-10-2021 a 11h19

Chiacchierona
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Adriel Morgan

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DORMITORIO poi MENSA

Il Velo si stava aprendo. Lo avevo capito subito da quando alle 4 di mattina venne a svegliarmi il primo spirito. Mia madre mi aveva avvertito. E io ricordavo anche quando da piccolo si era aperto il Velo l'ultima volta. La casa pullulava di fantasmi con mia madre che sprizzava gioia da tutti i pori, mio padre decisamente irritato dalla cosa ed io che all'inizio ero spaventato ma poi ci avevo fatto l'abitudine. Erano passati circa tutti i membri della famiglia che mia madre aveva protetto. All'epoca non ero riuscito a capire molto. Mamma mi aveva solo spiegato che erano spiriti innocui, che le avevano rivelato diversi segreti della famiglia e che un giorno, probabilmente quando sarei diventato grande, sarebbero passati anche da me. Anche se io non ero legato quindi dal punto affettivo alla famiglia come diretto discendente della loro banshee dovevo venire a conoscenza di ogni cosa. E quindi quella notte passò un uomo di mezza età venuto a dirmi che esistevano ancora discendenti della famiglia O'Connor, la stirpe rivale, e che non potevano passarla liscia. Detto questo sparì come era arrivato, ma io non riuscii più a riaddormentarmi. Ero parecchio sconvolto. Mi misi a pensare al numero di spiriti che sarebbero passati nei giorni seguenti, a come avrei fatto ad evitarli e sopratutto mi vergognavo nel caso comparissero in momenti non indicati. Mentre mia madre era stata felice di rivederli io non volevo avere nulla a che fare con i MacGowan. Eppure avrei dovuto sopportare. Per rispetto del volere di mia madre e dell'amore che ancora provava per quella famiglia.
Dopo ore di pensieri mi svegliai, mi preparai, andai a lezione addormentandomi quasi sul banco (cosa decisamente non da me) e poi verso l'ora di pranzo andai in mensa. Avevo decisamente bisogno di un caffè... doppio. Sbadigliando presi il vassoio, buttai su della roba a caso senza nemmeno fare caso a se ci fosse Ylla oppure no. In ogni caso avevo deciso che era arrivato il momento di chiarire con lei, dopo una bella dormita però. Andai a sedermi in un buchetto vicino alla finestra e buttai giù il caffè freddo e completamente amaro. Almeno forse quello sarebbe riuscito a svegliarmi.


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#46 Il 25-10-2021 a 20h13

Fusion
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Elio Colleoni
CAMERA


Sono tornato in camera. Vorrei solo buttarmi a letto e far finta di non essere mai esistito, anche se non è nemmeno il primo pomeriggio, ma devo resistere finché posso, altrimenti poi mi si sballano tutti gli orari. Mi stravacco sulla sedia e prendo un pacco di temi sui possibili usi delle rime dell'Orlando Furioso come incantesimi, cominciando a leggere. Mio padre rabbrividerebbe nel vedere certi errori (è un appassionato di Ariosto), ma in linea di massima questa classe non se la cava così male e ci sono alcune idee interessanti da cui potrebbero derivare dei buoni incantesimi. Certo, cercare di tirar fuori la magia dalle parole è sempre un affare complicato, soprattutto con la letteratura: bisogna conoscere l'etimologia dei termini e il significato esatto che l'autore voleva attribuire a certe frasi, cosa che non è sempre semplice - anche se si vogliono utilizzare in senso letterale.
Nonostante il lavoro discreto dei ragazzi, dopo una decina di compiti mi viene la nausea, quindi provo a chiudere gli occhi e ad accendermi una sigaretta col solito Giochiamo col fuoco. L'odore speziato dello tsuki-cha si sparge subito nell'aria e dopo qualche boccata riesco a tornare sui compiti.
Nel giro di qualche ora, ho finito.
Esausto, accendo un po' di musica e crollo sul letto. Ho messo i Kyuss, teoricamente con loro non dovrei addormentarmi...
Nemmeno il tempo di finire la sigaretta e ho già perso i sensi.


Mi sveglio di soprassalto urlando mezz'oretta dopo, madido di sudore.
Cerco di ricordarmi che cosa ho sognato, ma è impossibile. Certo, faceva cagare sotto. Ricordo solo delle voci, un tintinnio e un rimbombo basso, un ringhio sordo e... Sangue.
Sangue ovunque.
- Alùra, cioc desfàt? Ben svegliato eh -
Mi alzo di soprassalto. La cosa che mi lascia più sconvolto non è che non sono solo, ma la figura che mi staglia davanti.

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#47 Il 25-10-2021 a 21h57

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Isabella Grimaldi
mensa


Annuisco alle sue parole -ora capisco anche se sembra tutto così assurdo- "di certo nessun fantasma verrà da me, da che ho memoria non ho mai avuto radici quindi credo che neanche per i fantasmi sono poi così importante" tiro un sospiro di sollievo al pensiero e cerco di darmi un contegno - non è la prima volta che assistete a questo.. poi ci si fa l'abitudine?-


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#48 Il 25-10-2021 a 22h20

Moderatore
Calliope98
"L'eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai"
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Jasmine Alfieri

MENSA


Spostai di nuovo la mia attenzione su Isabella, quando ci chiese se ci fosse già capitato di assistere e se ci si facesse l’abitudine mi feci pensierosa, era capitato solo una volta alla mia famiglia

-Solo una volta, il fantasma di una mia prozia venne a trovare mio nonno, non era per niente stupito di rivedere sua sorella, gli disse che era dispiaciuta per quando da piccoli gli aveva fatto sparire il suo oggetto magico e lui non potè fare magie per una settimana, ero piccola, ma ricordo che all’inizio ero un po’ stupita, poi mi sono resa conto che non era una cosa poi così strana-

Ricordai quell’episodio con piacere, mio nonno è la mia prozia se ne fossero di santa ragione prima che lei sparisse e chissà quante de ne stavamo dicendo adesso che erano di nuovo assieme.


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#49 Il 26-10-2021 a 11h21

Prezzemolina
Clio79
Quello di cui ho bisogno per sopravvivere è il dente di leone che fiorisce a primavera.
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Kokoro Taira
MENSA+DORMITORIO


Ascolto il racconto di Jasmine con un sorriso, ma poi aggiungo rivolta ad Isabella:

- Onestamente, capisco i tuoi timori: io non ho mai assistito alla visita di uno spettro e quello che so proviene dai racconti altrui.
Se mai riceverò una visita, non so se riuscirei a rimanere del tutto calma come adesso, nonostante sappia che siano innocui. - dico, poi faccio una pausa per raccogliere le idee e continuo

- Non è detto che lo spettro che decide di farci visita sia una persona a noi nota: potrebbe anche essere un parente lontano, di cui non abbiamo memoria... ma, in generale è l'idea che possano rivelare qualsiasi tipo di segreto ad inquietarmi, quindi non credo che ci farò mai del tutto l'abitudine - concludo, sorridendole.

Così, le ore che precedono il pranzo passano veloci tra considerazioni di questo tipo e storie di precedenti visite spettrali; prima di rendercene conto, siamo già in fila davanti al bancone della sala, a scegliere cosa mangiare.

- Le lasagne hanno un aspetto strepitoso! - non mi trattengo dall'esclamare, appena le adocchio.

Gli altri sembrano essere d'accordo con me e, alla fine, tutti optiamo per la lasagna, prendendone una bella porzione fumante insieme a qualcos'altro (io ho scelto di buttarmi sul dolce).

Il pranzo trascorre tranquillo, visto che i presenti sembrano trovarsi a loro agio (me compresa, finalmente); del tutto naturalmente, perciò, una volta finito di mangiare, si decide di trattenersi in mensa per studiare insieme.
E la scelta risulta essere vantaggiosa per tutti: a turno, il più bravo nella materia di studio, ha aiutato gli altri e tutti insieme abbiamo sostenuto Isabella.

"Fare i compiti non è mai stato così semplice." penso, contenta, diverse ore dopo.

- Isabella, ricordami che appena siamo in dormitorio devo prendere gli appunti che ti dicevo: vedrai, recupererai in men che non si dica. - la rassicuro, facendole l'occhiolino.

"Per fortuna, dopo questo pomeriggio di studio e di successi (ha portato a termine diversi incantesimi) sembra un po' più serena"

Annuisce alle mie parole e gli altri la incoraggiano a loro volta, mentre già raccogliamo le nostre cose per spostarci nella sala comune del dormitorio (dell'ottavo o del settimo anno, poco importa).

Giusto il tempo di raccogliere dei panini, della frutta e qualche bibita da consumare per cena e ci avviamo; arrivati nell'ala dei dormitori, la sala comune prescelta è quella del settimo anno, così che io possa recuperare gli appunti da dare a Isabella (cosa che faccio praticamente subito, lasciando gli altri a sistemare le nostre cose).

La serata trascorre, quindi, tra chiacchiere e risate; abbiamo deciso di raccontare ad Isabella le nostre "prodezze" scolastiche e ne è venuta fuori una confessione a cuore aperto e parecchio imbarazzante (anche molto divertente) dei disastri che abbiamo combinato a scuola.

A mezzanotte, sfiniti dallo studio del pomeriggio e dalle troppe risate, ci salutiamo, ritornando ciascuno alle proprie stanze.

Ultima modifica di Clio79 (Il 26-10-2021 a 11h27)


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#50 Il 26-10-2021 a 15h40

Fusion
Nietzsche
Aizawa è tornato Kaneda per colpa del forum. Comunque non sopporta tutto questo rosa
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Elio Colleoni
CAMERA


Beh, non ci sono molte persone che conosco che possono svegliarti di botto parlando in camuno stretto*. Anzi, in realtà ne conosco una sola.
Che è morta da almeno qualche anno, ma poco importa se il Velo si è alzato.
- Zio Gianni - Non è un'esclamazione, ma semplicemente la constatazione di un dato di fatto. Il prozio è lì davanti a me, sebbene un po' meno consistente e un po' più trasparente di come me lo ricordavo (cosa non facile, dato che era un uomo enorme).
Spengo la musica. In realtà non so bene che cosa dire. Quando ero piccolo, lo zio Gianni era un mito per me, con le sue battute e le sue avventure che non si capiva mai se fossero vere oppure no. Certo, in famiglia si sapeva che era un lupo mannaro e proprio per questo era stato bandito da qualsiasi pranzo di Natale o Pasqua a casa di mia nonna - sua sorella - che al solo pensare a quello screanzato di suo fratello si metteva le mani nei capelli. Forse era proprio per questo che alla fine era stata mia madre (un'altra scappata di casa) a riprendere i contatti con lui. Per anni eravamo andati a trovarlo nella sua bella casetta in mezzo ai boschi della val Camonica. Mia mamma mi aveva spiegato di non giudicarlo male.
- Non è colpa dello zio se è stato morso - mi diceva sempre. - E comunque alla fine lui non ha mai fatto del male a nessuno -
- L'è mia 'er, a chel sbarlafus del Saltafoss quasi lo cope** - replicava allora piccato lo zio Gianni.
- Sì, certo, a parte l'Arnaldo ovviamente -
D'altra parte il mio prozio era l'eccezione che confermava la regola. Le persone affette da licantropia vivono una vita profondamente infelice: salvo qualche raro caso, non scelgono di diventare lupi mannari, vengono morsi e basta. Spesso non si rendono nemmeno conto di essere diventati così, perché vengono aggrediti di notte e non c'è modo di distinguere un morso di lupo da quello di un mannaro. Gli studi di ematologia dei Normali stanno facendo grossi passi avanti per capire le differenze a livello sanguigno, ma sono ancora alle fasi iniziali (anche perché il mondo magico è sempre stato molto chiuso nel "farsi studiare"). Per millenni, l'unico modo per sapere se una persona era stata morsa era aspettare la luna piena. Molti uomini e donne avevano massacrato inconsapevolmente le proprie famiglie la prima notte di plenilunio dopo essere stati maledetti: dopo essere tornati umani e aver visto lo scempio che avevano compiuto, tanti si costituivano, alcuni scappavano, ma la maggior parte decideva di porre fine alla propria esistenza. In ogni caso, nessun licantropo riesce a vivere come una persona “normale” nella società: o si viene incarcerati a vita perché troppo pericolosi, oppure si sceglie un'esistenza eremitica, lontano dagli altri esseri umani o creature magiche, sperando di non ammazzare per sbaglio mai nessuno. Questa era stata la strada prescelta dal prozio.
Peraltro, lo zio Gianni era stato a suo modo fortunato nella sua prima trasformazione. Era una delle sue storie preferite da raccontare e, per certi versi, era veramente incredibile.
Aveva poco più di dieci anni quando era stato morso. Erano gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale e lui era andato nel bosco con la scusa di cercare funghi, ma in realtà stava portando del cibo ai miei bisnonni, che erano partigiani. La Resistenza aveva però spostato gli accampamenti sulle montagne in fretta e furia perché erano stati scoperti dai nazisti, ma non aveva fatto a tempo a mandare nessun messaggio, quindi lui si era perso. Così, aveva passato la notte nei boschi camuni. La luna piena splendeva sull'Adamello e lui era rimasto come ipnotizzato dalla sua bellezza, tanto da non accorgersi di un'ombra scura proprio dietro di lui. L'ombra era un lupo, ma mica come i classici lupi, nossignore! Era molto più grosso e aveva le zampe anteriori strane, con degli artigli che sembravano dita. Aveva strattonato lo zio Gianni per un braccio con le sue grosse zanne, cercando di trascinarlo via per mangiarselo, ma alla fine miracolosamente il prozio era riuscito a liberarsi. Arrivati a questo punto, lo zio raccontava ogni volta una storia diversa della sua fuga: aveva preso un bastone e l'aveva picchiato in testa alla bestia, aveva usato un incantesimo, in quel momento erano passati degli aerei della Luftwaffe e il licantropo si era spaventato... Quando voleva buttarla sul ridere, diceva di aver sganciato una sonora scoreggia che aveva otturato il naso del lupo e lui ne aveva approfittato a scappare. Fatto sta che però, dopo qualche ora, proprio a causa della luna piena, si era trasformato anche lui. La mattina dopo si era svegliato con i vestiti completamente stracciati, ma fortunatamente senza tracce di sangue addosso (a parte quello della sua ferita al braccio), il che gli aveva fatto capire che non aveva fatto del male a nessuno. Aveva compreso solo dopo qualche giorno cosa gli fosse successo e, dopo aver ritrovato i suoi genitori, non ne aveva fatto parola con nessuno, perché sapeva che avrebbe significato abbandonare per sempre la sua famiglia. Ogni notte di luna piena lui si rifugiava nei boschi, stando bene attento a non incrociare nessuno, e aspettava che la maledizione facesse il suo corso. Da adolescente, alla fine, aveva parlato coi suoi genitori e fratelli: sebbene parte della famiglia, compresi i miei bisnonni, avesse capito che non costituiva un pericolo, alla fine lui se n’era andato comunque per non dare fastidio a nessuno, soprattutto a mia nonna, che era la più diffidente nei suoi confronti. Così si era dato alla macchia: per anni nessuno aveva più avuto sue notizie, finché un giorno non era tornato in val Camonica, costruendo la sua casetta tra le frasche e isolandosi da tutti, salvo le poche persone che passavano a trovarlo e a cui raccontava le sue imprese in giro per i monti e le foreste dell’Europa. Di tanto in tanto spariva ancora, ma molto meno di frequente.
Insomma, era un personaggio certamente particolare ed io ero sempre stato molto curioso su di lui. Sognavo di vivere avventure come le sue, cosa che poi mia madre non mi avrebbe fatto mancare (e da cui poi ho preferito allontanarmi). Dopo aver ricevuto in dono il suo laccio per i capelli, però, le cose cominciarono a cambiare. Le nostre visite si fecero sempre più rade e brevi e sembravano quasi più di cortesia che altro. Sentivo che anche mia mamma aveva cambiato atteggiamento nei suoi confronti: ne parlava poco e malvolentieri, di tanto in tanto uscendosene con delle frasi tipo “Me la sono andata a cercare” oppure “Ma vatti a fidare di uno come lui”. Non aveva mai voluto spiegare che cosa intendesse, comunque. L’ultima volta che l’avevo visto era stato per dargli un ultimo saluto al suo funerale, diversi anni fa. Si era fatto seppellire nei suoi boschi senza nemmeno una bara: voleva che gli animali si cibassero di lui, come lui si era cibato di loro in tutti quegli anni.
Abbastanza schifoso, sì.

- E quindi?! – mi abbaia lo zio Gianni col suo vocione da basso.
Sospiro stancamente. Per carità, è bello rivederlo, ma mi ha beccato proprio in un momento sbagliato. E poi questo modo di fare malmostoso tipico delle valli non incoraggia alla conversazione.
- Bah, tutto bene zio. Adesso lavoro qui alla Splendente e… niente, mi piace – borbotto, un po’ imbarazzato. Lo zio è morto prima che io trovassi questo lavoro, ma d’altra parte lui non ha mai studiato magia. Al tempo non c’era l’obbligo.
- Intelligente come la tò mader, brao scet*** - uno scintillio sulla sua immagine lattiginosa e trasparente mi fa capire che gli è scesa una lacrimuccia. Fa sempre strano vedere come certi uomini grandi e grossi siano molto sensibili su alcuni argomenti. Si riprende dopo qualche secondo e comincia ad aggiornarsi sulla mia vita (con mio grande sollievo, non mi chiede se ho la fidanzatina o altro). Alla fine, forse complice la stanchezza, un po’ sono commosso anch’io.
- E le trasformazioni come vanno? – mi chiede lui ad un certo punto, aggrottando la fronte.
Lo guardo, un attimo in confusione. Faccio fatica a tenere gli occhi aperti.
- Di che parli? – chiedo, sbadigliando.
- Pota****, oramai l’incantesimo de la tò mader dovrebbe essere finito da qualche anno, no? Come l’hai gestita? Se sei entrato in quella scuola lì, vuol dire che ti sai controllare –
Lo zio sembra proprio aspettarsi una risposta che non gli so dare.
- Quale incantesimo? In che senso controllare? – replico mugugnando. Guardo fuori dalla finestra: ormai si è fatto buio. La luna splende, quasi piena, sulla scuola. Alcuni scintillii al di là del vetro mi fanno pensare che qualche anima abbia cominciato a palesarsi, oltre a quella dello zio Gianni. Faccio fatica a tenere la concentrazione: dovrei prendere il mio sonnifero e poi andare a dormire, ma prima vorrei salutare lo zio.
Mi volto verso di lui e mi rendo conto che sta succedendo una cosa strana: pur essendo pallido come uno spettro – scusate il gioco di parole – la sua faccia deformata dalla rabbia ha assunto un colorito rossiccio.
- MA COME QUALE INCANTESIMO?! MA NON T’HA DETTO NIENTE?? – comincia a tirar giù qualche porcone. – ADESSO LA CERCO E MI SENTE! –
E, senza nemmeno accennare a un saluto, sparisce.
Devo dire che mi è capitato di vedere lo zio Gianni incazzato parecchie volte: il suo essere mezzo lupo non l’ha mai aiutato molto nella gestione della rabbia. Però le sue parole cominciano un po’ a preoccuparmi. Mia madre mi ha lasciato all’oscuro di qualcosa? Non sarebbe la prima volta, ma non ho mai amato che lo facesse.
In ogni caso, adesso sono veramente troppo stanco per pensarci. Prendo un sonnifero e la Tachipirina che mi ha prescritto la dottoressa Angeloni e mi infilo sotto le coperte. Domani devo stare meglio.

*Per facilità di comprensione, e anche perché io il bresciano non lo so poi così bene, il prozio Gianni non parlerà in camuno stretto sempre. Immaginate però che lo faccia xD
**"Non è affatto vero, a quel buono a nulla del Saltafossi (nomignolo) quasi lo ammazzo”
***Intelligente come tua madre, bravo ragazzo
****Intercalare tipico di Bergamo e Brescia

Il prozio Gianni

Ultima modifica di Nietzsche (Il 26-10-2021 a 17h42)

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